L’era del “femminismo di buonsenso”: Anno Zero, si ricomincia da capo.

I lettori più attenti avranno notato che negli ultimi tempi questo blog sta viaggiando a velocità ridotta, pubblicando molti meno articoli del solito. Ciò avviene principalmente a causa di un periodo di maggiori impegni personali ma, secondariamente, anche perché sto aspettando che si cominci a fare un po’ di chiarezza. Sto aspettando che la luce degli innegabili fatti dissipi le tenebre dell’ignoranza: il nuovo governo ci farà il dono più prezioso.

In Italia tira aria di conservatorismo, e la cosiddetta “ideologia woke” sta iniziando a perdere peso. In campo femminista la cosa più vicina all’ideologia woke è il femminismo cosiddetto intersezionale e il cosiddetto “transfemminismo”.

E qui viene la parte interessante.

Checché ne dicano gli instancabili disinformatori che pullulano nell’androsfera, ideologia woke e femminismo non sono affatto la stessa cosa. Pertanto il femminismo non solo sopravviverà ma si rigenererà, anzi: lo sta già facendo. Molto semplicemente: perderanno peso il femminismo cosiddetto intersezionale e il cosidddetto “transfemminismo”, ed acquisterà peso il femminismo della differenza, il femminismo transfobico (TERF), il femminismo che vuole criminalizzare l’acquisto (ma non la vendita) di servizi sessuali (SWERF).

E così ricominceremo da capo, come facciamo da quasi 180 anni: infatti a causa di tutti coloro che negli ultimi anni instancabilmente hanno continuato a ripetere che ideologia woke e femminismo sono la stessa cosa tutte le analisi sinora prodotte basate su tale fandonia saranno azzerate e diventeranno carta straccia. Questo accadrà non appena diventerà evidente che esiste anche un femminismo “conservatore” che ha tante cose in comune con la destra – a nostro giudizio sulla questione delle relazioni tra i sessi sono molte più cose che accomunano Eugenia Roccella di Fratelli d’Italia e Marina Terragni (massima esponente italiana del femminismo della differenza) che cose che le dividono, tanto che la Terragni aveva persino citato la Roccella come “candidata sulla quale il femminismo può contare”:

Che succederà, dunque, nel futuro prossimo venturo? Succederà che una volta che sarà evidente che l’ideologia woke e il femminismo intersezionale sono in crisi ed andrà in auge il femminismo “di destra” chi ha puntato tutto sul far finta che woke e femminismo fossero la stessa cosa si ritroverà spiazzato e dovrà darsi ad esotiche arrampicate sugli specchi. Ed è inutile nascondersi dietro un dito: il pensiero corre immediatamente a La Fionda – ecco una prima grana, ma è solo l’antipasto – la Terragni attacca la Boldrini, perché secondo lei la proposta riforma dell’articolo 37 della costituzione (minuscola in quanto tutela la maternità ma non la paternità) sarebbe “un regalo alla lobby dei padri separati, in nome di un paritarismo ideologico e della bigenitorialità”:


L’articolo 37 della costituzione recita:

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

E si richiama all’articolo 31 che recita:

La Repubblica….Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

Perciò la costituzione dice proprio che il padre non conta, o perlomeno conta meno della madre: la repubblica (minuscola) NON protegge la paternità…

Non che la Boldrini sia amica dei diritti maschili, tutt’altro, infatti la proposta di modifica fa parte di un “pacchetto” senz’altro ostile agli uomini: basti dire che nelle sue parole condanna la “misoginia” ma non la “misandria”…

…resta però il fatto che quella specifica parte, articolo 37, che intende modificare la Boldrini aprirebbe effettivamente uno spiraglio per i padri separati e che chi, come appunto La Fionda, ha deciso di sovrapporre “ideologia woke” e “femminismo” facendo finta che fossero la stessa identica cosa, oggi si trova suo malgrado schierato dalla parte della Terragni – anche se ovviamente non lo ammetteranno mai. Ritrovarsi del tutto spiazzati è lo scotto inevitabile da pagare quando il tuo avversario è multiforme e multicolore ma tu hai scelto di vedere tutto in bianco e nero…quando ti sei voluto illudere che ripete la formuletta “uomini e donne sono diversi” desse risultati differenti dal dire “uomini e donne sono uguali”: in realtà nessuna delle due formulette, di per se stessa, apporta benefici alla causa maschile ma TUTTO DIPENDE DA QUANDO E COME, IN CHE CONTESTO, VENGONO USATE…

Episodi spiazzanti del genere sono destinati a moltiplicarsi esponenzialmente nel futuro prossimo venturo.

Altri, più stupidi ed intossicati dalla confusione fatta in questi ultimi anni, addirittura diranno che il “nuovo” femminismo della differenza in realtà non sarebbe femminismo ma una cosa più o meno accettabile.

E così ricominceremo da capo, come facciamo da quasi 180 anni.

L’unica cosa davvero positiva, MOLTO positiva, degli ultimi decenni è che i cambiamenti sono molto più veloci che in passato: diventa molto difficile dimenticarsi di cosa succedeva appena 5-6 anni prima, per quanto ci si possa sforzare di dimenticare – e quindi è facile che più presto che tardi tanti uomini mangino la foglia e finalmente capiscano che il femminismo può promuovere la supremazia femminile SIA dicendo che non vi sono differenze tra i sessi SIA affermando che vi sono tante differenze tra i sessi: SI CHIAMA “GIOCO DELLE TRE CARTE” e per esemplificare ancora meglio come funziona racconterò un aneddoto:

Uomo: “Dimmi un po’, secondo te voi femmine siete uguali o differenti rispetto ai maschi?”

Bambina (pur piccola è già più sveglia del suddetto uomo): “A seconda di come ci fa comodo”

Magari se ne renderà conto anche qualche nostro commentatore che nei commenti qui seguita imperterrito, pure adesso, ad elogiare senza saperlo il femminismo della differenza, illudendosi (e cercando di convincere gli altri) che l’essenza del femminismo sia “negare le differenze tra i sessi”. Cosa ampiamente smentita dall’immagine qui sopra…

109 thoughts on “L’era del “femminismo di buonsenso”: Anno Zero, si ricomincia da capo.

  1. Ahahahah, ma dai!

    Ma in realta’ io concordo con quasi-tutto quello che hai detto.

    Si’, mi aspetto anch’io dalla Meloni qualche sparata femminista in salsa cattolica. Ma vuoi vincere facile cosi’.

    Quello su cui non concordo, forse l’unica cosa in tutto l’articolo e’ che, perlomeno per me (non so cosa ne pensano quelli de La Fionda), il Wokeism non e’ il femminismo. Il Wokeism e’ la naturale degenerazione del femminismo.

    Non esiste Wokeism senza femminismo. E’ vero il contrario: puo’ esistere il femminismo senza il wokeism, si’, quello di destra, quello catto-cristiano.

    Pero’ dimmi dove io avrei negato tutte queste cose …

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    1. come mai lo chiamate “woke” quando il termine generico di “bigotto” è più appropriato? Dimmi la differenza tra il fanatico ambientalista e il fanatico del cristo che bacia la bibbia ma non la legge mai. Dimmi quale sarebbe la differenza tra un fanatico che clicca sul bottone per accendere la luce, e non capisce nemmeno quale sarebbe il principio che porta elettricità in casa sua, e invece il fanatico del cristo che parla di terra piatta e pensa che gli umani sono stati creati da dio. Dove sta la differenza? Entrambi sono bigotti, poi capisco il modo di chiamarli “woke”, fa ridere.

      Però alla fine si tratta di bigottoni.

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      1. Perché è un tipo di bigottismo particolare, non generico.
        “Bigotto” così generico può anche essere uno che dice che la Apple è migliore della Blackview, ad esempio, o che i Tudor son meglio dei San Martin.

        Sai cosa ha fatto mia figlia?
        SU RICHIESTA – RIPETO, GLIEL’AVEVANO CHIESTO, ERA UNA SFIDA – ha spaccato un nuovissimo iPhone 13 colpendolo col suo Blackview corazzato. Ovviamente il carro armato manco un graffio, l’ha colpito con il lato e l’unico punto vulnerabile è lo schermo, mentre il lato è rinforzato da barrette in titanio + supporti in gomma che assorbono gli urti per non trasmetterli all’interno…
        La deficiente con l’iPhone 13 insisteva che era pure più robusto e l’ha sfidata a farlo: e lei lo ha frantumato.

        E’ pressappoco come se la proprietaria di una grossa Mercedes, che pure in genere è leggermente più robusta di altre auto, sfidasse un carro armato cinese a passarle sopra, “perché tanto è cinese, quindi è fragile” 😀 LOL 😀

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        1. Ho comprato un Blackview a mio padre per il suo compleanno.

          E’ risultato difettoso e quando ho chiesto di ripararlo mi hanno direttamente consigliato di fare il reso col rimborso …

          E’ stato il primo – e credo ultimo – Blackview mai comprato.

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        2. Se ti hanno ridato i soldi che te ne frega?
          Sarebbe molto peggio se si rompesse dopo due anni, appena finita la garanzia: i cinesi non riparano niente, se è in garanzia ti danno un oggetto nuovo.
          Coi prodotti cinesi capita, ma l’unica cosa che hai perso è il tempo di fare l’ordine e poi messaggiargli che era difettoso.
          E questo senza contare che sui difetti puoi marciarci, ad esempio: mio figlio ha il BV 8800 arancio, mia figlia era incerta se lo voleva arancio o verde, alla fine ha deciso arancio. E’ arrivato verde.
          Indovina quanto ho chiesto e ottenuto di sconto per il colore sbagliato?
          Il 30%, oltre 90 euro…a mia figlia se le dicevo: “se lo compri verde costa 10 euro (10, non 90) in meno” lo prendeva verde perché appunto era incerta tra i due colori…

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        3. Riparare i telefonini rallenta la produzione, a loro interessa sfornarne millemila nuovi.
          Con una mentalità simile se i cinesi andassero contro di noi in una guerra d’attrito dove conta sfornare quanti più carri armati e aerei possibile, noi occidentali siamo fottuti perché mentre da noi uno si inventa una nuova canna del cannone che lo rende più potente del10% ma dimezza la produzione, da loro cercano il trucco opposto, quello per raddoppiarla anche a costo di qualche minimo sacrificio nelle prestazioni…e poi ti trovi UN carro tuo, che è “forte il doppio”, contro DIECI dei loro, e quindi perdi…

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        4. succede con qualsiasi tipo di prodotto. Se compri apple usato dall’apple store ti vendono un ricondizionato dato indietro. Se compri un cartier e vuoi cambiare olio e fare una revisione normale ti prendono il meccanismo e lo buttano nel cesso e sostituiscono con uno nuovo.

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        5. Ovvio, è più pratico ed economico fare così.
          Riparare ha senso solo in certi casi, non per prodotti come un telefonino.
          E il perché è presto detto: la produzione è in larga parte robotizzata, ma la riparazione è tutta manuale e quindi costa molto di più che costruire il nuovo – se il danno supera un certo livello non vale la pena ripararlo.
          Con gli orologi è lo stesso: dovrebbero smontare il movimento pezzo per pezzo, sono un centinaio, cercare il pezzo rotto, mettercene uno nuovo, poi rimontare tutto e oliare e regolare.
          A quel punto metti un movimento nuovo, e ti risparmi la ricerca del guasto…

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    2. L’unico femminismo buono è quello eretico di Camille Paglia e simili. È un femminismo che contraddice il dogma del patriarcato come sistema socio-culturale che opprime la donna e avvantaggia l’uomo. È un po’ come una forma di cristianesimo che non riconosce il dogma trinitario. Una delle cose che mi ha più deluso del femminismo è che non promuove affatto l’emancipazione femminile ma fa uso del vittimismo come arma di ricatto per estorcere discriminazioni positive in favore delle donne. Le femminarde non sono stronk and independent bensì nevrotiche e piagnucolose. Io sono cresciuto guardando gli shojo anime degli anni 80 dove c’erano eroine forti, intraprendenti e determinate e questo probabilmente mi ha fatto idealizzare troppo le donne. Sul forum della QM c’è chi sostiene che le donne forti siano un parto dell’immaginazione maschile, probabilmente di qualche beta che si fa i seghini fantasticando sulle amazzoni o sulle valchirie. Voglio sperare che non sia così e che esista qualche femmina eroica anche fuori dalla finzione letteraria.

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  2. Io farei uno schemino semplicistico solo per cominciare a intenderci sulla questione.

    In origine era il donnismo. Che sia biologico/innato/culturale etc. poco importa adesso.

    Il femminismo è una ideologia donnista. Anche il marianesimo è una ideologia donnista.

    Il femminismo di sinistra è una interpretazione marxista del donnismo.

    Il femminismo di destra è una interpretazione religiosa del donnismo.

    Il femminismo liberale/libertario potrebbe essere una interpretazione illuministica del donnismo.

    Comunque tutti fallimentari.

    Anche il wokismo è una interpretazione marxista (oppresso/oppressori) con una pisciatina di Foucault, che quindi non sorprende abbia tra le altre molte cose anche una sua propria componente donnista.

    Solo che la componente donnista del wokismo ha prodotto un femminismo (intersezionale) che è il più divertente di tutti e che con gli altri femminismi non ci azzecca niente.

    Mi sono trovato su Twitter in mezzo a una discussione esilarante (mi pare la riportai anche) tra una femminista non-woke e un woke riguardo all’uso dei bagni femminili per le persone trans.

    Il tutto ruotava intorno al terrore della femminista per la possibile visione di un pene (l’arma naturale maschile finora valevole per ogni donnista) e il woke per cui il pene di una trans è innocuo e innocente.

    Fa molto ridere.

    Il wokismo è l’ultima incarnazione in ordine di tempo di molte ideologie cretine, che a furia di essere vomitate e mangiate (e rivomitate e rimangiate) ha prodotto uno spettacolo comico di gente vestita letteralmente da pagliaccio.

    Il donnismo, al contrario, si vestirà sempre da gran signora.

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    1. si, non sono sicurissimo che tutto derivi dal marxismo, perché se fosse il caso mi aspetterei di vedere una sorta di impostazione materialista, o comunque un vago atteggiamnto di “focalizzarsi su allocazione di risorse”, questo in un qualche vago modo dovrebbe portare le persone a parlare di banche e di eserciti e di potere materiale, invece per qualche motivo sembra che i woke si stiano focalizzando su fenomeni intangibili e indefnibili, e infatti ribattere alle loro accuse e le loro violente invettive spesso è questione di rimarcare concetti e parole.

      Il woke infatti è noto per come ridefinisce una parola, ma non ti concede ti chiedere il suo significato una volta che è ricreato da zero.

      Un woke utilizza la “verità assiomatica”, la “verità emotiva”, oppure l’assolutismo. Ovviamente non lo chiamano “assolutismo”, lo chiamano in un modo diverso magari “diritti umani” oppure “ambientalismo”, vedi te i vari esempi, il fatto è che sono assolutisti, o anche “bigotti”, nel senso che sono paragonabili a quei tizi che hanno la bibbia in casa e il tempo per leggerla ma non lo fanno perché per loro bastano “l’autorità del parroco” e “l’autorità del polizoitto” e basta.

      E infatti titrovi semplicemente a discutere con dei mega bigotti, gente veramente di basso profilo, violenti, ferali bestie che sembrano spuntate dalle giungle di mowgli.

      Alcuni di questi “woke” professano di essere “credenti” e dicono di seguire “la scienza”, ma per qualche motivo loro immaginano “la scienza” come qualcosa che fluttua nell’aria, e che viene “data”, estiste l’idea della “scienza” che appare dal niente e in un nonsocome benedice la loro vita, come una imposizione divina in pratica, quelle esperienze che la religione ben conosce. I woke non pensano che è l’uomo che con la sua attività pratica scienza, cioè non vedono da dove deriva, loro pensano proprio che “la scienza” stia fluttuando nel cielo come uno spettro o qualcosa di simile.

      Io ho sempre pessime sensazioni quando discuto o semplicemente osservo un cosiddetto “woke” o come cavolo lo vuoi chiamare… Mi sembrano bigotti e onestamente mi fanno anche paura, dato che non sono pochi.

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    2. Non mi e’ chiaro il tuo schema.

      Se in origine era il donnismo, e con questo termine immagino tu ritenga quella … “corrente di pensiero” (o scoreggia in corridoio, suona meglio) secondo la quale le donne sarebbero moralmente migliori degli uomini, allora com’e’ possibile che da esso sia sorto il marianesimo?

