Augurio per il 2024: più violenza per le strade, ma per poco!

Premessina: il mese scorso sono stato vittima di un’aggressione con probabile tentativo di furto. Ho sporto poi regolare denuncia. “Probabile tentivo di furto” perché al furto non sono arrivati, non gli è andata bene: diciamo che se da una parte io ho avuto la conferma di ciò che già sapevo, ovvero che in giro c’è anche brutta gente, dall’altra però loro hanno avuto la sorpresa di scoprire che anch’io sono “brutta gente” 😀 LOL 😀

Non essendo io un impavido superuomo – come invece sono un Dario Accolla, un Michele Serra o un Lorenzo Tosa – ho avuto paura sia prima che dopo l’evento, e soprattutto dopo: mi è persino venuta la fobia che possano aggredirmi quando sono fermo in auto al semaforo rosso e per questo schiaccio il tasto che blocca le portiere.

Fortunatamente, però, non ho avuto paura DURANTE: durante l’evento provavo solo rabbia e voglia di uccidere, ma nessuna delle due particolarmente forte, diciamo che tutto si è svolto in maniera sorprendentemente fluida, e “naturale” oserei dire, senza molto spazio per sentimenti forti.

Fortunamente, inoltre, ero solo: la presenza di una seconda persona, di quasi chiunque, al mio fianco, quasi certamente avrebbe rallentato l’azione, e la velocità in certi frangenti è il fattore più importante, la velocità è vita.

Fatta questa premessa, eccoci giunti all’augurio per il 2024:

Il mio augurio è che, oltre ad aggredire tanti ometti paurosi come me, durante il 2024 vengano – proprio come è successo a me, allo stesso identico modo – aggrediti da delinquenti anche molti impavidi superuomini – i Dario Accolla, i Michele Serra, i Lorenzo Tosa, e tanti altri – che nel medesimo periodo hanno tenuto a farci sapere di non conoscere cosa sia la paura e di sentirsi addirittura “privilegiati” dalla loro smisurata potenza, questo ad esempio è Michele Serra:

Che io lo voglia o non lo voglia, il semplice fatto di essere un maschio mi permette di fare a piedi anche tutta la circonvallazione, di notte, senza sentirmi preda.

E questo invece è Dario Accolla, la cui superpotenza è decisamente meno strabordante di quella del Serra ma che comunque che ci tiene a farci sapere (oltre al fatto che evidentemente i gay non corrono alcun rischio specifico o maggiore rispetto agli uomini etero) che mai nessun uomo è morto o ha subito gravi danni fisici – e men che mai danni psicologici – a seguito di aggressioni e furti – e che l’unico rischio è dover rifare i documenti dopo che ti hanno fregato il portafogli (i quattro spicci nel portafogli sono ovviamente irrilevanti per chi prende aerei per andare a compleanni):

A inizio anno, a gennaio inoltrato, sono stato invitato a una festa di compleanno a Roma. Decisi allora di non prenotare l’hotel, ma prendere il primo aereo utile per tornare a casa, all’alba. Dalla fine dei festeggiamenti all’arrivo del pullman che mi avrebbe portato in aeroporto, mi sono concesso una lunga passeggiata per il centro della capitale. Certo, mi sono posto il problema che girare da solo avrebbe potuto espormi a qualche pericolo. Un furto, ad esempio. Ma la mia paura si è fermata lì.

Lorenzo Tosa manco lo cito, non ho voglia di fare gli screenshot, comunque diceva cose del tutto simili a quanto citato di Michele Serra , su Facebook, un giorno si e l’altro pure.

Ecco, appunto, il mio augurio: che i delinquenti possano finalmente avere quello che si meritano, a seguito dell’incontro con i suddetti supereroi: io purtroppo, essendo un ometto pauroso, non sono riuscito a fare di meglio che scappare lasciandoli quasi illesi. Sono certo invece che un Dario Accolla saprà fare di più e meglio di me, mentre gente più strabordante come un Michele Serra o un Lorenzo Tosa addirittura darà spettacolo, magari concludendo il tutto con un’intervista post-evento in cui dichiareranno “Io non ho paura di nessuno, e un giorno batterò un viero campione!” 😀 LOL 😀

Chiudo – dopo aver specificato che non sto affatto scherzando e mi auguro che quanto sopra accada sul serio – dedicando una canzone ai suddetti supereroi – i Dario Accolla, i Michele Serra, i Lorenzo Tosa, e tanti altri – una famosa sigla adeguata alla loro strabordante forza e risolutezza:

sss

12 thoughts on “Augurio per il 2024: più violenza per le strade, ma per poco!

    1. Come la mettiamo se un uomo nel Metaverso usa un avatar femminile e l’avatar subisce violenza?
      E’ una cosa divertente in quanto l’avatar è collegato a un uomo oppure è stupro in quanto l’avatar è femminile?

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  1. Si ma non vorranno considerare reato solo le molestie sessuali?
    Se offendono l’onore e il decoro del mio avatar voglio la “diffamazione”, se lo picchiano le “lesioni personali”!
    …..
    In generale:
    dove arrivano le donne arriva sempre anche il codice penale, avere la presenza di donne è come leggere le sentenze penali della Cassazione a sezioni unite.
    Simpatico uguale.
    Cad.

