Napoli: femminismo contro democrazia, chi vincerà?

Il femminismo, come tutti i totalitarismi, è per sua natura avverso ad ogni forma di democrazia.

Ecco quindi che a Napoli il femminismo si muove in massa contro dei manifesti rei di pubblicizzare un servizio a tutela degli uomini vittime di violenza – servizio il cui sito è QUESTO:

Questa invece la notizia:

https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/violenza_uomini_angelo_pisani-8114969.html?refresh_ce

Qualcuna tra le femministe che protestano avrà sicuramente la coda di paglia, ben sapendo di aver avuto condotte penalmente rilevanti contro qualche suo ex (o anche attuale compagno). Ma non penso che questo sia l’aspetto più importante.

Non credo neanche alla tesi di Davide Stasi, secondo cui il movente sarebbe principalmente economico: in questa fase quel servizio di aiuto agli uomini vittime di violenza non rappresenta certo un concorrente plausibile nella gara per aggiudicarsi finanziamenti pubblici.

https://www.lafionda.com/manifesti-della-discordia-la-nostra-lettera-al-sindaco-di-napoli

Certo, le considerazioni economiche ci stanno tutte, e in qualche misura potrebbero pure esserci, ma credo che il nocciolo sia altro.

Potrei sbagliarmi ma il nocciolo, secondo me, è l’avversione del femminismo per qualsiasi forma di democrazia.

Chiudo con le femministe che si appellano al ministro della (de)natalità Eugenia Roccella chiedendole un’azione di forza, e nel farlo, assai significativamente, usano “maschi” invece che “uomini” – “maschi” è una parola che sarebbe adeguata per i loro gatti, i loro cani e per i loro familiari, ma certo non va bene per uomini che pur essendo vittime di violenza hanno pur sempre la fortuna di non conoscerle personalmente…

D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – si unisce all’appello di oltre 250 donne e 30 associazioni che hanno scritto al sindaco di Napoli per chiedere la rimozione di cartelli pubblicitari relativi a una campagna di difesa dei maschi che hanno subito violenza.

…ma la parte più esilarante è che esse non trovano niente di strano nel mandare la supplica alla Roccella appena quattro giorni dopo aver fatto questo comunicato contro di lei:

Rivolgendosi alla ministra Roccella, la presidente Veltri continua: “lei non ha subito censura, perché non ha potuto parlare, ma ha semplicemente dovuto ascoltare le proteste delle persone che oggi si sentono minacciate da provvedimenti che limitano e mortificano libertà e autodeterminazione”.

“Manifestare” – conclude Veltri – “è e resta un diritto: la censura viene dal potere, non dal legittimo dissenso. Chiedere solidarietà, invece di affrontare le conseguenze delle proprie scelte è fuori luogo e dimostra la mancanza di volontà al confronto, anche conflittuale, che le scelte di questo Governo sollecitano da più parti”

Ma quanto fa ridere leggere queste tizie scrivere “la censura viene dal potere” e dopo appena quattro giorni chiedere censura verso chi ha senz’altro meno potere della Roccella??? 😀 LOL 😀

sss

15 thoughts on “Napoli: femminismo contro democrazia, chi vincerà?

    1. Vediamo cosa farà il sindaco.
      De Magistris era sorprendentemente senza spina dorsale né dignità quando le femministe protestavano, magari questo ha almeno il minimo sinadacale di una delle due.

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  1. Comunque le fregnacce di questa tizia non si possono più sentire.
    Ha rotto veramente il cazzo.

    Seguita a parlare di violenza patriarcale (con il consenso paterno…) in uno dei paesi MENO violenti al mondo e che di patriarcale non ha praticamente nulla.
    Casomai il nostro è un paese profondamente ginocentrico, nonché ultra femminista e misandrico a livello mediatico.
    In merito aggiungo che queste son le stesse tizie che poi definiscono razzista chiunque osi evidenziare che alcune ben precise etnie delinquono molto di più degli italiani…

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    1. “… il nostro è un paese profondamente ginocentrico, nonché ultra femminista …”.

      … In due parole: profondamente matriarcale, dove i figli maschi, vista l’irrilevanza-inconsistenza paterna – che non riesce a insegnare il differimento del soddisfacimento del bisogno, o la rinuncia – crescono continuando a battere i piedi e strillare se qualcuno non soddisfa il loro capriccio; le madri rendono i figli maschi dei piccoli tiranni, perché non c’è più nessuno che intervenga, nella pubertà, a sottrarre i figli al loro dominio esercitato proprio attraverso quel continuo soddisfacimento (ciò che chiamo “potere dell’accudimento”); quelle giungono perfino ad aggredire i prof se solo osano non riprodurre lo schema domestico del compiacere i piccoli tiranni.

      I famosi “no” che educano sono banditi da decenni, perché le madri, attraverso i loro continui “sì”, vogliono assicurarsi una venerazione-gratitudine eterna; i Filippo Turetta sono figli di quelle madri e di padri ridotti al silenzio.

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  2. A proposito di Australia, lì le femministe stanno pensando di vietare agli uomini di aggregarsi perché ritengono che, quando si aggregano, si animalizzano, fanno branco e diventano incontrollabili.