      Il culto di Maria credo che abbia qualcosa come duemila anni, rinnovatosi a ondate. Il “donnismo”, magari mi sbagliero’, ha la sua origine in Europa, tra il Duecento e il Trecento (stilnovismo in Italia).

      Il femminismo non puo’ essere una ideologia donnista, perche’ le prime femministe lottavano per la parita’ dei diritti (e doveri?) e volevano mettere alla pari uomini e donne. Il femminismo e’ una diretta conseguenza del liberismo e dei principi liberali: sarebbe contraddittorio dire che il liberismo abbia partorito una concezione di donna superiore all’uomo.

      A me sembra, in realta’, che ci siano diversi femminismi succedutisi nel corso degli ultimi due secoli: il primo voleva parita’ di diritti, il secondo invece fa leva sul donnismo per corrompere lo Stato di Diritto e favorire le donne, facendo leva su menzogne varie che hanno una base reale (le discriminazioni di genere) ma che arrivano a conclusioni false (allora le donne devono avere piu’ degli uomini e gli uomini sono delle merde che non devono avere tutela alcuna dalla legge).
      L’ideologia woke e’ anch’essa frutto inevitabile del liberismo: anch’esso parte da basi reali (le discriminazioni per orientamento sessuale etc) e giunge a conclusioni totalmente false (la causa di tutto sono i “maschi bianchi etero”).

      Magari mi sbagliero’, ma non riesco a collegare i punti del tuo schema che sono sfasati, a mio avviso, sia cronologicamente, sia razionalmente.

      Concludendo, dalla mia analisi, e’ deduzione immediata che l’ideologia Woke e’ lo sbocco naturale del femminismo odierno, anzi ne e’ la sua applicazione piu’ zelante.
      E si’, fan ridere anche me, ma questi “meme” proprio in questi giorni stanno mettendo in difficolta’ l’Iran e sappiamo tutti cosa c’e’ dietro queste “rivoluzioni colorate”.

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  3. hanno già iniziato a dare consigli (e a leccare i piedi) a Fontana. Magari sperano di essere invitati a parlare alla Camera, dopo che l’ora non più presente amico Pillon gli aveva fatti parlare al senato

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    1. Han fatto benissimo, e non gli hanno leccato i piedi: infatti sono stati rispettosi ma in un passaggio hanno criticato la Lega (CODICE ROSSO) e non gli hanno né citato la Bibbia né cantato “niente negri” dei tifosi dell’Hellas Verona per metterlo a suo agio – invece con Putin usano “Operazione Militare Speciale” invece di “guerra” per metterlo a suo agio.

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  4. mi viene in mente che ai tempi del ritiro americano dall’Afghanistan e del repentino ritorno dei talebani al potere, su la Fionda si interrogavano retoricamente “e come mai non ci sono i battaglioni di donne afghane contro i maschilisti? Dove sono le femministe??? le donne non corrono rischi! non è nella loro naturaaaah”, oggi che in Iran ci sono tantissime ragazze e ragazzi che la vita la rischiano eccome per la libertà, cos’hanno da dire? ah già sono tutti burattini della Cia

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    1. Nel caso dell’Afghanistan era molto più facile: bastava utilizzare le armi che già avevano e potevano sterminarli.
      Si facevano arrivare il gas nervino dalla Cina e lo mettevano nelle testate dei razzi americani, e gassavano a saturazione tutto il teritorio dove c’erano talebani.
      Poi se qualcuno si lamentava dicevano che non sapevano chi era stato e che forse la colpa era dei servizi segreti nordcoreani e dell’Uganda.

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    2. Guarda che in questo caso quelli de La Fionda hanno detto la verita’.

      Anche in Iran protestano al 99% uomini, le donne sono una sparuta minoranza.

      Sei il solito diversamente onesto, Paolo.

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    3. vorrei capire she credi sul serio di aver fatto una osservazione intellettuale o qualcosa del genere. Io non sto ridendo in questo momento. Era una battuta? Non fa ridere.

      Sono praticamente solo uomini a spendere le energie per idee e sono i primi che crepano per causa di gente come te che crede alle stronzate e alle favole del femminismo.

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    1. Quello della foto credo sia vecchio, ne ho messo uno a caso tanto sono tutti corazzati, era solo per far vedere la corazzatura.
      I miei figli hanno entrambi il BV 8800 con camera a infrarossi da 20 megapixel, regalo dei nonni, mio figlio prima aveva un altro Blackview meno avanzato e mia figlia uno Xiaomi, quelli li hanno regalati a nonno e nonna che ora hanno anche loro i telefonini “moderni”.
      La fotocamera ha pure due illuminatori a infrarossi invece che uno e il gruppo è esteticamente molto più piaceole degli obbiettivi dell’iPhone che sembrano raggruppati li’ alla rinfusa:

      Quasi comica la recensione di TechRadar che si sforza di trovare difetti e ne indica tre:
      Quello che è un PREGIO ovvero il sistema operativo Doke, che pur rimanendo compatibile con Android è migliore in qualche dettaglio e più piacevole.
      Il fatto che è pesante: pensa un po’, han fatto la scoperta dell’acqua calda – è il telefono più corazzato al mondo. Tra l’altro questo è micidiale: il vecchio Blackview di mio figlio aveva rinforzini di alluminio, che sono meglio della plastica ma non di tantissimo, questo ha titanio con sotto gomma. E’ lo stesso principio delle corazze dei carri armati: uno strato duro con dietro uno strato più morbido ed più elastico: anzi qui il principio si esprime al massimo perché deve essere antiurto e non anti-proiettili perforanti, nei carri armati devono metterci titanio o acciaio più dolci dietro e non rendono bene come la gomma nel semplice anti-urto: le due lastre di metallo per quanto la seconda sia più dolce non minimizzano le vibrazioni interne, questa soluzione si.
      E poi c’è il difetto Windevine L3 che non ho idea di cosa sia.
      https://www.techradar.com/reviews/blackview-bv8800-rugged-smartphone

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      1. cristo santo sto cinafonino ha pure una versione custom di android. si impegnano veramente tanto. Mi aspettavo un semplice android con qualche skin o icone diverse. Bello, sopratutto il prezzo è bello. E la batteria è enorme.

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        1. Ce l’hanno le marche cinesi serie le versioni custom di Android, il migliore in assoluto non si sa se sia OxygenOS della OnePlus o Doke della Blackview, poi c’è il MII della Xiaomi.
          Doke 3 del BV 8800 è questo:
          https://promo.blackview.hk/os3/
          E questo è OxygenOS:
          https://www.oneplus.com/oxygenos13
          Se la giocano, ma c’è un però: lo OnePlus costa un sacco – la metà dell’iPhone a parità di caratteristiche ma sempre tanto, il Blackview ha qualche downgrade qua e la’ ma costa la metà dello OnePlus e un quarto dell’iPhone, ed è campione per corazzatura, antipolvere, è subacqueo (in teoria è testato per rimanere 30 minuti a 3 metri di profondità, da nuovo potrà fare anche meglio, da usato di brutto non mi fiderei: di sicuro anche da vecchio resiste alla caduta in una pozzanghera ma da usatissimo non ci farei il bagno in mare)

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        2. Lo OnePlus vale la pena solo se sei appassionato di foto: l’ammiraglia ha una macchina fotografica della Hasselblad. E’ il miglior produttore di fotocamere al mondo, la differenza grossa si vede nelle foto notturne e in condizioni difficili, ma è un telefono normale che fa foto eccellenti molto simile all’iPhone, l’altro è più da Rambo: corazzato e con visore notturno da 20 megapixel, la fotocamera normale è una Sony standard da 50 megapixel: foto più che buone ma nella media.
          il Blackview ha il display da 90 Hz che nella recensione di Techradar valutano “stupendo” ma lo OnePlus ce l’ha addirittura a 120 Hz. L’iPhone 13 ce l’ha a 60 Hz e costa quasi 1000 euro.
          Li conosco abbastanza bene entrambi perché mia figlia voleva lo OnePlus ma i nonni hanno risposto picche: costa troppo.
          E poi si è fregata perché mio figlio è stato promosso con la media dell’8, lei del 7 e così ha fatto brutta figura.

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    2. Letto ora: il difetto Windevine L3 sarebbe che se guardi i film in streaming sul telefonino non li visualizza a più di 480p.
      Però se li scarichi invece che guardarli in streaming poi te li guardi alla risoluzione che vuoi: conviene di sicuro la 720p e non di più.
      Fai conto che io sul tablet da 13,3″ – quindi diagonale doppia di sto telefonino – non distinguo il 720p dal 1080p, quindi di sicuro su questo schermino non c’è differenza ed essendo così piccolo mi sa che pure il 480p rende molto bene (persino sul 13.3″ il 480p non è niente male, l’unico che ti fa soffrire è il 360p).

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  5. @Fritz

    Chiamo “donnismo” l’ideologia che, dalla preistoria a oggi, si impegna attivamente affinché il fattore k nella formula di RDV sia il più grande possibile.

    https://altrosenso.wordpress.com/2019/06/17/fmkm/

    Ideologia blasfema, tra l’altro, al punto da credere per fede cieca che una donna umana possa essere la “madre di dio” (in virtù della sola pancia che in certi momenti le si gonfia non tanto misteriosamente).

    E no, non mi interessano le compensazioni (vere o presunte) alla controparte maschile che la tradizione ritiene di concedere come fossero la grazia dell’imperatrice al povero disgraziato.

    Per me non è questione di compensazioni perché non sarei felice lo stesso se mi graziassero la testa per tagliarmi comunque la mano.

    Riguardo al neoliberismo non so che rispondere perché, come ho già detto altrove, non capisco a cosa vi riferiate.

    Il liberismo (che più propriamente sarebbe la teoria economica classica, io lo chiamo genericamente capitalismo) è nei suoi aspetti sociali e economici fondamentalmente contro lo Stato per la tendenza che costituzionalmente ha di opprimere l’individuo.

    Così che fa molto ridere credere che un liberista, il quale a stento pagherebbe l’istruzione pubblica, possa essere il fautore dell’idea di pagare una insegnante aggiuntiva di femminismo. Un liberista direbbe: pagati una scuola privata, se vuoi, insegna ai tuoi figli quello che ti pare, ma non scassare la minchia alla collettività di individui che hanno altre idee.

    Un liberista direbbe anche che se ne sbatte allegramente dal profondo del cuore se due individui di comune accordo decidono di formare una coppia. Forse è questo che vi confonde.

    Ma è normale per un liberista essere insofferente rispetto a un problema che vede soltanto burocratico. Un liberista risolverebbe così: facciamo che i due individui dell’esempio scrivono i loro impegni sul primo pezzetto di carta che trovano (va benissimo anche la carta igienica) e lo consegnano al primo vigile urbano che vedono per strada in rappresentanza dello Stato. È già tanto disturbo questo per un vero liberista.

    Temo che vi confondiate con quello che un tempo si chiamava “terza via” ovvero un miscuglio apocrifo di liberalismo e socialismo.

    Ma il liberismo, il neoliberismo, il turboliberismo (vroom, vroom) o come lo chiamate è soltanto una vostra distorsione mentale che con la teoria che ho studiato non ci azzecca niente.

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    1. @Blu

      Premessa: prima di rispondere ho letto piu’ volte sia il tuo commento sia l’articolo di RDV. Trovo questa discussione molto interessante, sicuramente ho appreso cose che non conoscevo.

      Io tuttavia non riesco a cogliere ne’ giustificare l’angolazione con la quale affrontate la questione “donnismo”.

      Le societa’ tutte per la loro realizzazione chiedono agli uomini (e molto meno alle donne, piu’ tardi spiego perche’) di rinunciare a parte della loro liberta’ per cooperare.
      In assenza di cio’, ritengo che in epoche preistoriche l’antenato della societa’ fosse la tribu’, capeggiata da uomini e dominata da uomini e nella quale le femmine non erano un ente attivo, ma una risorsa.

      Il concetto stesso di guerra e’ attribuibile alla carenza di donne e altre risorse. Abbiamo innumerevoli esempi (forse il piu’ famoso il ratto delle Sabine) di come l’uomo considerasse e considera tuttora le donne come una risorsa e non come un ente suo pari.

      Le donne hanno un plusvalore sessuale, e valgono per cio’ che sono (il destino di una donna e’ scritto nel suo aspetto fisico) ma l’uomo di base annulla questo plusvalore con la sua abilita’ e forza fisica (lo stupro, che e’ tra l’altro una delle maggiori fantasie femminili per motivi evoluzionistici).
      L’assenza della societa’ e dei diritti/doveri, dunque, non mette le donne ad un livello superiore agli uomini ma al contrario le mette ad un livello assai inferiore: non esiste nessun femminismo ne’ donnismo in una societa’ primitiva.

      Dunque nelle societa’ piu’ avanzate sono gli uomini a sacrificare una parte della loro liberta’, rinunciando allo stupro e alla violenza fisica per ottenere del sesso che, ripeto, e’ il controbilanciamento al plusvalore sessuale femminile. D’altra parte questa rinuncia non e’ chiesta a queste ultime, le quali possono continuare a sedurre con il loro corpo gli uomini e manipolarli senza che questi possano bilanciare con l’abilita’ e la forza: la societa’ intesa come quella che viviamo oggi avvantaggia le donne e non gli uomini, per cui l’equazione F=(1+k)M mi risulta verificata esattamente nelle societa’ occidentali.

      Puo’ sembrare difficile da digerire, ma i mussulmani hanno corretto con il burqa questo sbilanciamento ri-livellando e ri-annullando il plusvalore femminile per par condicio alle mani legate degli uomini. Si noti come mi sforzo di essere neutrale nel dire certe cose, e invito chi mi legge di fare altrettanto senza andare in escandescenza.

      Il corteggiamento maschile e’, in altre parole, un costrutto sociale (intendo nella razza umana): l’uomo cerca di metaforizzare il suo potere, la sua intelligenza, abilita’ e forza fisica cercando di penetrare la psiche femminile. Il corteggiamento e’ la metafora piu’ arcobalenata che esista dello stupro, ne e’ la sua versione piu’ “light” per motivi evoluzionistici: tra tribu’ e clan ci si prendeva a mazzate, come detto. Le donne erano risorse, e quando un uomo provava a stuprarla era possibile che altri uomini facessero altrettanto o da soli o in gruppo per la stessa donna, da cui evoluzionisticamente l’uomo ha imparato a “sondare il terreno” per ridurre il rischio di vedersi fracassata la testa poco dopo aver messo il suo pene nella vagina della malcapitata di turno.

      La societa’ “evoluta” e’ una conseguenza inevitabile dunque di un ambiente primitivo altamente instabile dove gruppi/tribu’ sempre meglio organizzati riuscivano a sopraffare quelli meno coesi: la selezione darwiniana, se vogliamo chiamarla cosi’, ha fatto poi in modo che queste si evolvessero nelle societa’ odierne.

      Ma in tutto questo, la donna ha sempre avuto un ruolo passivo di risorsa, mai o quasi mai di ente attivo. Fino a pochi decenni fa erano pochi gli uomini che avrebbero pensato che le donne sono al loro livello, ti posso suggerire a tal proposito alcune interviste di Pippo Fava a contadini di ambienti depressi e rurali per renderti conto di quale fosse la mentalita’ fino a 50-60 anni fa.

      Sul liberismo non ho niente da obiettare, sei stato molto chiaro e ti ringrazio.

      Sul Neo-Liberismo: e’ la versione globale del liberismo. E’ il capitalismo americano di stampo oligarchico che si fonda su un valore fittizio della moneta e sul consumismo. Le donne vengono spinte in alto per costringere gli uomini a inseguire standard sempre piu’ alti, producendo al massimo.

      L’entrata delle donne nel mondo del lavoro consente di abbattere i salari, per questo i Padroni del Vapore spingono tanto a favore del nazi-femminismo. Il Wokeism esiste per la stessa ragione.

      La ragione del femminismo e’ infine il principio liberale secondo il quale uno vale uno: non puo’ esistere femminismo senza il principio di uguaglianza.

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      1. Fritz, non ci troveremo mai d’accordo, ma è giusto così.

        Per me, per esempio, è abbastanza folle mettere insieme capitalismo e oligarchia.

        Il capitalismo per definizione è per la concorrenza (altrimenti non è).

        Esistono oligopoli (naturali) ma sono severamente normati. È chiaro che in alcuni momenti possono temporaneamente formarsi anche monopoli ma capita più che altro perché il capitalismo va più veloce della legge. Poi vengono bastonati.

        Il capitalismo oligarchico esiste, ma è quello russo e cinese.

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        1. @Blu

          Per la verita’ io sono d’accordo con tutte le definizioni che hai dato. Sono d’accordissimo anche con la definizione che hai dato di Capitalismo, io non avrei saputo dirlo meglio ma sul concetto la pensiamo uguale (e ritengo che solo i complottari non abbiano capito cos’e’ il capitalismo).

          Il capitalismo inteso nel senso moderno, ritengo, nasca nell’Italia Centro-Settentrionale con l’avvento dei Comuni.
          Prima di allora la concorrenza veniva controllata pesantemente dai governi centrali (regni o imperi che fossero).

          >>Per me, per esempio, è abbastanza folle mettere insieme capitalismo e oligarchia.

          Esistono oligopoli (naturali) ma sono severamente normati. È chiaro che in alcuni momenti possono temporaneamente formarsi anche monopoli ma capita più che altro perché il capitalismo va più veloce della legge. Poi vengono bastonati.
          >>

          Dicevo esattamente questo: la concorrenza converge inevitabilmente in una oligarchia. Anche Marx nel suo celebre libro lo ha spiegato in maniera quantitativa.

          Il venire “bastonati” di cui parli e’ semplicemente l’intervento del governo centrale, ovverosia una “interruzione momentanea” del regime economico capitalista con una pausa di socialismo per poi riprendere: e’ un ciclo continuo; col Neo-Liberismo questo ciclo si e’ interrotto perche’ lo Stato stesso e’ ormai controllato dai mercati. E’ il mercato che bastona lo Stato adesso, non il contrario.

          Non sono d’accordo infatti col definire il capitalismo occidentale diversamente da quello russo e cinese (Musk, Bezos, Gates, Buffett etc cosa sono per te?). Infatti in Occidente, negli ultimi 70 anni, non c’e’ mai stata una sproporzione cosi’ grande in termini di risorse tra ricchi e poveri. E il divario sembra aumentare.

          Con la differenza che i ricchi questa guerra coi poveri, in questo momento storico, sembra proprio che l’abbiano vinta, e in modo schiacciante.

          Sul tema del donnismo: ho letto tutti e tre i link di Frank, secondo i quali se ho ben capito il donnismo e’ addirittura un fenomeno piu’ recente da collocare nell’era moderna post-bellica e indotto dai media/mainstream.
          Io penso che il donnismo nasca secoli prima: coi minnesaenger e le poesie stilnovistiche cominciamo a vedere diffondersi un’idea di donna dalla morale superiore, ispiratrice degli uomini e santa, buona e gentile per definizione, di cui do un esempio: https://it.wikipedia.org/wiki/Tanto_gentile_e_tanto_onesta_pare

          Prima dell’anno Mille dubito fortemente che siano esistite, in forma cosi’ copiosa e diffusa, testi e uomini che esaltassero le donne in questa maniera. E adesso vorrei fare una riflessione sulla genesi di questo fenomeno.
          Se guardiamo all’intera Storia dell’Europa (che definire continente fa semplicemente ridere, nessuno conosce i confini di questa fantomatica “Europa” ma tutti sapremmo dire quali paesi con certezza ne fanno parte e quali no), la civilta’ che ha dato maggiore impulso all’evoluzione umana e’ quella sviluppatasi sulle coste del Mediterraneo (Fenici, Greci, Romani etc). Queste civilta’ erano anche quelle dove la distinzione, civile, morale e valoriale tra uomini e donne era maggiore: a nessuno di loro sarebbe mai venuto in mente di scrivere i versi di Dante su una donna perche’ l’avrebbero trovato ridicolo.
          I popoli che abitavano piu’ a nord, come i Celti e i Germani, avevano (e hanno) una cultura assai differente dove la distinzione uomo/donna era meno marcata sul piano civile, morale e valoriale ed esistevano ruoli riconosciuti alle donne. Con ovvie eccezioni naturalmente (i longobardi mi risulta fossero piu’ duri degli stessi romani con le donne, ma era appunto una eccezione).

          Io ritengo che il “donnismo” nasca esattamente dall’influenza del mondo celto-germanico sulle altre culture. Cio’ che affermo e’ possibile anche visualizzarlo su un Atlante geografico: i paesi con maggiore componente germanica sono anche quelli piu’ femministi. NON E’ UN CASO.

          (Negli USA la componente etnica maggiore e’ quella tedesca).

          L’atteggiamento “femminino” di tali popoli era anche manifesto nelle loro culture: i celti, notoriamente, sono famosi per avere preso sberle praticamente da chiunque, cacciati dalla Val Padana prima e dalla Gallia e Iberia poi per rifugiarsi – i pochi superstiti – in quella che noi oggi chiamiamo Irlanda: molto chiacchiere e distintivo, i celti si sono fatti massacrare da qualunque popolo abbiano incontrato.

          Comportamento non molto diverso per i germani, i quali attaccavano spesso con delle imboscate e/o a tradimento, e le donne erano parte semi-attiva: il crollo dell’Impero Romano d’Occidente (auto-distruttosi) ha permesso che una minima parte della loro cultura influenzasse quella greco-romana. Dico una minima parte perche’, si sa, in realta’ i germani sono stati romanizzati (Carlo Magno) ed e’ la cultura greco-latina che ha soppiantato la vecchia cultura celto-germanica: tuttavia, sospetto che qualcosa oltre il Limes sia sopravvissuto e sia passato anche dalla nostra parte.

          Infine, voglio fare presente un curiosissimo dato: tra le razze umane (o chiamiamole etnie, senno’ Paolo e Fantaghiro’ si offendono) quella dove c’e’ una maggiore differenziazione tra i sessi e’ quella nordica (cioe’ un celto maschio e un celto femmina differiscono molto di piu’ di un maschio romano e una femmina romana).

          Cio’ significa che nel gruppo celto-germanico i tratti cognitivo-comportamentali tra maschi e femmine sono significativamente piu’ divergenti di quanto lo sono negli altri gruppi (attenzione: cosa molto diversa da dire quale gruppo etnico e’ piu’ “femminino”: io sto dicendo altro).

          Altro e ultimo dato che voglio dare: il “donnismo” non e’ soltanto tipico delle culture celto-germaniche, ma e’ anche vero che altrove, dove questa cultura non e’ mai arrivata o ha scarsa influenza, non c’e’ proprio traccia di questo presunto donnismo. Basti pensare a Cina, Corea e Giappone (quest’ultimo paese davvero maschilista anche oggi, nel 2022).

          Dunque il donnismo e’ indotto, e non sorprende che dove la polarizzazione tra i sessi e’ massima cio’ possa avvenire. La societa’ occidentale, come detto, e’ un supporto ai piu’ deboli, senza dominerebbe la legge del piu’ forte e dunque, le donne, ritornerebbero a fungere da risorsa e niente piu’.
          Il problema della nostra epoca e’ quindi la concorrenza “tra sessi”: l’uomo non ha piu’ le sue “naturali leve” per competere nel mercato relazionale, mentre le donne non soltanto le hanno tutte a disposizione, ma le usano brutalmente per continuare a zavorrare l’uomo. Per questo, tra i miei interventi, auspico al “buon costume” femminile (basta tette e culi in giro). Non e’ bigottismo, e’ una sana e lucida constatazione della realta’.

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        2. X Fritz

          Ti ho già detto quanto mi ripugnano le tue idee? Sì l’ho già detto ma lo ripeto.

          Comunque se ti piace la legge del più forte smettila di lamentarti che gli USA ci dominano dal 1943, dato che hanno vinto la guerra sono più forti (anche se femministi) di noi e secondo la legge del più forte che piace a te, valgono più di noi hanno diritto di dominarci

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        3. @Paolo

          Ma dove ho affermato che voglio ritornare allo Stato di Natura?

          Non ho mai detto che voglio una societa’ dove vige la legge del piu’ forte. Ho ribadito in realta’ l’opposto: e’ il regime democratico che converge inevitabilmente verso la Legge del piu’ Forte perche’ se si da’ lo stesso potere a tutti gli individui si favorisce inevitabilmente quello con piu’ “potenziale esprimibile”.

          Gi stati occidentali non sono infatti delle democrazie se non di facciata. Sono regimi socialisti, dove c’e’ una assistenza continua verso il piu’ debole (le donne) che e’ finita per corrompersi, perche’ e’ scarrellata verso il dominio delle minoranze/deboli frantumando la scala valoriale meritocratica. Anche nel Fascismo c’era socialismo, e d’altra parte l’Italia cosa e’ stata dal dopoguerra ad oggi? Un regime socialista, la democrazia e’ solo di facciata.

          Il regime democratico e’ quello piu’ fragile, per questo piu’ penetrabile da potenze straniere: gli americani sono gli “esportatori di democrazia” esattamente per questo motivo.

          Un sistema di governo auspicabile ritengo sia quello sociale dove pero’ bisogna rendere la scala meritocratica punto centrale, e quindi tutelare i piu’ deboli ma allo stesso tempo non dare loro possibilita’ di corrompere lo stato di diritto.

          Per questo toglierei diritto di voto a donne e zerbini.

          Non mi pare di avere pero’ detto di impedire loro la libera espressione nella vita privata: facciano quel che vogliono, ma nella sala dei bottoni sono ammessi solo quelli bravi e basta.

          Per il resto, ovviamente ti scandalizzera’ forse il dimorfismo sessuale tra razze umane perche’ ovviamente per te non esistono: comprati il libro di Barbujani e sventolalo il sabato sera nelle piazze, cosa debbo dirti? Le razze esistono, fattene una ragione, e le differenze tra razze, tra sessi, esistono e le vediamo tutti i giorni.

          Poi una cosa e’ dire che le differenze esistono, un’altra e’ usare queste differenze per imporre fantomatiche teorie complottare e/o teorie d’odio razziale, cose dalle quali sono distante anni luce.
          Sono favorevole infatti all’immigrazione (se controllata), e sono favorevole all’emancipazione femminile.

          Non sono come quello la’, che vorrebbe le femmine rintanate in casa a fare le casalinghe perche’ ha paura che il mandingo negro che tosa l’erba del giardino accanto la ingravidi al posto suo.

          Si’ all’emancipazione femminile: con le proprie gambe pero’, con pari diritti e doveri (se non vogliamo rinunciare alla pagliacciata della democrazia) e senza aiutini.

          Il problema, Paolo, sai qual e’? Che questo mondo idilliaco a cui auspico e’ impossibile: dare pari diritti a donne e zerbini implica l’inevitabile corruzione perche’ sarebbe come fare entrare nel bilancio economico familiare anche i bambini di cinque anni.

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        4. Se toglieresti il voto alle donne non sei per la loro emancipazione chi non ha diritto di voto è come un bambino non è emancipato le donne e quelli come me sono come bambini secondo te però i bambini non sono tenuti neanche a lavorare e a pagare tasse mantienici allora

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        5. @Paolo

          Ma ti definisci da solo zerbino? Io comunque non lo ho detto.

          Il tuo discorso e’ un po’ confuso pero’. Io di base sono liberale, il mio motto principale e’ “vivi e lascia vivere”. Non metterei mai paletti sulla vita privata delle persone: che siano gay, lesbiche, bisessuali etc Per me, il singolo, come gestisce la sua vita, non sono affari miei e nemmeno dello Stato il quale non dovrebbe metterci il naso.

          Emancipare le donne? Si’, se si intende con questo termine lasciare che si rendano indipendenti: lavorano, si mantengono da sole e pagano le tasse ESATTAMENTE COME TUTTI GLI UOMINI.
          Un uomo e una donna vanno a vivere insieme, si sposano etc. Poi divorziano: lo Stato deve continuare a farsi i cazzi suoi; ognuno si fa le valigie, la casa e’ mia? Me la tengo io, dunque le valigie se le fa lei: ciao ciao e “next”, nel mio gergo. A parti invertite ovviamente stessa cosa.

          Sono contro l’ostentazione della trasgressione; in ambienti pubblici e nel pubblico niente cazzate, niente drag queen, niente zoccole con jeans aderenti o tette al vento: andate a fare le cagne e finocchioni nei luoghi appositi (discoteche, pub o club che siano). Sono per la sobrieta’ pubblica perche’ cio’ significa RISPETTO per il prossimo (ovviamente stesso discorso per i cani che ragliano e abbaiano da mattina a sera, cosa che BANDIREI dai centri abitati con regolamentazione e pene severe per chi trasgredisce) che sia visivo, uditivo etc

          Il diritto di voto perche’ lo voglio togliere alle donne, dunque? Le voglio lasciare libere di fare tutto (finche’ non oltrapassano il confine del decoro pubblico), dirai, quindi sono contraddittorio?

          No, affatto. Perche’ se dessimo diritto di voto a persone perennemente immature e che ragionano in maniera puramente opportunistica – come stiamo facendo ora – ritorneremmo punto e a capo alla situazione odierna.

          La QM e’ infatti l’inevitabile conseguenza del c.d. “Principio di Uguaglianza”, che e’ un grosso fraintendimento dell’Occidente: pari dignita’ non significa pari diritti e doveri.

          Per me, uomini e donne hanno pari dignita’, nel senso che hanno egual valore dinanzi all’arbitro della legge. Non hanno pero’ pari capacita’ e pari peso politico, sociale e intellettuale e, pertanto, la parola di una donna non puo’ valere che meno di quella di un uomo. Basti pensare quanti poveri cristi sono stati decapitati da queste gentil donzelle a suon di false accuse.

          E bada, parlo di quelle che si conoscono, di false accuse. Basta leggere un po’ di letteratura dei secoli scorsi per accorgersi che le “puelle” non erano certo nuove a mandare in galera innocenti – qualita’ che intravedo in te e Fantaghiro’ – perche’, Paolo, cio’ che non capisci e’ che le donne sono manipolatorie e puramente opportuniste.
          Una grossa fetta di uomini, di fronte alle portatrici di vagina, si rincoglionisce talmente tanto che le fanciulle in questione se li girano e se li lavorano come vogliono: e’ per questo che le donne stentano a credere che gli uomini siano tanto intelligenti. Come darle tutti i torti? Se contassimo il numero di coglioni che si farebbero pisciare pure in bocca per un pelo di figa, e che si ridicolizzano ai loro occhi, tutti i torti non li hanno.

          E’ cosi’ Paolo, fattene una ragione. Mentre ero in vacanza con gli amici ci raccontavamo proprio di ‘ste scene che vedevamo ai ristoranti o nei mezzi pubblici, dove c’erano reazioni degli addetti ai lavori totalmente diverse a seconda se rispondevano ad un maschio o ad una femmina.

          Molti uomini sono dei beta totali, di fronte alle femmine diventano dei coglioni da pigliare a calci e si’, in un mondo migliore neanche questi dovrebbero avere diritto di voto.

          Il motivo penso di avertelo spiegato: una volta dato il diritto di partecipazione alla cosa pubblica di questi idioti (e idiote), ritorneremmo in un attimo nella situazione in cui siamo adesso.

          Dunque, dare diritto di voto alle donne e auspicare ad una legge paritaria tra i sessi e’ un ossimoro, una utopia, qualcosa di irrealizzabile per logica deduzione.

          E ritengo che i morti di figa – hai letto la risposta a blu? – siano quota maggiortaria in quel bel mondo celto-germanico che un noto blog di presunti PUA in pensione (il redpillatore) osannano tanto.

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        6. @Paolo

          >>Magari ci fosse il vero socialismo internazionalista e marxista in italia>>

          Io ritengo che l’Italia fino alla caduta di Craxi fosse uno stato fortemente socialista, ma con sovranita’ limitata e infatti quando abbiamo superato certi limiti imposti ci hanno bloccati (vedi omicidi Mattei, Olivetti etc).

          Non sono convinto che il marxismo risolva tutti i problemi. Certamente puo’ essere un sostegno alle fasce piu’ deboli ma dubito che le donne lo accetterebbero veramente.

          Sul resto concordo con Blue su tutto l’aspetto economico ma continuo a trovare incongruenze tra la genesi del donnismo e il femminismo a cui infatti ho dato una risposta a parte prima: il donnismo e’ qualcosa che nasce dagli ambienti celto-germanici, anche se confesso che mi sfuggono alcuni collegamenti.

          Appena avro’ tempo argomentero’ meglio.