    Continuo a non comprendere gli uomini che non vogliono rendersi conto della situazione in cui ci troviamo.

    È tempo di fermare gli uomini che si riuniscono in gruppi?

    È un problema ritenuto terribile ed estenuante ed è stata suggerita una nuova idea che potrebbe davvero aiutare, tuttavia gli uomini non lo apprezzeranno.

    https://www.news.com.au/lifestyle/real-life/is-it-time-to-stop-men-congregating-in-groups/news-story/0fbbc08b796d677fb0891024f60d74da

    Tutto ciò solleva la domanda: se abbiamo così tanti esempi della minaccia posta alla sicurezza delle donne consentendo a grandi gruppi di maschi di riunirsi insieme, dovremmo considerare di limitare la loro capacità di farlo?

    Nel 2014, le controverse leggi sulla serrata di Sydney sono state introdotte in risposta a tre episodi di pugni codardi nei due anni precedenti in cui tre giovani sono stati presi a pugni in tre attacchi non provocati, tutti tragicamente morti per le ferite riportate.

    Nel 2012, sono state introdotte “leggi consorting’ per affrontare quella che la polizia sosteneva fosse una minaccia crescente da parte delle bande di motociclisti fuorilegge, rendendo un reato per i membri riunirsi e “intimidire” in determinati luoghi o situazioni.

    Forse, data l’evidenza chiara e coerente che il comportamento aggressivo e antisociale aumenta quando gli uomini si riuniscono in gruppi, le autorità dovrebbero cercare modi per limitare questo fenomeno?

    Naturalmente non affronterà il numero disgustoso di uomini che uccidono donne a un ritmo superiore a uno a settimana in questo paese, o il tasso allarmante di aggressioni sessuali.

    Ma forse impedirà parte della misoginia normalizzata così dilagante in alcuni di questi gruppi.

    Forse, senza essere esposti alla disumanizzazione delle donne e di altre minoranze che sembra verificarsi in alcuni gruppi di uomini e adolescenti, la parte di quei gruppi che commettono atti di violenza più estremi potrebbe evitare di radicalizzarsi in primo luogo.

    Ovviamente, l’impatto sugli uomini sarebbe grave.

    Nessun allenamento appiccicoso. Nessuna chat di gruppo. Nessun tavolo turbolento di compagni alle curiosità dei pub.

    Ma se, come uomo, l’idea che le vostre libertà civili vengano compromesse in modo così profondo vacilla, chiedetevi: quali libertà civili credete che dovrebbero avere le donne quando andiamo nel mondo?

    Perché sia che stiamo facendo la spesa in un innocuo sabato pomeriggio, camminando verso la nostra macchina dopo il tramonto, giocando a piedi nel fine settimana o semplicemente facendo il nostro lavoro, la verità è inevitabile: corriamo un rischio inaccettabilmente elevato di violenza da parte degli uomini.

    Abbassiamo la testa, attraversiamo la strada, teniamo le chiavi nei pugni, sorridiamo indietro (perché essere ‘nice’ ci fa sentire erroneamente un po’ più sicuri), non facciamo contatto visivo, non camminiamo da soli, fingiamo di essere al telefono, fingiamo di avere un ragazzo, fingiamo di ridere, fingiamo di non avere paura.

    Ma lo siamo, e ciò lede le nostre libertà civili ogni singolo giorno. Se siamo fortunati, è tutto ciò che fa, ma come ben sappiamo, molti di noi non se la cavano così alla leggera.

    E finché gli uomini nei gruppi non iniziano ad alzare la voce contro questo abuso, invece di rimanere in silenzio o peggio, piangendo #notallmen, ho difficoltà a pensare a una ragione per cui questa mancanza di libertà personale dovrebbe essere il nostro peso da portare invece del loro.

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    1. Mi piace che la motivazione sarebbe “diminuire la violenza DOMESTICA contro donne e bambini”, e quindi cosa fai? Impedisci agli uomini di riunirsi fuori casa, lontano da donne e bambini.

      Io credo invece che sarebbe ora di indagare come mai le donne tendono ad accomunarsi sempre ai bambini, dicendo che gli uomini sono “altro”, e chiedersi quale dei due gruppi sia più ADULTO: “donne e bambini” o “uomini”?

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  3. Poffarbacco!

    Ho trovato un’alta palata di misandria sul web.

    Utilizzando un po’ di statistiche ad cazzum (mi chiedo se hanno rapportato gli incidenti alle ore di guida), sono riusciti a mettere nuovamente gli uomini sotto una cattiva luce.

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    Autisti uomini: perché sono una tale minaccia dietro il volante?

    https://www.theguardian.com/money/article/2024/may/14/male-drivers-why-are-they-such-a-menace-behind-the-steering-wheel

    In Francia l’84% degli incidenti stradali mortali sono causati da uomini – e le cifre non sono molto migliori per il Regno Unito o gli Stati Uniti. Perché non tutti guidano come donne?

    Nome: Autisti maschi.