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        7. X Fritz

          se ti definisci liberale dovresti sapere che uno dei cardini del pensiero liberale è “niente tassazione senza rappresentanza” (hai presente la guerra di indipendenza americana?), se vuoi togliere il diritto di voto a tutte le donne e a molti uomini non puoi pretendere che paghino le tasse. In un’ottica liberale uno Stato che mo vieta di votare persone o partiti che tutelino i miei interessi non può chiedermi soldi.

          anche affermare che uomini e donne sono uguali davanti alla legge ma non devono avere gli stessi diritti politici è molto contraddittorio. Nel tuo mondo ideale sia donne che uomini possono beccarsi il massimo della pena in un processo ma le loro testimonianze hanno valore differente in base al sesso, è follia reazionaria..

          Tu parti dal presupposto che le donne valgono meno degli uomini dal punto di vista intellettuale, io sostengo che hanno lo stesso valore. Adesso dirai “ma perchè non esiste un Dante, un Galileo femmina blabla?” tutte cose a cui ti ha risposto Fantaghirò e prima di lei Virginia Woolf (Una stanza tutta per sè), tu hai continuato a sminuire le donne che sono state capaci dio creare arte, denigreresti anche Marie Curie e Rita Levi Montalcini. Comunque, le Costituzioni di tutti i paesi democratici e civili stabiliscono che le donne possono eleggere i propri rappresentanti come possono farlo gli uomini, è giusto così.

          Il tuo bigottismo contro jeans aderenti e drag queen si commenta da sè, sarai contento di sapere che nell’attuale governo alle pari opportunità c’è una donna che su questo la pensa come te.

          Quanto al definirmi zerbino, veramente è il 99% di chi commenta qui che mi considera uno zerbino, e a me va benissimo: essere disprezzato dagli anti-femministi mi da’ gioia. Se le mie idee fanno di me uno zerbino secondo la maggior parte dei commentatori anti-femministi, ebbene sono uno zerbino.

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        8. @Paolo

          Infatti ho detto “di base sono liberale”, non mi sono autodefinito liberale al 100%.

          Che uomini e donne avessero pari dignita’ davanti alla legge era vero anche 500 anni fa, non c’e’ nessuna contraddizione. Altrimenti arriviamo anche a dire che pure un falegname puo’ curare le malattie perche’ e’ un suo diritto?

          E’ chiaro il concetto che ho espresso, inutile vedere contraddizioni dove non esistono.

          Sapevo che avresti tirato fuori la famosa frase americana. Ebbene questo e’ uno dei punti che non mi piacciono dei principi liberali: sarebbe corretta se chi viene tassato, al netto, produce piu’ di quanto consuma. Peccato che per le donne non e’ cosi’, consumano piu’ di quanto producono (misi un link con paper relativo in questo blog, non ricordo dove).

          Quindi io quella frase la correggerei cosi’: “tassiamo tutti coloro che producono, ma solo chi produce piu’ di quanto consuma ha diritto di voto”.

          E le donne non rientrano in questa categoria.

          Comunque il concetto e’ anche ben piu’ complesso, ma riguardo i punti da te sollevati credo di essermi spiegato. Non ci sono contraddizioni.

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        9. X Fritz
          Col tuo sistema votano solo i ricchi come nell’ottocento cioè solo i ricchi con il pene poiché solo loro sono meritevoli secondo te la meritocrazia è la vera truffa e tu sei un liberale ottocentesco cioè un reazionario classista e maschilista oggi sei la sintesi di tutto ciò che contrasta coi miei ideali e la cosa peggiore è che ti credi razionale se tu fossi il solito tradizionalista religioso almeno faresti ridere

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        10. >>>
          Io ritengo che il “donnismo” nasca esattamente dall’influenza del mondo celto-germanico sulle altre culture.
          >>>
          Ipotesi alquanto bizzarra, e in contraddizione con le teorie di Claudio (a mio parere sensate) sulla Grande Madre Mediterranea.
          Il culto della Madonna, da cui è stato ipotizzato derivi il donnismo, è prettamente mediterraneo.*
          Il femminismo egualitarista di stampo nordico ha ben poco a che fare col femminismo donnista italiano; semmai il suo più grave torto è lo scadere nella misandria.
          Inoltre: noi SIAMO anche Celti, sarà perché io sono del Nord Italia ma mi è molto chiaro che prima dei Romani buona parte del Mediterraneo era composta da popoli Celti e che il loro retaggio genetico e culturale permane in noi, da ben prima dell’anno Mille.
          Perché in effetti non furono “cacciati”, ma integrati nella società romana (il metodo di conquista di Roma questo era).
          Non sono così ferrata in Storia delle popolazioni da confermare o meno che furono un popolo “femmineo”, ma se penso ad altri nordici quali i Vichinghi non è l’aggettivo che mi verrebbe in mente 😅
          D’altronde pare contradditorio pensare che un popolo egualitarista, dove esistevano anche donne guerriere (parlo dei Vichinghi), potesse mettere la femmina su un piedistallo. Chi dà alla donna un valore superiore deve essere un popolo che non ne ha una concezione “cameratesca”.

          Ma tu parlavi principalmente dei celti; e qui mi incuriosisce la tua descrizione di maschi e femmine molto più differenziati (morfologicamente? cognitivamente?). A cosa ti riferisci di preciso? Dove hai letto che fossero tanto più diversi tra loro rispetto ai popoli greco-romani?
          E un concetto che sento per la prima volta. Non sto mettendo in dubbio la tua buona fede, è proprio sincera curiosità: mi piacerebbe approfondire.

          *Bisogna comunque considerare che l’idealizzazione femminile stilnovista era nell’ambito di un’élite culturale, e che in epoche successive non fu poi così tanto praticata. Tra i poeti decadenti ottocenteschi per esempio c’era il mito opposto della donna-vampira, la maliarda che porta alla perdizione.

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        11. >>>
          se dessimo diritto di voto a persone perennemente immature e che ragionano in maniera puramente opportunistica
          >>>
          Invece io voglio una società dove chi mostra un pensiero confuso, ossia si contraddice ogni due per tre (“non penso che le donne sia delle totali incapaci”/”le donne sono persone perennemente immature”) non abbia diritto di voto.
          Mi sembra ragionevole, no?

          Poi a me piacerebbe anche che ci sia più decoro per le strade, trovo irrispettoso che girino persone con espressioni truci e accigliate, quando si è in pubblico bisogna sorridere continuamente. Le persone obese, malformate, con tic vistosi poi non devono uscire proprio di casa, per non urtare la sensibilità estetica altrui. Gli uomini con la pancia gonfia devono mimetizzarla portando ampie giacche tutto l’anno, oppure starsene in casa, dove comunque possono fare tutto ciò che vogliono.

          (preciso che sono ironica: qualcuno potrebbe prendermi sul serio 😂)

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        12. >>>
          la parola di una donna non puo’ valere che meno di quella di un uomo. Basti pensare quanti poveri cristi sono stati decapitati da queste gentil donzelle a suon di false accuse.
          >>>
          Caro mio credi che non esistano persone truffate da spergiuri maschi?
          Beata ignoranza…
          Secondo questo tuo criterio, non andrebbe dato valore alla parola di nessuno, e in sostanza nessuno potrebbe votare.

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        13. >>>
          le “puelle” non erano certo nuove a mandare in galera innocenti – qualita’ che intravedo in te e Fantaghiro’
          >>>
          Mi mancava l’accusa di essere… una falsa accusatrice, una forcaiola di innocenti.
          Potrei anche offendermi, sai? Per fortuna non ci conosciamo dal vivo.

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        14. >>>
          “tassiamo tutti coloro che producono, ma solo chi produce piu’ di quanto consuma ha diritto di voto”.
          E le donne non rientrano in questa categoria.
          >>>

          Aspetta un attimo: come si identifica chi “produce più di quanto consuma”?
          Lo stipendio di un dipendente viene correlato al valore del suo lavoro, e dunque si guarda se spende più del proprio stipendio? O bella, allora perderebbero il diritto di voto solo quelli che si indebitano. Altrimenti di cosa stai parlando, come intendi calcolare questa formula produzione-consumo?
          Ti sfugge poi un particolare: i consumi, se applicati all’interno di un’economia (quindi parliamo di acquisti di beni e servizi, non di utilizzo di risorse pubbliche gratuite), alimentano l’economia stessa; quindi perché penalizzare chi consuma? Semmai si potrebbero mettere incentivi a consumare in modo etico, localizzato, ecc…

          Comunque devo dire, Fritz, che al di là delle inconciliabilità di pensiero tu offri spesso spunti di discussione interessanti.

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        15. @Frank
          Ps: un sistema non può comunque stabilire a prescindere che “le donne consumano più di quel che producono, niente voto alle donne”.
          Per quanto trovi discutibile il principio stesso, se proprio si volesse applicarlo, andrebbe fatto caso per caso. È inconcepibile che una donna che produce più di quello che consuma (fosse anche una su mille) non possa votare, perché con una tale legge la discriminante è il rapporto consumo/produzione, non il sesso del cittadino.

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        16. Edit: l’ultimo commento è, come gli altri, indirizzato a Fritz, non a Frank.
          Maledetto completamento automatico 😂

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        17. @Frtiz
          A proposito del “buon costume”: l’hai capito che è soggettivo, e che man mano che si mettono paletti e ci si disabitua a vedere forme e scorci di pelle femminile, l’asticella del decoro si alza sempre di più? Es. prima si inizia a voler coprire le ginocchia, poi anche i polpacci cominciano a diventare “scandalosi”, poi le caviglie…
          Oltretutto non capisco come l’abbigliamento succinto PER STRADA possa dar adito a zerbinismi e manipolazioni mentali. La gente per strada non si relaziona in alcun modo, è proprio in discoteca e locali vari che va con l’intento di guardarsi e conoscersi. Vedere tante donne in giro scosciate può al massimo aumentare la frustrazione degli incel, perché si sentono sovrastimolati rispetto all loro possibilità di “concretizzare”; ma non induce zerbinismo. Negli anni ’50 le ragazze erano piuttosto coperte e morigerate, eppure sono gli anni de tipico corteggiamento, delle serenate,…

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        18. @fantaghiro’

          Ti sbagli, i celti sono stati cacciati dai romani, non si sono integrati. Gli unici popoli che attualmente possono considerarsi eredi dei celti sono gli irlandesi, scozzesi e un po’ i gallesi. Gli inglesi sono germanici.
          Il popolo italiano e’ molto omogeneo ed e’ mediterraneo (sudtirol a parte). L’unico popolo che ha lasciato tracce e’ quello longobardo, un po’ in Val Padana e un po’ nei dintorni di Benevento e in Calabria. Parliamo di 300 mila persone quando l’Italia era popolata da 4 milioni di abitanti … Immagina cosa possono avere lasciato. I longobardi erano germanici ma si sono integrati e hanno abbandonato i loro costumi per abbracciare quelli romani, ma in tema di donne erano persino piu’ severi di questi ultimi. Ma i longobardi sono l’eccezione: cimbri, alemanni, bavari etc erano piu’ “tolleranti”. Anzi, i popoli nordici sono sempre stati piu’ tolleranti.

          La mia tesi non e’ in contrasto con quella di Claudio o meglio non con la tesi della grande madre mediterranea: come hai appunto detto tu, la GMM non e’ principio di misandria. Invece nei popoli nordici la misandria era latente gia’ in epoca romana.

          Il discorso del marianesimo mi trova dubbioso, ho espresso gia’ cosa ne penso in un altro post. A me, infatti, non risulta affatto che i popoli mediterranei considerassero la donna loro pari. Tra i celti e i germani, invece, c’era una considerazione della donna senz’altro piu’ benevola per quest’ultima.

          Anche che sia stato il cristianesimo a diffondere il donnismo non mi convince: basta leggere le lettere di San Paolo o i Vangeli per capire che aria tirasse sulle donne da quelle parti.

          D’altra parte i paesi dove il femminismo ha attecchito di meno sono esattamente quelli mediterranei: Italia, Grecia, Portogallo, Spagna, Francia (queste ultime due negli ultimi tempi si sono fatte rivalutare). La situazione varcato il limes danubiano e’ molto peggiore per gli uomini.

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        19. @Fritz
          Niente affatto: i celti non sono stati cacciati, bensì romanizzati.
          Quelli che tu dici essere sopravvissuti in Irlanda ecc…, sono quelle poche popolazioni celtiche mai conquistate dai Romani.
          “La perdita dell’indipendenza non ha significato uno sconvolgimento immediato e radicale della situazione preesistente: il sistema socio-economico preromano continua infatti a funzionare senza subire modificazioni importanti, e i Romani stessi integrano e sviluppano numerosi elementi già esistenti – santuari, insediamenti, reti viarie, mercati, ecc.”
          (Venceslas Kruta e Valerio M. Manfredi, “I Celti in Italia”)

          Una prova di tutto ciò: ci sono residui di lingua celtica sia nella toponomastica che nei dialetti.
          Poi: non è vero che in seguito solo i Longobardi hanno lasciato tracce di sé in Italia; dimentichi i Normanni, i Bizantini, gli arabi (per dire i più importanti).

          Ora mi puoi rispondere sulla questione del dimorfismo sessuale presso i celti e altri popoli nordici? E spiegarmi quale correlazione ci trovi col fatto che, così dissimili, avevano abitudini maggiormente egualitarie (lo dici tu stesso ora)?
          Inoltre: quale sarebbe il nesso tra egualitarismo antisessista e donnismo (cioè l’esaltazione della donna come superiore)?

          Ps: Eric, tu che hai studiato Storia ad alto livello, confermi ciò che dico?

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        20. Non è il mio campo, per me parte tutto col Medioevo, anche se andavo benino pure in Storia Bizantina, che implica conoscere da Diocleziano in avanti..
          Comunque le conoscenze minime per confermare che i celti furono romanizzati le ho….

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        21. @Fantaghiro’

          Te l’ho detto tante volte: non vale prendere la fonte che piace a te e spacciarla per vera.
          I celti sono stati cacciati sia dalla Gallia Cisalpina (quella che chiamiamo pianura padana) sia dalla Gallia Narborense (Francia del Sud), ma anche dalla Spagna (Iberia). E’ ovvio che qualcuno sia rimasto e si sia romanizzato ma di tracce celtiche non ce ne sono nel dna: secondo te un milanese assomiglia ad un irlandese? Se non hai problemi di diottrie la risposta e’ no.
          E’ ovviamente vero che alcuni idiomi del nord Italia sono detti “gallo-italici” (che comunque sono presenti in alcune zone del sud), ma la cultura, l’etnia degli italiani non ha niente a che vedere con quella celtica. Nello stesso nord Italia le tracce celtiche sono esigue. Le tracce longobarde sono invece ben visibili e molte parole dell’italiano derivano dalla lingua longobarda (germanica). Ti faccio alcuni esempi: spaccare, arraffare, guerra etc Sono tutte parole di origine longobarda. Di celtico non c’e’ niente.

          Poi hai detto una sequela di luoghi comuni banali che il solito italiano medio si ripete: no, no e ancora no: il contributo di normanni, arabi, spagnoli etc e’ NULLO nel dna italiano.
          L’unico popolo che aveva una mole considerevole furono i longobardi, i numeri te li ho dati: circa 300 mila anime a fronte di 4 milioni di abitanti. Parliamo del 568 D.C..

          I bizantini erano greco-romani, che contributo avrebbero dovuto dare se erano essi stessi romani? D’altra parte “bizantino” e’ una invenzione recente, i romani d’Oriente consideravano essi stessi romani. Per chiarirti che fossero romani anche per i longobardi stessi, la “Romagna” prende tale nome perche’ vi erano i bizantini, a Ravenna per la precisione, che per i longobardi erano “i romani”.

          Come dicevo, l’unica vera invasione l’Italia l’ha subita ad opera dei longobardi, i quali spaccarono l’Italia a meta’: la Lombardia si chiama cosi’ perche’ la capitale del loro regno era a Pavia (“lombardia = longobardia”). Di longobardie ve ne erano due: Longobardia Maior e Longobardia Minor. Quest’ultima con due potenti ducati, Spoleto e Benevento il quale si estendeva fino in Calabria.

          Concludendo, vi saranno sicuramente delle tracce celtiche sia in Val Padana (non tutta, ad est non mi risulta fossero insediati), sia nella Francia, Spagna. Se e’ per questo vi sono tracce celtiche anche in Anatolia.

          Il concetto di fondo che volevo esprimere, pero’, e’ un altro: i celti sono stati presi a calci in culo da qualunque popolo abbiano affrontato. E guardacaso li’ la donna aveva un ruolo politico, seppur infimo, la lo aveva.
          Discorso simile per alcune tribu’ germaniche (non tutte, come detto i Longobardi erano peggio anche dei romani sul tema donne).

          Ora ho poco tempo per risposte approfondite, poi ti porto i link sul dimorfismo sessuale e un altro (devo ricordarmi su cosa lo chiedevi).

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        22. Una facezia, che però è in gran parte esatta: sai come si fa a stabilire la percentuale di sangue celtico nel DNA?
          Si va nei negozi di alimentari, reparto alcoolici.
          Maggiore è la percentuale di sidro in commercio rispetto a birra e vino, maggiore è il DNA celtico locale.

          La mappa della Spagna è sbagliata: la Cantabria è ovviamente più scura di Euskadi – ad Euskadi prevale il dna BASCO, che non è celtico, mentre la Cantabria è per tanti versi, come cultura, simile alla Bretagna francese o addirittura all’Irlanda…

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        23. P.S.

          Dimenticavo: i celti, con molta probabilita’, sono originari dal centro-europa, molti li associano ai popoli della cultura di Hallstat (Austria).

          Certamente in buona parte del Nord Italia lasciarono dei contributi e fondarono alcune citta’ (Brescia, Milano, Torino, Verona, Bologna) ma a loro volta essi invadevano altre popolazioni di ceppo italico. Con altre invece convivevano (Veneti e Liguri).

          Chiaramente ci sono delle tracce, nessuno lo nega, ma sono di scarsa impotanza. I romani li cacciarono o comunque li costrinsero ad andarsene per via del sacco di Roma da parte di Brenno (condottiero celtico), parliamo se non erro del 390 A.C.
          Da quella volta i romani svilupparono un odio misto a timore verso i celti e li hanno letteralmente perseguitati, conquistati prima e schiavizzati poi e i pochi superstiti sono fuggiti. Che i celti fossero stati romanizzati e’ vero nella misura in cui una buona parte di essi divennero schiavi.
          I fuggitivi (attenzione, non immaginiamo delle corse: sono fenomeni lenti e richiedono decenni tra saccheggi, guerriglie e rastrellamenti) nel tentativo di salvarsi dalla ferocia romana arrivarono nelle isole britanniche. Gli irlandesi sono i discendenti diretti, tracce ne troviamo anche in galles, scozia.

          Poi chiaramente ognuno nel suo immaginario puo’ dire e pensare cio’ che vuole – mi rendo conto che queste tematiche sono state cavalcate da una certa corrente di destra politica secessionista – e conseguentemente riempire ampolle in dubbi ruscelli in quel di Pontida e autoproclamarsi discendente dei celti (sono piu’ fighi i longobardi a dire la verita’), ma quando si fanno simili affermazioni prima di dare sfoggio del ridicolo e’ meglio guardarsi allo specchio e con molta onesta’ e lenti colorate sul comodino fare una saggia analisi dei propri tratti anatomici (se Bossi e Borghezio sono celtici allora io sono svedese: ah, sono terrone, lo ricordo).

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        24. @Fritz
          Il 60% sono tracce “di scarsa importanza”??
          >>>
          i romani svilupparono un odio misto a timore verso i celti e li hanno letteralmente perseguitati, conquistati prima e schiavizzati poi e i pochi superstiti sono fuggiti. Che i celti fossero stati romanizzati e’ vero nella misura in cui una buona parte di essi divennero schiavi.
          I fuggitivi (attenzione, non immaginiamo delle corse: sono fenomeni lenti e richiedono decenni tra saccheggi, guerriglie e rastrellamenti) nel tentativo di salvarsi dalla ferocia romana arrivarono nelle isole britanniche.
          >>>
          Siamo alla fantastoria.
          Io non commento più, spero che prima o poi passi di qui un vero professore con più autorevolezza di me a farti capire la quantità di strafalcioni che hai accumulato.
          Non so dove tu abbia studiato storia, ma a occhio e croce direi sui film di Asterix e Obelix.

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        25. @Fantaghiro’

          >>Invece io voglio una società dove chi mostra un pensiero confuso, ossia si contraddice ogni due per tre (“non penso che le donne sia delle totali incapaci”/”le donne sono persone perennemente immature”) non abbia diritto di voto.
          Mi sembra ragionevole, no?>>

          Secondo me non mi leggi con attenzione e/o hai solo voglia di trovare il pelo nell’uovo per partire coi soliti argumentum ad hominem. Le due affermazioni che hai quotato non sono in contrasto, non c’e’ nessuna contraddizione nelle due affermazioni. Una persona puo’ essere mediamente intelligente ma anche molto immatura. O essere molto intelligente ma molto immaturo, o viceversa.

          Se per intelligenza intendi qualcosa che vada al di la’ delle capacita’ ma della sinergia e la volonta’ che le coordina, allora puoi anche vederci delle contraddizioni, va bene. Ma a quel punto avresti dovuto far precedere a questa critica la domanda: “cosa intendi per intelligenza?”

          >>Poi a me piacerebbe anche che ci sia più decoro per le strade … Le persone OBESE …
          , malformate, con tic vistosi poi non devono uscire proprio di casa, per non urtare la sensibilità estetica altrui. Gli uomini con la pancia gonfia devono mimetizzarla portando ampie giacche tutto l’anno, oppure starsene in casa, dove comunque possono fare tutto ciò che vogliono. >>

          Obesi a parte – i quali potrebbero e dovrebbero curarsi – queste cose non le ho dette, e come al solito svii, cerchi di cambiare argomento. Ma ripeto, secondo me non lo fai di proposito, scarrelli tra un concetto e l’altro senza volerlo perche’ non ti soffermi sulle sfumature (anche se in quest’ultimo caso sono macroscopiche).

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        26. @Frank
          Sì, se non faccio attenzione mi parte il completamento automatico che genera il tuo nome, essendo nella memoria mia e del blog arrivato prima di quello di Fritz 😀

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        27. @Fantaghiro’

          Mi sa che non ti rendi conto di quello che stai dicendo.

          Stai quotando una pagina del forum QM che e’ moderato da un tizio che crede alle scie chimiche … E il tizio che tu hai quotato, per la precisione salar de uyuni, qualche tempo fa aveva scritto che il covid era dovuto alla sabbia del Sahara …

          Sei sicura di attenerti ad una fonte ATTENDIBILE?

          E comunque gia’ Eric ha parzialmente corretto, e’ assurdo il colore gia’ che in Anatolia i celti c’erano eccome (sono l’antico popolo dei Galati).

          Keep calm Fantaghiro’, non scendere nel complottismo adesso.

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        28. No, la Galizia è mezza portoghese.
          Questa è la Cantabria, capoluogo Santander:
          https://it.wikipedia.org/wiki/Cantabria
          Sia le Asturie che la Cantabria sono celtiche, ma la Cantabria forse ancora di più, e si vede anche dal fatto che la bevanda tipica è il Sidra, cioè il sidro, tipica bevanda celtica.
          Se guardi la mappa della Spagna nella pagina Wiki da ovest verso est le regioni spagnole sull’Atlantico sono:
          Galizia (sostanzialmente simile al Portogallo)
          Asturie (celtica)
          Cantabria (ancora più celtica)
          Euskadi (paesi baschi).

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        29. @Eric

          Ti riferisci in particolare alla Galizia credo, che e’ certamente molto piu’ celtica della stessa pianura padana (anche i paesaggi di quelle zone ricordano molto l’Irlanda, ma e’ un dettaglio a parte).

          Galizia che ricordo e’ anche il nome di un’altra regione al confine tra Polonia e Cechia.

          Sull’alcol: si dice che i celti saccheggiarono le citta’ etrusche per via del loro vino in effetti.
          Comunque la mappa del complottaro Salar e’ oltre ad essere assurda e’ anche anti-storica: i celti nel sud Italia non ci sono mai stati visto che non sono mai andati sotto Roma. Al massimo commerciavano coralli con i greci del golfo napoletano. Incredibile che fantaghiro’ parla di complotti e poi si affida ai maestri di questo mestiere 😀

          @Fantaghiro’ io comunque volevo riporti la domanda: ma secondo te un milanese e’ simile ad un irlandese, che so, di Cork? E’ semplice capire da qua quale puo’ essere l’influenza di un popolo su un’altra.

          Comunque ecco a te una fonte https://www.mdpi.com/1422-0067/21/10/3505/htm

          C’e’ una mappa, guardala con attenzione. Le aree in rosa (tra cui parte del Nord Italia) sono aree dove i celti hanno effettuato delle invasioni. In viola la zona di provenienza Neolitica (attenta: gli Stonehedge non sono stati fatti dai celti, c’erano da prima!)

          In rosso bruno la zona pre-neolitica di provenienza: come dicevo sopra, si pensa attualmente che i celti provenissero dai popoli della cultura di Hallstatt (si trova in Austria).

          Qua te lo faccio dire da Barbero quanto gli italiani siano affini ai celti: https://www.youtube.com/watch?v=UjG_AJbPWBs&t=416s (anche i primi sei minuti sono sufficienti)

          Oppure anche in questo video https://www.youtube.com/watch?v=LH1rr7CEOvI&t=2s

          Ma davvero non conosci il sacco di Roma da parte di Brenno? “Vae Victis” non l’hai mai sentita?
          https://it.wikipedia.org/wiki/Sacco_di_Roma_(390_a.C.)

          Si’, i celti furono discriminati dai romani, e’ Storia.

          Il link sul dimorfismo sessuale che andava nello specifico tra popoli nordici e del mediterraneo non lo trovo, ma nel frattempo accontentati

          https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/004724847990006X

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        30. No, mi riferisco a Cantabria e Asturie.
          La Galizia ha senz’altro meno tradizioni derivanti dai celti.
          Guarda questa GIF animata:
          VERDE è il dialetto più celtico, BLU è portoghese-galiziano, GIALLO è lo spagnolo castigliano:

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        31. @Fritz
          >>>
          fantaghiro’ parla di complotti e poi si affida ai maestri di questo mestiere
          >>>
          Non mi sono affidata a Salar o come si chiama, ho semplicemente segnalato che proprio nel forum Questione Maschile si era parlato dello stesso argomento, mi sembrava una cosa divertente. Tutto qui.
          Quelle mappe genetiche comunque non le ha inventate lui, si trovano citate anche in altri luoghi del web.

          >>>
          ma secondo te un milanese e’ simile ad un irlandese, che so, di Cork?
          >>>
          Ovvio che ci sono moltissime differenze, gli irlandesi sono praticamente celti purissimi, gli italiani sono una mescolanza di diverse origini (e già secoli fa forse i celti cisalpini avevano tratti un po’ diversi da quelli più a nord; oltretutto si erano già mescolati con popolazioni locali).

          I video ora non li posso ascoltare, lo farò domani.
          Il Sacco di Roma è corretto, è il resto che non quadra nei termini in cui l’hai messo tu. Quindi o ti spieghi male, o hai proprio le idee confuse.

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        32. @Eric

          Mi sa che hai ragione, mi confondo sempre tra Galizia e Cantabria. Ma mi pare di ricordare che il nome Galizia lo deve esattamente ai celti.

          Poi mi sono sbagliato pure prima, l’altra Galizia e’ al confine tra Polonia e Ucraina e non Cechia.

          Comunque, al di la’ del mestruo notturno di Fantaghiro’, volevo sottolineare che, secondo me, il donnismo puo’ attribuirsi a diverse leggende/miti a sfondo celtico-germanico.

          Non conosco la teoria della GMM di Claudio, ma ritengo che i popoli mediterranei (e i celti non erano mediterranei) avessero una cultura dove la distinzione di ruoli maschio/femmine era piu’ forte e netta. I Greci, per esempio, noi li considereremmo dei misogini (e li considero persino io tali, sebbene riconosca saggezza e buonsenso nel loro agire).

          Volevo invitare ad una riflessione su questo tema.

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        33. Io ci sono stato, la Galizia è bella ma è “normale”, è quello che ti aspetti data la posizione geografica: una regione la cui cultura (e dialetto) è mezza spagnola e mezza portoghese.
          Le Asturie e la Cantabria sono un’altra cosa, sembra mezza bretone e mezza spagnola, ma pare un’incongruenza perché la Bretagna è molto lontana, è nel nord della Francia e in teoria non c’entra nulla.

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        34. Comunque, la discussione di cui parlavo prima e’ questa https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,17577.0.html

          Inquietante e’ che derivi da un suo articolo.

          Poi, sinceramente, la prima risposta del moderatore mi lascia davvero perplesso: si autoconvincesse da solo delle cose che vuole credere e’ un conto, e potrebbe fare carriera politica. La mia sensazione e’ che stesse prendendo in giro, ma non potevo fare a meno di ridere la prima volta che l’ho letta perche’ inizia in un modo troppo comico:

          >>Ora dirò una cosa che farà rivoltare il forum: i primi giorni di lockdown sia io che altri conoscenti (che non avevano idee complottiste di alcun genere) sentirono nell’aria uno strano odore chimico, come (mi riferirono anche loro) “di polvere da sparo” che non avevano mai sentito prima.
          Inoltre poco dopo, per la prima volta in vita mia vidi a Parigi le note, persistenti scie chimiche a reticolato.
          Non voglio avanzare teorie di alcun genere, non ne ho le competenze ma queste sono testimonianze dirette incontrovertibili, qualsiasi cosa possano significare.>>

          Boh, a me le prime righe fanno troppo ridere anche ora, non ce la faccio 😀

          Rimarra’ un mistero invece la passione per Parigi, dipinta come un paradiso: io Parigi la conosco bene, e posso affermare che l’ambiente parigino e’ tutt’altro che fatto di dame ottocentesche e damerini raffinati …

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        35. Notare la balla clamorosa che racconta: nei primi giorni di lockdown sente l’odore strano. E si trova in Italia.
          POCO DOPO è in Francia e vede le scie chimiche.
          Ma non può essere in Francia: c’è il lockdown. Non si poteva neanche usicre di casa, figurati andare in Francia…

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        36. non sono un esperto, ma per quel che ne so, i miti norreni non mi sembrano più “dalla parte delle donne” dei miti greci. Se prendiamo il ciclo dei Nibelunghi l’eroe protagonista è sempre un uomo, Sigfrido, i personaggi femminili, pur importanti, sono secondari e ruotano attorno a lui. o sbaglio? Anche le mitiche Valchirie erano a servizio di Odino e avevano il compito di accompagnare nel Valhalla gli eroi (maschi) caduti in battaglia. Una femminista direbbe che erano funzionali a logiche maschili

          Comunque la teoria secondo cui i celti siano stati sconfitti perchè non trattavano le donne come serve mi sembra non fondata

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        37. E’ la medesima teoria secondo cui la Russia avrebbe dovuto annichilire l’Ucraina nel giro di due settimane.
          Che poi è la teoria classica dei perdenti: “noi vinceremo perché siamo più morali, per via del nostro spirito”.

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        38. Allora, prima di tutto io non ho mai insegnato storia che e’ estranea al mio curriculum. Tutto quello che so e’ per curiosita’ e per avere letto libri/fonti su internet ATTENDIBILI (non voglio fare un argumentum ad hominem su Salar de Uyuni, ma quella discussione sul forum QM contiene fallacie logiche allucinanti).

          Sopra ho gia’ dato alcune fonti che mettono fine ad ogni replica, ma e’ interessante vedere come nello stesso link di Fantaghiro’ ci siano congruenze con quanto da me affermato:

          >>L’interferenza di Annibale

          Queste vicende sembrano avere una loro linearità, ma le cose non stanno certo così; anche perché nell’Italia del Nord – o Cisalpina che dir si voglia – accanto alle numerose tribù celtiche (i Romani li chiamavano Galli) che vi si insediarono dal V sec. a.C. in poi, vi erano – tra gli altri – i Liguri, i Veneti, gli Etruschi. Non solo, ma quando il cartaginese Annibale nel 218 a.C. giunse in Italia per sfidare Roma (seconda guerra punica), cercò di sobillare le genti locali, e in parte ci riuscì se è vero che molti Galli si arruolarono con lui, come attesta quel famoso passo nel quale Tito Livio ricorda come nella battaglia del Trasimeno (217 a.C.) il console Gaio Flaminio sia stato ucciso dal cavaliere insubre Ducario (allora al fianco di Annibale) per vendicarsi delle sconfitte inflitte alla propria gente dal generale romano. Si dice infatti:

          I nemici si scagliavano con grande violenza contro di lui [il console Flaminio] , che si distingueva per l’armatura, mentre i suoi concittadini lo proteggevano, finché un cavaliere insubre, che si chiamava Ducario, riconoscendo il console anche dal volto, rivolto ai suoi connazionali: «Ecco», disse, «è proprio costui che fece strage delle nostre legioni e saccheggiò i nostri campi e la nostra città! Io consacrerò questa vittima come un’offerta ai Mani dei concittadini indegnamente uccisi» (Ab Urbe condita 22,6, trad. B. Ceva).
          >>

          fonte: https://laricerca.loescher.it/la-romanizzazione-della-pianura-padana/

          Ma perche’ Ducario aveva tanta voglia di ammazzare Gaio Flaminio, se i celti convivevano pacificamente con la “romanizzazione” operata dai latini?