    Età: qualsiasi tra 17 e 100+.

    Aspetto: Non abbastanza femminile.

    Oddio, ci stiamo dirigendo verso le guerre culturali?

    Rilassati, qui siamo in un territorio fermamente indiscutibile.

    Grande. Che cos’è?

    È che gli uomini dovrebbe guidare più come le donne.

    Oh no. Se aiuta, è proprio che gli uomini Francesi dovrebbero guidare più come le donne.

    Non sono sicuro che questo aiuti, ma chi lo dice? Lo dice l’organizzazione francese di sensibilizzazione sulla sicurezza Victimes & Citoyens (Vittime e Cittadini), che ha appena svelato una serie di manifesti che recitano: “Conduisez comme une femme.” In altre parole, guidare come una donna.

    Ma perché? Hai mai provato a girare intorno all’Arco di Trionfo? Fondamentalmente sono 4 milioni di francesi arrabbiati che fanno del loro meglio per ferire a morte se stessi e tutti coloro che li circondano.

    Se sembra una generalizzazione problematica su più livelli. Ci sono statistiche a sostegno di questo, se questo aiuta. Secondo il governo francese, l’84% degli incidenti stradali mortali e il 93% degli incidenti con guida in stato di ebbrezza in Francia sono causati da uomini. Si dice che i francesi siano tra i piloti più aggressivi in Europa: 91% rompere abitualmente il limite di velocità, il 65% usa il telefono durante la guida e il 32% ha ammesso di aver deliberatamente colpito “il veicolo di un conducente che li ha infastiditi.

    Ma se avessero guidato come donne? Allora sarebbero sostanzialmente più premurosi e meno aggressivi, e le 3.000 vittime della strada che Francia le esperienze di ogni anno cadrebbero.

    Wow, quei dannati francesi, eh? Calmati. Un’analisi del Guardian nel 2022 ha rivelato che i conducenti uomini nel Regno Unito hanno quasi tre volte più probabilità delle donne di essere coinvolti in incidenti che uccidono o feriscono gravemente i pedoni.

    Per amor di discussione, diciamo che sono americano. Nel 2021, i conducenti di sesso maschile sono stati coinvolti nel 72,3% degli incidenti mortali sulle strade statunitensi. Ovunque tu vada, gli uomini causano incidenti stradali più gravi delle donne.

    Allora come facciamo a guidare tutti come donne? Essere davvero timidi e miti? Se intendi più cauto e meno aggressivo, allora sì. Rallenta, sii paziente, lascia un divario sensato tra te e l’auto di fronte a te, quel genere di cose.

    Ma poi ci vorrebbe più tempo per arrivare dove sto andando. Sì, ma tu e le persone intorno a te arrivereste tutti vivi, il che sembra un discreto compromesso.

    Questo è un wokeness impazzito! Sì è giusto. Io e il resto della polizia woke ci siamo riuniti tutti e abbiamo deciso che non uccidere migliaia di persone con le auto è woke adesso. Aggiorna i tuoi dati di conseguenza.

    Non c’è niente che possa fare come un uomo? Voglio dire, proteggere la tua famiglia non pedinando una Vauxhall Mokka a 85 miglia all’ora mentre suona il corno e urla parolacce sembra in realtà piuttosto maschile, ma tu lo fai.

    Dì: “Guida come una donna.”

    Non dire: “Non vedo l’ora che arrivi il sano discorso che questo ispira.”

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    Ho pensato a un articolo con cose inventate e invece no. In Francia stanno sensibilizzando a una guida più prudente proprio utilizzando la misandria.

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    1. Mio figlio guida l’auto in Francia (chilometraggio spaventoso per casa-lavoro); io guido la moto al Sud Italia (piccoli giretti). Quando mio figlio viene a trovarmi e giriamo insieme, rimane terrorizzato per l’aggressività delle guidatrici – specialmente quelle con SUV – che si prendono di prepotenza la precedenza agli incroci e alle rotatorie.

      D’altronde, esse fanno lo stesso quando sono a piedi, in fila davanti a una cassa o a uno sportello (ma con me gli va male, perché le punto come un mastino).

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    1. Non posso firmare né pubblicizzare quella petizione li’ altrimenti sono un venditore di padelle di bassa qualità che trama per tenere gli incel lontani dalla loro amatissima figa.
      Quella petizione li’ è una cazzata: un vero uomo che si disinteressa alle donne se ne fotte di quelle così li’. E se non se ne fotte allora sta facendo “cope”.

      Me lo hanno detto in un sito dove promuovevano appunto il firmare quella petizione li’, ed a questo punto ci tengo a non deluderli.
      Tanto che ho pure cancellato l’articolo che promuoveva la petizione, era schedulato ma l’ho cancellato prima che uscisse.
      Lo so che sembra folle ma è andata proprio così: c’è gente che pur di attaccare MGTOW sabota le petizioni che essa stessa sta promuovendo.

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      1. Lo so che sembra folle ma è andata proprio così: c’è gente che pur di attaccare MGTOW sabota le petizioni che essa stessa sta promuovendo.

        Le donne in questa guerra vincono proprio facile

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