          La risposta la ho data, ma la ripeto. Il saccheggio di Roma da parte di Brenno fu una dura batosta (e una serissima minaccia) per i romani che non perdonarono mai la famosa frase “Vae Victis” del generale celtico.

          Qui una spiegazione piu’ dettagliata di come andarono effettivamente le cose:

          >>Tornando alla presa di Roma, i difensori dell’ultimo baluardo sul Campidoglio decisero di richiamare in aiuto dall’esilio il vecchio Marco Furio Camillo, che accettò e iniziò a raccogliere un esercito. Nei giorni successivi però l’aiuto tardava ad arrivare e, spinti dalla fame e dalla disperazione, gli assediati decisero di trattare coi Galli la resa. Brenno, capo dei Galli, e i tribuni militari romani si accordarono per il pagamento di mille libbre d’oro perché fosse tolto l’assedio. Si dice che i Galli avessero portato dei pesi truccati e, di fronte alle proteste romane, Brenno con disprezzo abbia aggiunto ai pesi anche la propria spada, dicendo “Vae victis”, “guai ai vinti”. Ma proprio allora giunse Marco Furio Camillo, nominato di nuovo dittatore, che dichiarò nullo il trattato e disse ai nemici di prepararsi alla battaglia, esortando i concittadini a “ferro non auro reciperare patriam”, ossia “riconquistare la patria col ferro, non con l’oro”. Infine i Galli furono sbaragliati e cacciati via e la città ricostruita.

          l sacco gallico di Roma fu un grande trauma che rimase vivo nella memoria anche nei secoli successivi e fornì la motivazione (o il pretesto) per una politica antigallica. I Romani infatti già dall’inizio del secolo successivo passarono alla controffensiva[18]. Nel 295 a.C., presso il torrente Sentino nelle Marche, sconfissero una coalizione di Sanniti, Umbri, Etruschi e Galli, nell’ambito della terza guerra sannitica. Ciò aprì loro la strada alla conquista dell’ager Gallicus, ossia il territorio dei Senoni, e nel 268 a.C. fondarono la colonia latina di Ariminum (Rimini), prima città romana nella Pianura Padana. Nel 225 a.C. vi fu un’altra importante vittoria a Talamone (GR) contro i Galli – in questo caso Boi e Insubri – che stavano nuovamente tentando di scendere in Italia centrale, mentre poco dopo sconfissero i Galli Insubri a Clastidium (Casteggio), nell’Oltrepò pavese, e in breve conquistarono la loro capitale Milano. In questi anni invece i Cenomani, assieme ai vicini Veneti, divennero alleati di Roma. Nel 220 a.C. fu costruita la via Flaminia, che collegava Roma a Rimini, mentre nel 218 vennero fondate le due colonie latine “gemelle” di Cremona e Placentia (Piacenza), inviando in ciascuna di esse 6000 coloni (da intendersi non come individui ma come famiglie). Con la loro posizione dovevano fare da baluardo difensivo presso il Po, importante confine ma anche via di comunicazione, e consolidare così i risultati delle recenti vittorie; Cremona in particolare fu la prima colonia a nord del fiume[19].

          Ma proprio nello stesso anno vi fu un’importante battuta d’arresto, in quanto scoppiò la seconda guerra punica e Annibale attraversò le Alpi, giungendo dapprima nella Pianura Padana. Diverse tribù galliche approfittarono della situazione per ribellarsi, attaccando e saccheggiando le due colonie stesse e i loro campi. Negli anni si susseguirono diversi attacchi, prima dei Galli da soli, poi alleati coi Cartaginesi: molti fra i cittadini morirono, scapparono o furono fatti prigionieri e schiavi. Tuttavia le città resistettero e nel 209 a.C. ricevettero anche il pubblico ringraziamento dei consoli in Senato, per essersi mantenute fedeli a Roma. Nemmeno con la fine della guerra (202 a.C.) finirono i loro guai, anzi nel 200 le truppe galliche, assieme al generale cartaginese Asdrubale rimasto in Italia, presero e saccheggiarono Piacenza, per poi passare all’assedio di Cremona, ma furono respinte dall’esercito romano in una battaglia nella quale morì lo stesso Asdrubale. In tale occasione anche i Cenomani cambiarono alleanza e si unirono agli altri Galli, ma furono sconfitti e richiamati all’ordine già nel 197. Gli Insubri vennero poi sconfitti definitivamente nel 196, mentre i Boi nel 191. Se però i primi furono costretti a un’alleanza (foedus) che, per quanto sbilanciata a favore dei vincitori, lasciava un certo margine di autonomia, i secondi ebbero un trattamento più duro e i superstiti furono deportati o spinti in aree marginali.
          >>
          Fonte: https://www.renovatioimperii.org/roma-e-i-celti-ditalia/

          Come appunto ho ribadito, molti galli (celti per fantaghiro’) sono stati respinti e deportati via. Roma attuo’ una vera e propria politica “antigallica” (cit.), per via del risentimento dovuto all’offesa arrecata da Brenno. Secoli piu’ tardi, fu la pressione da sud dei romani e da est dei germani a costringere i celti a salire sempre piu’ a nord fino a rifugiarsi nelle isole britanniche: angli e sassoni piu’ tardi vi si insediarono e li dominarono. Gli scazzi (secolari) tra celti e germani nelle isole britanniche sono arcinoti, un irlandese non e’ e non si sentira’ mai “britannico”.

          I celti d’altra parte non erano autoctoni della Val Padana: si sono insediati dopo mischiandosi ad alcune popolazioni italiche. Con altre convivevano (veneti, liguri ed etruschi a sud dell’appennino).

          Chiaramente, come gia’ detto – ma con Paolo e Fantaghiro’ bisogna ripetere le cose trecentomila volte, lesti come sono a rigirare la frittata con argomenti illogici – esistono eccome delle tracce celtiche in Val Padana che si estendono dal Piemonte fino alle Marche del nord (Senigallia si chiama cosi’ per un motivo …).

          Queste tracce sono tuttavia irrilevanti se paragonate a quelle lasciate dai romani e da tutti gli altri popoli italici. L’unico popolo non italico che ha lasciato tracce significative, gia’ ripetuto due volte, e ora sono tre, furono i longobardi (ho gia’ dato i numeri).
          Gli arabi non hanno invaso l’Italia, la hanno dominata il che e’ diverso. Stessa cosa i normanni, spagnoli etc. Parliamo di poche centinaia di cavalieri quando l’Italia era popolata da milioni di abitanti.

          Dire che la Val Padana e’ celtica e’ come dire che Palermo e’ tedesca per via di Federico II di Svevia o Milano e’ spagnola per via del dominio gia’ romanzato dal Manzoni nel suo celebre libro: una sciocchezza.

          Andando piu’ a fondo, ma ci vorrebbe un trattato e dunque mi fermo: gli italiani hanno prevalentemente dna degli EEF (Early European Farmers): parliamo di insediamenti gia’ esistenti nel neolitico, e dunque una fortissima impronta che e’ visibile su tutto il territorio italiano.

          I celti e i germani avevano un basso apporto di EEF e un’alta percentuale EHG (European hunter-gatherers): i romani stessi li descrivevano piu’ chiari, piu’ alti e massicci di loro stessi (fonte: Cesare, Tito Livio).
          Da qui la confusione estrema di Salar che non e’ in grado di tracciare gli aplogruppi e crede cose che non esistono (quelle mappe infatti NON mostrano tracce celtiche in Europa: come gia’ detto, l’Anatolia ha molte piu’ tracce celtiche del sud Italia e, infine, dire che i sardi o i baschi sono imparentati coi celti equivale a schierare i dieci bestemmiatori piu’ talentuosi del Veneto con megafono in mano sotto la finestra del Papa all’Angelus della domenica).

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        39. @Fritz
          Nessuno ha mai detto che la romanizzazione sia stato un processo facile e liscio come l’olio.
          Da qui a dire, come sostenevi inizialmente e in parte continui a fare, che i celti furono un popolo annientato etnicamente e sparito dalla faccia dell’Italia e dell’Europa… ce ne passa.
          Oltretutto insisti con un concetto totalmente sballato, a questo punto te lo dico chiaro e tondo:
          >>>
          Secoli piu’ tardi, fu la pressione da sud dei romani e da est dei germani a costringere i celti a salire sempre piu’ a nord fino a rifugiarsi nelle isole britanniche
          >>>
          Non è andata assolutamente così: i celti nelle isole britanniche erano stanziati fin dall’ottavo secolo avanti Cristo! Ripeto, o ti spieghi male, o se credevi davvero che quelle isole furono raggiunte dai Celti solo “secoli più tardi dopo il Sacco di Roma”, ti consiglio di riaprire al più presto i libri di storia.
          https://it.m.wikipedia.org/wiki/Britanni

          Capisco che tu mi voglia sminuire in quanto donna (e Paolo in quanto a tuo dire “zerbino”), ma io non sto inventando niente, sto solo riportando studi fatti da altri – molto più autorevoli di me. Come la già citata ricerca del 2019:
          https://www.insalutenews.it/in-salute/da-uno-studio-del-dna-degli-italiani-emergono-nuove-informazioni-sulla-storia-genetica-degli-europei/

          Perché, se per tua stessa ammissione la storia nel è nel tuo curriculum, insisti a dire che le tracce celtiche nel nord Italia sono “irrilevanti se paragonate a quel­le lasciate dai roma­ni e da tutti gli al­tri popoli italici”? Tanto più che tu hai detto di essere meridionale, quindi non hai notizie di prima mano su toponimi, folklore, reperti archeologici, ricerche ecc… volendo guardare il lato culturale oltre a quello genetico. Per il quale rimando nuovamente a Spagocci, che a sua volta si rifà al più grande antropologo genetista italiano, Luca Cavalli Sforza. https://www.ilmondodisopra.it/2021/03/leredita-celtica-origini-e-antropologia.html?m=1

          Ps: come al solito ragioni per estremi; “dire che la Val Padana è celtica…”
          Nessuno dice che la Val Padana è totalmente celtica, ma che un parziale influsso celtico vi è rimasto, proprio perché la conquista di Roma è stata una ROMANIZZAZIONE (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Romanizzazione_(storia) ), non una sostituzione etnica. Era quello il modus operandi dei Romani, non me lo sto inventando io, è scritto su tutti i libri di storia.

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        40. Tornando in tema: dal minuto 5 al minuto 7 https://www.youtube.com/watch?v=alrYLEnupRM

          Per chiarire che non parlo di cose sentite per caso: nel mondo dei celti e dei germani l’influenza delle donne c’era, e avevano un ruolo semi-attivo in politica. Le varie vicende di fantomatiche donne “guerriere” (tra cui Giovanna D’Arco) hanno fondamenta da queste leggende.

          Sia chiaro, le donne guerriere non sono mai esistite. Sono esistite pero’, in quel mondo, donne con un ruolo attivo. Cosa che nei popoli mediterranei era totalmente impossibile se non in rarissimi casi.

          Ripeto che non conosco la teoria della GMM, dovrei perderci tempo per capirne la presunta genesi. Ma sul donnismo a me sia la teoria di Blu che quella di Claudio non convincono assolutamente e credo di avere presentato diverse fonti dalle quali si vedono forti discrepanze.

          https://www.vanillamagazine.it/le-antiche-druidesse-intellettuali-dimenticate-del-popolo-celtico/

          https://ilmanifesto.it/a-spasso-col-fantasma-della-regina-dei-mari

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        41. @Paolo

          >>Comunque la teoria secondo cui i celti siano stati sconfitti perchè non trattavano le donne come serve mi sembra non fondata
          >>

          Di chi e’ questa teoria? Io non la ho scritta da nessuna parte. Ho soltanto detto che celti e germani hanno diversi miti dove compaiono donne, e le donne avevano un ruolo semi-attivo nelle societa’ di quelle tribu’.

          In cosa consiste la teoria della GMM? Io non la conosco. Pero’ e’ un dato di fatto, se ci pensi, che i popoli del nord sono sempre stati piu’ tolleranti di quelli mediterranei.

          Da qui le mie forti perplessita’ sul fatto che la donna “misandrica” sia un fenomeno italiano, anzi: a me risulta che l’Italia sia una delle nazioni dove il femminismo e’ attecchito, finora, molto meno che altrove.

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        42. Se ti rileggi vedrai che suggerivi – o sembrava che suggerivi – che una debolezza tipica di nordici e celtici fosse appunto dare maggiore potere alle donne.
          Io non sono pregiudizievolmente ostile all’ipotesi che una società dove le donne hanno grande potere possa essere una società più debole e suscettibile di collasso o sconfitta.
          Ma citare cose lontane nel tempo come l’Impero Romano è sicuramente una pessima idea per illustrare il concetto.

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        43. @Fritz
          >>>
          celti e germani hanno diversi miti dove compaiono donne
          >>>
          Ah perché invece Greci e Romani no? Ci sono giusto qualche centinaio di dee, semidee, ninfe, muse, mortali concupite dagli dei, guerriere mitologiche, per non parlare di sacerdotesse, vestali, sibille…

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        44. @Fantaghiro’

          >>gli italiani sono una mescolanza di diverse origini

          >>

          Non e’ cosi’.

          Gli italiani sono molto omogenei tra loro se li confrontiamo a molti altri popoli. Tutti gli italiani discendono dagli italici. Sono italici: Liguri, Veneti, Sicani, Romani, Etruschi, Osco-Umbri, Siculi etc

          Il substrato piu’ importante del ceppo italico e’ EEF (early european farmers). Abbiamo solo lievi tracce germaniche a nord, prevalentemente sulle alpi, e greche al sud, specie agli estremi di Calabria, Puglia, Sicilia.
          Tracce puniche su alcune coste.

          Per la Sardegna vale invece un discorso a parte, ma anche loro sono EEF (e lo sono molto piu’ di tutti gli altri popoli).

          Ovviamente non sto dicendo che gli italiani sono tutti fatti a stampino: se pero’ andiamo a vedere le differenze tra gli altri popoli ci accorgeremmo che sono enormi in confronto alle nostre. Ad esempio la Spagna ha almeno tre etnie interne, anche la Germania ha almeno tre etnie interne. Sul Regno Unito credo di essermi spiegato abbastanza. E ho fatto solo tre esempi.

          Quella di percepirsi “eterogenei” e’ una malattia tutta italiana che all’estero trovano comica. E no, un milanese non e’ celtico, e’ essenzialmente romano con tracce longobarde.
          Come dice nel video Barbero, a qualcuno fa schifo discendere dai romani, e pazienza.

          Peccato non poterli mandare via a calci in culo dalla c.d. “italietta” che odiano tanto, eppure sono sempre qua. Chissa’, magari perche’ la’, dove pensa ci siano i suoi simili, non sono esattamente della sua stessa idea …

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        45. @Fritz
          >>>
          Non e’ cosi’.

          Gli italiani sono molto omogenei tra loro se li confrontiamo a molti altri popoli.
          >>>

          “Italiani, il popolo più eterogeneo d’Europa”

          Cit. la solita megaricerca del 2019 che ha coinvolto praticamente tutti gli atenei ed ospedali d’Italia, ma che Fritz continua a far finta non esista.

          Giusto per chiarirci: io sono tutt’altro che leghista, Bossi&co mi sono stati antipatici fin dalla prima ora, e non mi dispiace affatto avere ascendenze romane (cioè latine) come anche di tutti gli altri popoli che hanno abitato il mio territorio; oltretutto che ne posso sapere se i miei antenati sono magari giunti qui nel Medioevo o dopo da altre regioni d’Italia?
          Se facessi il test genetico allora sì potrei avere un’idea più precisa delle mie origini, e le apprezzerei qualunque fossero.

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        46. Non ho detto questo, anche se potrebbe essere.

          Pero’, se da un lato non abbiamo evidenze, dall’altro, mi sembra difficile affermare che i romani, i longobardi o i regni pre-unitari collocassero le donne in qualche posizione moralmente superiore.

          Che io sappia, ma sono ignorante in argomento, i primi a parlare di donne qualunque come donne perfette sono comparsi dopo l’anno Mille. In precedenza, abbiamo effettivamente traccia di donne con ruoli attivi nei popoli nordici da cui il mio dubbio riguardo la presunta collocazione geografica e temporale del donnismo.

          Prima di allora sono anche esistite donne importanti, ma erano donne davvero speciali. Dante invece parla di una Beatrice qualunque da vero e proprio morto di figa, e secondo me questo e’ da solo preoccupante.

          Che la Maria Vergine fosse adorata non significa molto secondo me. Anche la dea Atena era raffigurata come una donna, ma i greci con le donne non ci andavano affatto leggeri. E secondo me la figura di Maria proviene esattamente da Atena poi Minerva.

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        47. @Fritz
          >>>
          Dante invece parla di una Beatrice qualunque da vero e proprio morto di figa, e secondo me qu­esto e’ da solo preo­ccupante.
          >>>
          Per un uomo innamorato l’amata è sempre “speciale” anche se è una donna qualunque, l’innamoramento fa idealizzare. Non c’è nulla di preoccupante: è così da che mondo è mondo per tutti gli innamorati/e specialmente se hanno una vena artistica che fa “verbalizzare” queste sensazioni.
          Se ti sembra strano può essere che non sei mai stato innamorato.

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        48. Fritz
          @@
          Da qui le mie forti perplessita’ sul fatto che la donna “misandrica” sia un fenomeno italiano,
          @@

          Questa fregnaccia chi l’avrebbe scritta ?

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        49. @fantaghiro’

          Ora basta balle, per cortesia. Tu il sacco di Roma non lo conoscevi (ed e’ una mancanza grave per chi vuole dare lezioni di storia ad altri), tant’e’ che lo hai definito “fantastoria”. Ti stai rendendo ridicola, ti ho mostrato TRE FONTI DIVERSE che dicono tutti la stessa identica cosa (i celti furono deportati altrove dalla val padana).

          Te lo ha detto persino Barbero che e’ piemontese” gli italiani sono celti? Si’ e no. Sono un po’ celti, un po’ greci, MOLTO romani, MOLTO Longobardi”.

          Guarda che io al nord ci ho lavorato, e stai dicendo cazzate a raffica, in Lombardia di tracce celtiche ne hai solo nei musei. Tracce romane e longobarde ne hai ovunque (vai a Pavia e fatti un giro oppure a Monza).

          E no, la ricerca che mostri non dice niente, perche’ te ne posso mostrare centomila che dicono l’esatto opposto.

          Non ti offendere, stai parlando di un argomento che non conosci E SI VEDE.

          Mi astengo da altri commenti, ho portato prove a sufficienza. Chi vuol capire, capisca.

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        50. @Fritz
          >>>
          te ne posso mostrare centomila che dicono l’esatto opposto
          >>>
          Mostramele, sono tutt’occhi.

          Mostrami anche dove Barbero ha detto che tutti i celti sono stati deportati altrove (in quel video non lo dice, quindi sarà altrove…).

          Il Sacco di Roma è praticamente l’unica cosa corretta che hai scritto, SCUSAMI se mi sono dimenticata di espungerlo dal tuo commento prima di qualificarlo come fantastoria…

          Non sono io quella che non ne capisce, credimi; l’argomento mi ha talmente preso in questi giorni che ne ho parlato anche in famiglia, dove è presente una persona che si occupa di ARCHEOLOGIA E STORIA ANTICA, e si è fatta grasse risate a certe tue affermazioni.

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        51. Sì sì, i celti furono proprio deportati altrove dalla Val Padana, come no:

          “Nel 194 gli Insubri, sconfitti in una battaglia svoltasi presso Milano dal proconsole Lucio Valerio Flacco, stipularono trattati di pace con i Romani, iniziando così un periodo in cui il processo di progressivo assorbimento della cultura romana da parte dei Celti subisce un’accelerazione, grazie sia alla partecipazione di truppe insubri alle operazioni militari romane, sia ai contatti commerciali con le vicine colonie di Cremona e Piacenza, sia allo stabilirsi a nord del Po di ricche famiglie romane di proprietari terrieri.
          Si forma così una classe dirigente filoromana, che dà impulso al processo di romanizzazione, che sarà sancito giuridicamente con la Lex pompeia de Transpadanis dell’89 a.C., che concedeva alle popolazioni il diritto latino, e la concessione della cittadinanza romana nel 49 a.C.”
          Fonte: http://www.parcoanfiteatromilano.beniculturali.it/index.php?it/240/i-celti-e-la-romanizzazione

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        52. P.S.

          Da notare come Paolo e fantaghiro’ distorcono ogni frase:

          >> “Italiani, il popolo più eterogeneo d’Europa”

          >>

          Io questa frase non la ho MAI SCRITTA. Questa e’ la prova plastica che Fantaghiro’ o non capisce bene i testi scritti (vista la quantita’ di contraddizioni che vede solo lei e le fonti che riporta che sbugiardano le sue stesse affermazioni) oppure lo fa di proposito alla ricerca appassionata di argumentum ad hominem.

          Si’, il popolo italiano e’ tra i piu’ omogenei d’Europa sicuramente. Il piu’ omogeneo? Non lo ho mai affermato, probabile che i francesi (comunita’ basca a parte) lo siano ancor di piu’. Sicuramente piu’ omogeneo delle isole britanniche, della spagna, della germania ed e’ una cosa talmente evidente e talmente ovvia che solo un imbecille totale con seri problemi di vista potrebbe negare (da cui arrivare a credere al grafico che hai riportato che e’ non solo assurdo, ma non sai nemmeno cosa hanno misurato e lo spacci come prova della tua tesi).

          Vabbe’, lasciamo perdere, cosa possiamo pretendere da una che mi cita un complottista delle scie chimiche e me lo mette sopra Barbero?

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        53. 🙈
          “Italiani, il pop­olo più eterogeneo d’Europa” non era una citazione a te, ma all’articolo che ho linkato sotto.
          Se noti, quando cito un commento del blog lo metto tra due gruppi di tre virgolette basse, mentre citazioni a link esterni le metto tra virgolette alte.
          Ad esempio ORA cito te:
          >>>
          non sai nemmeno cosa hanno misurato
          >>>
          Sì che lo so, hanno misurato la presenza di DNA di origine di diversi gruppi etnici. Non sono una scienzata o una genetista, ma mi fido di uno studio di soggetti autorevoli come questi.
          https://www.scienzainrete.it/articolo/ritratto-genetico-degli-italiani/alessandro-raveane-serena-aneli-francesco-montinaro
          Tu l’hai letto? Perché non lo prendi per serio?

          E ancora non hai capito che la citazione a Salar e relativo forum era una boutade. Sembra che parliamo due lingue diverse 😂

          Barbero nel video al minuto 5.50 dice:
          “Chi è celta oggi in Italia? Tutti e nessuno. Noi veniamo fuori da una stratificazione infinita di popoli. Ogni italiano è un po’ celta, come è un po’ greco, è molto longobardo, è molto romano”.

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        54. Ultimo commento, perche’ sono giunto alla conclusione che non comprendi bene i testi scritti (hai persino scritto cio’ che dice Barbero, il quale da’ ragione a me, non a te).

          Volevo solo mettere in luce la tua falsita’ per cui non vale piu’ la pena replicare.

          Questo e’ un tuo commento

          >>>@Fritz
          Il 60% sono tracce “di scarsa importanza”??
          >>>
          i romani svilupparono un odio misto a timore verso i celti e li hanno letteralmente perseguitati, conquistati prima e schiavizzati poi e i pochi superstiti sono fuggiti. Che i celti fossero stati romanizzati e’ vero nella misura in cui una buona parte di essi divennero schiavi.
          I fuggitivi (attenzione, non immaginiamo delle corse: sono fenomeni lenti e richiedono decenni tra saccheggi, guerriglie e rastrellamenti) nel tentativo di salvarsi dalla ferocia romana arrivarono nelle isole britanniche.
          >>>
          Siamo alla fantastoria.
          Io non commento più, spero che prima o poi passi di qui un vero professore con più autorevolezza di me a farti capire la quantità di strafalcioni che hai accumulato.
          Non so dove tu abbia studiato storia, ma a occhio e croce direi sui film di Asterix e Obelix.
          >>>

          Dove citi me e citi ESATTAMENTE la parte dove narro del Sacco di Roma da parte di Brenno, piu’ esattamente il senso di rivalsa dei romani alla famosissima frase – che evidentemente non conosci – “VAE VICTIS”, pronunciata da Brenno, il quale si dice mise la sua spada ai pesi truccati nella bilancia che i romani, sconfitti, dovettero equilibrare con dell’Oro.

          Hai commentato questa narrazione come “FANTASTORIA”, macchiandoti di ridicolo oltre ogni misura, visto che ti ho citato TRE fonti dove viene descritta per filo e per segno la politica ANTIGALLICA” (cit.) cn tanto di descrizione di importazione di coloni romani negli ex insediamenti celtici.

          Quindi se vuoi, riascolta il video di Nova Lectio (che collabora con storici e insegnanti di Storia) o rileggiti questo, te lo reincollo per l’ultima volta:

          >>
          l sacco gallico di Roma fu un grande trauma che rimase vivo nella memoria anche nei secoli successivi e fornì la motivazione (o il pretesto) per una politica antigallica. I Romani infatti già dall’inizio del secolo successivo passarono alla controffensiva[18]. Nel 295 a.C., presso il torrente Sentino nelle Marche, sconfissero una coalizione di Sanniti, Umbri, Etruschi e Galli, nell’ambito della terza guerra sannitica. Ciò aprì loro la strada alla conquista dell’ager Gallicus, ossia il territorio dei Senoni, e nel 268 a.C. fondarono la colonia latina di Ariminum (Rimini), prima città romana nella Pianura Padana. Nel 225 a.C. vi fu un’altra importante vittoria a Talamone (GR) contro i Galli – in questo caso Boi e Insubri – che stavano nuovamente tentando di scendere in Italia centrale, mentre poco dopo sconfissero i Galli Insubri a Clastidium (Casteggio), nell’Oltrepò pavese, e in breve conquistarono la loro capitale Milano. In questi anni invece i Cenomani, assieme ai vicini Veneti, divennero alleati di Roma. Nel 220 a.C. fu costruita la via Flaminia, che collegava Roma a Rimini, mentre nel 218 vennero fondate le due colonie latine “gemelle” di Cremona e Placentia (Piacenza), inviando in ciascuna di esse 6000 coloni (da intendersi non come individui ma come famiglie). Con la loro posizione dovevano fare da baluardo difensivo presso il Po, importante confine ma anche via di comunicazione, e consolidare così i risultati delle recenti vittorie; Cremona in particolare fu la prima colonia a nord del fiume[19].

          Ma proprio nello stesso anno vi fu un’importante battuta d’arresto, in quanto scoppiò la seconda guerra punica e Annibale attraversò le Alpi, giungendo dapprima nella Pianura Padana. Diverse tribù galliche approfittarono della situazione per ribellarsi, attaccando e saccheggiando le due colonie stesse e i loro campi. Negli anni si susseguirono diversi attacchi, prima dei Galli da soli, poi alleati coi Cartaginesi: molti fra i cittadini morirono, scapparono o furono fatti prigionieri e schiavi. Tuttavia le città resistettero e nel 209 a.C. ricevettero anche il pubblico ringraziamento dei consoli in Senato, per essersi mantenute fedeli a Roma. Nemmeno con la fine della guerra (202 a.C.) finirono i loro guai, anzi nel 200 le truppe galliche, assieme al generale cartaginese Asdrubale rimasto in Italia, presero e saccheggiarono Piacenza, per poi passare all’assedio di Cremona, ma furono respinte dall’esercito romano in una battaglia nella quale morì lo stesso Asdrubale. In tale occasione anche i Cenomani cambiarono alleanza e si unirono agli altri Galli, ma furono sconfitti e richiamati all’ordine già nel 197. Gli Insubri vennero poi sconfitti definitivamente nel 196, mentre i Boi nel 191. Se però i primi furono costretti a un’alleanza (foedus) che, per quanto sbilanciata a favore dei vincitori, lasciava un certo margine di autonomia, i secondi ebbero un trattamento più duro e i superstiti furono deportati o spinti in aree marginali.
          >>
          Fonte: https://www.renovatioimperii.org/roma-e-i-celti-ditalia/

          >>

          Da cui mi tocca ripetere due importanti frasi che ti sfuggiranno:

          >>

          l sacco gallico di Roma fu un grande trauma che rimase vivo nella memoria anche nei secoli successivi e fornì la motivazione (o il pretesto) per una politica antigallica

          >>

          E questa:

          >>>

          Gli Insubri vennero poi sconfitti definitivamente nel 196, mentre i Boi nel 191. Se però i primi furono costretti a un’alleanza (foedus) che, per quanto sbilanciata a favore dei vincitori, lasciava un certo margine di autonomia, i secondi ebbero un trattamento più duro e i superstiti furono deportati o spinti in aree marginali.
          >>>

          Adesso puoi ribattere quello che vuoi, per me e’ sufficiente. Da notare con quanta spocchia sei intervenuta nella discussione e non sapevi di cosa parlavi, ma va bene.
          Io finora volevo evitare di mettere in luce le tue lacune, pensavo non le conoscessi certe cose e basta. Ma secondo me lo fai perche’ vuoi convincerti di qualcosa che piace a te.

          Il link sul FORUM QM lo hai citato per avallare le tue teorie quando non ci capisci un cazzo, al pari di Salar, il quale mette insieme celti e germani che NON SONO UN UNICO CEPPO, ma neanche i celti erano un unico ceppo (e qua mi trattengo dalle risate) e NEMMENO GLI UNNI (e leggendo in quel thread arriva a parlare di “aplogruppo UNNICO”, e li’ ho seriamente smesso di leggere per le troppe cazzate).

          Le regioni basche non possono essere celtiche, perche’ i celti erano indoeuropei, i baschi non sono indoeuropei: solo questa affermazione ti squalifica da ogni discussione in tema (e’ come dire una sfera omogenea di ferro galleggia in acqua di mare).

          P.S.

          “tu non sei uno storico e bla bla” Si’, e quindi? Tu lo sei? Dalla mole di cazzate che hai scritto non sei meglio del sottoscritto su questi argomenti.

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        55. @Fritz

          No, io ho virgolettato esattamente quello che riporti qui, infatti NON HO CITATO il passo dove descrivevi il Sacco di Roma bensì un passo successivo. (quindi prima ho chiesto scusa per niente: già avevo omesso di citare Brenno ecc…, cioè le parti giuste). Fantastoria non è TUTTA LA TUA NARRAZIONE, ma esattamente quel punto, dove dici che i celti (cisalpini o tutti?) sono stati quasi del tutto schiavizzati e forse trucidati – deduco dal fatto che scrivi “i pochi superstiti” – e che questi superstiti siano fuggiti. Addirittura attribuisci la presenza celtica nelle isole britanniche a questa fuga, sostenendo che i celti vi giunsero “nel tentativo di salvarsi dalla ferocia romana”, quando invece avvenne secoli prima per i fatti loro. Parli di maxi-deportazioni e poi alla fine ti riferivi solo a quella frase sui Boi? Ma l’ho detto pure io che la romanizzazione non fu un processo semplice e privo di violenza.

          Proprio della romanizzazione tu neghi invece l’esistenza, o la traduci con “schiavizzare la gente dei popoli vinti”; quando invece è tutt’altro concetto, risaputo dal mondo accademico e financo scolastico elementare (pure Eric te l’ha detto).
          L’importazione di coloni romani fa parte proprio di questo processo, ma non significa che vi fu una SOSTITUZIONE ETNICA come dai ad intendere tu. E la prassi non era nemmeno che i Romani relegassero i vinti in riserve tipo Indiani d’America, se è questo che hai in mente.

          NB: lo spocchioso sei tu che non ti degni nemmeno di leggere le fonti postate da me, fosse anche per criticarle e per spiegarmi esattamente quale sarebbe la “mole di cazzate” che avrei scritto.

          PS: mi spiace per Eric se abbiamo trasformato questo post in un megathread sui Celti e i Romani, spero abbia comunque portato qualche punto di interesse ai lettori, nonostante fosse ormai del tutto o.t.

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        56. Siccome la discussione in famiglia è andata avanti con l’aggiunta di nuove fonti, vorrei chiuderla qui lasciando l’ultima parola sulla “romanizzazione” a un Romano, e non uno qualunque: l’imperatore Claudio in persona.
          Nel suo discorso in Senato (48 d.C.) riguardo la possibilità di farvi entrare i discendenti dei Galli, ricordò come “la fortuna di Roma si fosse fondata sin dalle origini proprio sulla capacità di accogliere gli stranieri, di integrarli nella cittadinanza e persino di ammetterli alle magistrature, coinvolgendoli nel governo della città e dell’impero. «Per quale altra ragione Atene e Sparta sono andate in rovina, nonostante la loro potenza militare», incalzò Claudio, «se non per il fatto di considerare i vinti alla stregua di stranieri e di cacciarli come se fossero gente di razza diversa? Invece il nostro fondatore Romolo fu così saggio che più e più volte, nello stesso giorno, considerò gli stessi popoli prima nemici e poi concittadini»”
          (il discorso fu riportato da Tacito negli Annales; nello specifico l’ho trovato su questo sito
          https://it.pearson.com/aree-disciplinari/storia/cultura-storica/antica/stranieri-identita-roma-grecia.html
          ma ve ne sono altri dove si discute di questo testo e concetto; ad esempio questo, che spiega anche la classificazione degli abitanti dell’impero:
          https://storieromane.altervista.org/claudio-e-i-galli-in-senato/

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        57. Anche la caduta di Roma, oltre che la fortuna di Roma, si basò su quello.
          Funzionava benissimo ai tempi dei Galli: prima li romanizzavano per un paio di secoli, poi gli davano la cittadinanza.
          Ai tempi dei Goti invece “un paio di secoli” erano diventati “un paio di decenni”, poi “un paio di lustri”, poi “un paio di anni”, poi “un paio di mesi, basta che ci date una mano in questa guerra qui”…
          Il tempismo è tutto.

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  6. Sono d’accordo che il problema sia trasversale anche se, per usare una metafora medica, ci sono casi e casi della stessa malattia. Magari nello stesso reparto ci può essere chi ha scoperto la malattia in una fase ancora curabile e chi ormai è terminale… Gli woke, onestamente, sembrano messi particolarmente male anche a me; ovviamente poi c’è una grossa differenza fra dire questo e dire che nei conservatori non c’è traccia di malattia. italiano.

    Passando a cose più concrete, ho letto su alcune fonti che Giorgia Meloni vuole parificare uomini e donne per le pensioni in Italia, aggiungendo “Opzione Uomo” a “Opzione Donna”. Ti risulta? Se lo fa davvero mi sembra positivo.

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    1. Se la chiama “Opzione Uomo” di sicuro non parifica, altrimenti sarebbe la medesima “Opzione Pensione Anticipata” per tutti: se mantieni la distinzione tra “Opzione Uomo” e “Opzione Donna” è perché vuoi mandarli in pensione ad età differenti.
      Escludo che possa essere la versione più divertente: gli uomini, vivendo in media 5 anni meno, con Opzione Uomo possono andare in pensione addirittura 2-3 anni PRIMA delle donne con opzione Donna: non succederà, ma farebbe scoprire le carte alle femministe, tutte le misandriche verrebbero allo scoperto perché si imbufalirebbero e perderebbero il controllo.
      Poi le voglio vedere le misandricissime esperte di “Medicina Degenere” a tuonare contro “l’ingiustizia” ffacendo finta di non conoscere le differenti aspettative di vita…
      Peccato che non sarà così.

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  7. @Fritz

    Vediamo di fare chiarezza su alcuni concetti e parole altrimenti non ci capiremo mai.

    “la concorrenza converge inevitabilmente in una oligarchia”

    Il fatto che anche in regime di concorrenza perfetta (quindi teorico) il numero di attori di un mercato possa alla fine essere numericamente piccolo non c’entra con l’oligopolio ma con il fatto che accumulare per merito grandi capitali permette a questi di fare più comodamente investimenti e rischiare di più. I migliori tendono logicamente a crescere più degli altri concorrenti e possono soddisfare da soli interamente la domanda ma solo finché nuovi attori non li superano per innovazione. A nessuno di questi nuovi attori è precluso il mercato.

    L’oligopolio è un’altra cosa. Si riferisce a tutele speciali da parte dei governi che decidono loro a chi affidare un certo mercato proteggendolo dall’ingresso di altri attori.

    È sicuramente il caso del mercato russo non solo per ragioni storiche (assegnazione di ex aziende di Stato a privati “del giro”) ma anche perché l’economia russa è quasi esclusivamente materie prime (mercato che tende a formare naturalmente monopoli e oligopoli).

    Meno forse il mercato cinese ma il sistema cinese è ancora quasi un mistero, un ibrido innaturale. Per me il mercato cinese è monopolistico perché appartiene tutto allo Stato. Di fatto in Cina la proprietà privata è solo formale (e se non sei d’accordo fai la fine di Jack Ma: sparisci dalla circolazione).

    “Il venire “bastonati” di cui parli e’ semplicemente l’intervento del governo centrale, ovverosia una “interruzione momentanea” del regime economico capitalista con una pausa di socialismo”

    Il mercato o è regolamentato o non è. Per esempio affinché ci sia un mercato ci deve essere trasparenza per tutti gli attori che vi partecipano, altrimenti nessuno si fida e il mercato non c’è. Chi è quel pazzo che metterebbe i propri capitali in un mercato non regolamentato? Un criminale lo farebbe ma deve difenderseli da solo con le armi.

    Quando i regolatori intervengono non lo fanno per fare una “pausa socialista”. I principi suddetti stanno tutti già dentro la teoria economica classica, non serve il socialismo.

    Per esempio a me Zuckerberg non piace ma ha inventato qualcosa di nuovo. È nelle cose che le regole non contemplassero l’uso dei dati che Z. (e altri) ha fatto. Il regolatore è intervenuto contro Google (e Microsoft ecc.) perché obbligava gli sviluppatori di software a usare la sua piattaforma. Il regolatore ha detto no: state minando il principio della concorrenza del MERCATO LIBERO e così affossando l’innovazione.

    “Neo-Liberismo questo ciclo si e’ interrotto perche’ lo Stato stesso e’ ormai controllato dai mercati. E’ il mercato che bastona lo Stato adesso, non il contrario.”

    Il mercato non controlla gli Stati. Gli Stati hanno bisogno di qualcuno che gli presta i soldi e il mercato glieli dà a condizione che poi gli ritornano. Se gli Stati non vogliono essere valutati dai mercati semplicemente spendessero quanto guadagnano. Io stesso non ho titoli di Stato italiani in portafoglio da più di dieci anni (ci faccio trading a volte a sfizio) ma che potere ho rispetto allo Stato che se vuole può tassarmi fino a quasi l’esproprio? Non ho titoli di Stato italiani perché come tutti gli investitori razionali guardo ai conti e l’Italia ha un debito che è una volta e mezzo quanto guadagna. Come se non bastasse (essendoci di meglio da comprare sul mercato) ogni partito che si candida alle elezioni promette la qualunque. Mi avete pigliato per scemo?

    Guarda che è successo in Uk. Volevano abbassare le tasse ai ricchi (proposta ragionevole ma in tempi di vacche grasse) che scommetto è una idea giudicata male dai critici al turboliberismo (vroom vroom). Guarda caso però gli stessi turboliberisti che dite comandano il mercato gliel’hanno affossata. Come mai? Ma è semplice: ci siamo fatti i conti e abbiamo giudicato fosse un azzardo!

    “Musk, Bezos, Gates, Buffett etc cosa sono per te?”

    Imprenditori molto bravi: niente di lontanamente simile agli oligarchi russi mafiosi col culo protetto dal governo corrotto.

    Fino a quindici anni fa Musk era considerato un visionario ma soprattutto un matto. Perché? Perché il settore automobilistico è molto costoso e difficile: ci vuole grande esperienza per costruire macchine e i concorrenti sono giganti tipo Ford, Volkswagen, Toyota, ecc. Arriva uno sbarbatello con molte idee sulla carta ma nessuna esperienza e capitali tutti da raccogliere a fiducia tra gli investitori privati. Oggi Tesla è una delle aziende più grandi al mondo per capitalizzazione (perché a produzione ancora stiamo a guardare e non è detto che altri concorrenti non facciano meglio ridimensionandolo).

    Bezos ha iniziato da un sito web e ha rivoluzionato la logistica. Gates ha piazzato un computer su ogni scrivania quando gli altri erano grandi una stanza. Buffett rilevò l’azienda fallita di famiglia (la Berkshire, ancora oggi si chiama così) e il primo miliardo l’ha guadagnato già sessantenne.

    Di che stiamo parlando? Oligarchi russi un par di palle!

    “non c’e’ mai stata una sproporzione cosi’ grande in termini di risorse tra ricchi e poveri”

    Secondo me non hai idea di quanta sproporzione ci fosse prima, ecco.

    Comunque il capitalismo non si occupa di distribuire la ricchezza ma di creala, perché se non la crei cosa distribuisci?

    Ma il capitalismo ha anche e soprattutto creato e distribuito opportunità.

    Io le lamentele dei tempi moderni non le capisco. Ci sono ancora molti problemi, nessuno lo nega, ma a pensare di cambiare un sistema che funziona è totalmente folle, specie se l’altro proposto è il comunismo (che non funziona).

    E scusami mi fermo perché ci vorrebbe un trattato.

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  8. @Fritz

    Dimenticavo un altro aspetto importante che credo generi confusione e a cui non ho risposto ieri.

    La mano invisibile del mercato, giusto?

    È lo stesso problema dei woke che strumentalizzano Popper quando fanno finta (o non lo sanno) che Popper non definì precisamente chi erano gli intolleranti contro cui non essere tolleranti: quelli che ti puntano una pistola alla testa. Se si sorvola su questo particolare diventano intolleranti tutti quelli che soltanto la pensano diversamente e contro loro è ammesso tutto.

    Allo stesso modo quando Adam Smith discuteva delle forze naturali del mercato lo faceva all’interno di un contesto ben preciso: che ruolo hanno i regolatori nel funzionamento del mercato (che è il tema centrale di ogni discussione tra economisti)?

    Fuori da questo contesto Smith sembra dire: lasciamo fare al mercato che ha sempre ragione. Ma non è così.

    Innanzitutto si riconosce che siamo tutti agenti del mercato. Anche le banche centrali e regolatori politici partecipano alla grande danza del mercato.

    Quando capita un evento avverso estraneo al mercato (pandemie, guerre, pestilenze, meteoriti ecc) il mercato si scuote più o meno fortemente. Non è un problema di regole che non hanno funzionato: succede e non è prevedibile. A questa scossa il mercato reagirà trovando, se lasciato solo, un nuovo equilibrio presumibilmente molto più basso (con conseguenti prevedibili disastri sociali).

    Ci sta bene?

    Smith ci rassicura che un altro equilibrio i mercati lo trovano comunque (che piaccia o no il nuovo equilibrio). Ma soprattutto dice che la mano visibilissima dei regolatori (i guardiani del mercato libero) non è detto che risolve o faccia più danni. Questo è il punto. Keynes è meno critico (più interventista) ma sempre capitalista è. Quando le cose vanno bene anche Keynes dice che è meglio non toccare il mercato, e quando c’è troppo debito è meglio non adottare politiche espansive. Friedman manco lo cito perché da monetarista di scuola austriaca se provi a stampare denaro ti fucila (l’inflazione è sempre inflazione monetaria, dice). E poi tanti altri ognuno con le sue teorie (ma sempre dentro il capitalismo, non c’è niente di buono fuori).

    Il problema è che l’economia non è una scienza esatta. Non è una cosa che alzi una levetta o giri una manopola e risolvi. Normalmente non sei sicuro neanche dove si va a parare con le tue soluzioni (una cosa la prevedi, due cose le prevedi, ma tre/quattro e poi tutte le conseguenze a lungo termine, no).

    Oggi affrontiamo una inflazione molto alta. Da cosa è stata creata? Da due fattori principalmente: la premiata stamperia delle banche centrali necessaria a contenere gli effetti della scelta POLITICA di bloccare quasi totalmente l’economia globale, e la guerra di supremazia tra Occidente e Oriente anch’essa decisa dalla POLITICA.

    I mercati non c’entrano una benamata fava. Producono inflazione ma non è colpa loro. Ai mercati andava benissimo com’era prima perché i mercati per prosperare hanno bisogno di pace, certezza e tranquillità, cioè di gente felice che vuole e crede di poter migliorare le proprie condizioni di vita conquistando più benessere (almeno materiale).

    Ora la nostra scelta è tra lasciare fare alla mano invisibile del mercato, che troverà da solo un nuovo equilibrio ma molto più basso dopo una pesante recessione, oppure intervenire con nuovi strumenti e interventi da parte dei regolatori.

    L’aspetto curioso è che i regolatori per fermare l’inflazione hanno scelto di distruggere la domanda, quindi stanno bastonando il mercato a botte di tassi finché non sanguina.

    Come andrà a finire? Non ne ho la più pallida idea, so soltanto che i vari Fuffari daranno la colpa al mercato.

    Concludo con il neoliberismo a cui anche non avevo risposto. Per me il neoliberismo dicevo è la “terza via” di Clinton, Blair, Obama ecc. Oggi credo in fase morente.

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Terza_via

    “al fine di individuare un efficace compromesso di giustizia sociale, pari opportunità, valorizzazione del merito, dell’iniziativa privata, tra le politiche economiche laissez-faire e quelle interventiste”

    È una ideologia POLITICA che si crede di poter governare forze che non controlla: è una illusione che si basa sulla idea che le società (quindi anche i mercati) siano completamente plasmabili a loro piacimento. Società e mercati che invece sono vivi e dinamici e quando possono infatti gli votano contro (appena trovano un Trump).

    La scelta di obbligare le aziende ad assumere donne non può essere una scelta voluta da mercato che infatti lasciato libero non lo fa (non perché odia le donne ma perché sono più rischiose da assumere).

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    1. @Blu

      Ho letto tutto. Appena mi trovo un po’ di tempo vorrei porre alcuni quesiti.

      Nel complesso non ho nulla da criticare, il tuo discorso non fa una piega; e’ logico e coerente con cio’ che si osserva molto piu’ di quanto lo fosse il mio (che aveva dei buchi riguardo la teoria economica). Ti ringrazio per le spiegazioni.

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    2. >>>
      Ai mercati andava benissimo com’era prima perché i mercati per prosperare hanno bisogno di pace, certezza e tranquillità, cioè di gente felice che vuole e crede di poter migliorare le proprie condizioni di vita conquistando più benessere (almeno materiale).
      >>>
      Questo va spiegato a tutti quei complottari convinti che i grandi capitalisti che dominano i mercati vogliano ridurre la popolazione, distruggere le famiglie, creare una società instabile e scontenta, ecc… perché secondo loro ci guadagnerebbero. Alcuni settori economici probabilmente guadagnano dall’instabilità (es. quello delle armi), ma non certo tutti.

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    3. >>>
      La scelta di obbligare le aziende ad assumere donne non può essere una scelta voluta da mercato che infatti lasciato libero non lo fa (non perché odia le donne ma perché sono più rischiose da assumere).
      >>>
      A un certo punto il rischio va comunque affrontato perché non ci sarebbero abbastanza uomini per coprire tutti i posti di lavoro. È giusto quindi che lo Stato supporti le aziende ripagandole del rischio (es. pagando in toto non solo la maternità, ma anche lo stipendio del sostituto), oppure se si vuole continuare a lasciare che l’azienda si arrangi, l’obbligo va parificato dando lo stesso tempo in paternità all’uomo. A quel punto le aziende dovrebbero scegliere come bilanciare questo rischio naturale, cioè se privilegiare dipendenti over 50 (
      seppur col minimo rischio di imbattersi ancora in qualche neopapà attempato) o prediligere dipendenti giovani (col rischio che vadano in maternità/paternità).

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      1. Sì sì, è così.

        Il ruolo dello Stato si è capito che lo limiterei al massimo (di questo credo non potete dubitare 😁) ma se c’è un ruolo utile e sensato è proprio questo che dici.

        D’altronde la discriminazione per le donne non è rispetto agli uomini ma rispetto alle donne che lavorano nel pubblico.

        Il problema per le donne lavoratrici infatti è nel settore privato.

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