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    1. E’ un discorso tipicamente MGTOW il tuo: infatti un classico è che qualcuno dica che quando vede una bella donna per strada si immagina tribunali – anche se civili – ove lei pretende soldi…tra l’altro è una cosa meno pesante rispetto al gay che la vede e si immagina costretto dal patriarcato a fare sesso con lei e gli viene da vomitare, però per parecchie donne pare sia peggio perché il primo non ha repulsione e vomito ma paura di dover dare soldi, ed alcune signore ai soldi ci tengono assai, ben più che ad essere desiderate…

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  2. @ericlauder

    “…mi è persino venuta la fobia che possano aggredirmi quando sono fermo in auto al semaforo rosso e per questo schiaccio il tasto che blocca le portiere.”

    Però sappilo, della tua paura la società se ne infischia totalmente. Sei un uomo!

    Solo le donne sono autorizzate a essere degne di preoccupazione sociale. Le femministe sono molto vigili che non ci si discosti da questo must.

    Il povero Fabio Nestola ha provato a ricordare le vicende di un’assassina, ma Facebook lo ha bloccato per incitamento all’odio

    L’odio verso gli uomini può invece essere liberamente espresso sulla RAI in trasmissioni domenicali che durano anche più di un’ora. In questa, nella parte iniziale si parla di donne in paesi come l’Afghanistan e l’Iran, giusto per trovare motivi per aizzare contro i maschi, e poi dal momento -58 dalla fine della trasmissione iniziano con le solite balle misandriche e uomini che fanno a gara per accontentare le femministe. Uno schifo.

    https://www.raiplay.it/video/2024/01/Speciale-La-biblioteca-dei-sentimenti—La-guerra-delle-donne—07012024-f5b09670-e500-4156-92e9-e750e037f922.html

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    1. Oh, lo so bene che la società se frega.
      So anche che la stragrande maggioranza dei cosiddetti “buoni” mi sfotterebbe per questo.
      E sai cosa comporta questo?
      Non ho cominciato a fregarmene della società, no, questo no.
      Ho “solo” sviluppato un forte scetticismo verso i “buoni”, che per me sono colpevoli sino a prova contraria.

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      1. “Non ho cominciato a fregarmene della società, no, questo no. Ho “solo” sviluppato un forte scetticismo verso i “buoni”, che per me sono colpevoli sino a prova contraria”.
        … E fai benissimo.
        La questione degli MGTOW/Incel come presunti antisociali è ingarbugliata: cosa s’intende per “società”? Se s’intende quel meltingpot fra Potere Statale – che, per definizione, è CONTRO l’uomo bianco eterosessuale – e la gente comune che ancora SI FIDA di esso, assorbendone la propaganda, allora io sono un MGTOW antisociale.
Poi si dà anche che io sia meridionale, il che significa: ATAVICA DIFFIDENZA, atteggiamento difensivo, contro abusi e ruberie a danno dei poveracci; quindi sono doppiamente antisociale per due motivi diversi.
        Cerco solo di esserlo come suggerisce Jünger con l’Anarca: cioè senza farmi sbattere dentro, simulando un’apparente “buona condotta” esteriore, che non corrisponde affatto ai miei veri valori e ideali.

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        1. Guarda che CHIUNQUE vada contro le tesi mainstream viene definito “antisociale”: lo dicono anche contro chi predica il “poliamore” e una certa parte lo dice anche a chi si fa le canne.
          La parte divertente di Internet e del suo anonimato è che la stessa persona che ti da’ dell'”antisociale” perché il tuo nickname va contro il mainstream in qualcosa poi magari il mese successivo, dal vivo, viene a farti i complimenti per un discorso che hai fatto: in quel caso dicevi cose in sintonia con il mainstream o con le idee di quello specifico gruppo…
          L’importante è non raccontare balle, l’anonimato su Internet non serve per crearsi personaggi di fantasia, che sono solo masturbazioni mentali e una specie di videogame, ma per poter dire le opinioni che in pubblico non conviene dire – anche nella speranza di sdoganarle…

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  3. “…ma per poter dire le opinioni che in pubblico non conviene dire – anche nella speranza di sdoganarle…”

    Esatto!

    Massimo rispetto per chi ci mette la faccia, ma effettivamente non ho voglia di battagliare di persona su questi argomenti, anche se nella limitata cerchia di qualche conoscente e di parenti sanno che non vedo di buon occhio il femminismo. Quando capita qualche discussione i toni si alzano, troppi cervelli ingrippati in giro. Fatica sprecata.

    Ancora troppi begli addormentati nel bosco.

    Non appena si sveglieranno, tanto da creare un minimo di massa critica, si potrà cambiare strategia.

    Per ora mi limito a partecipare con un nickname nella speranza che gli svegliati aumentino presto.

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    1. Ma non è solo quello, facciamo un esempio:
      “Il Frecciarossa costa troppo per il servizio che offre”
      Si può dire?
      Certo.
      Ma se sei UN FERROVIERE E LO DICI COL TUO NOME E COGNOME, DI SICURO NON TI LICENZIANO, PERO’ POTRESTI PERDERE UN AVANZAMENTO DI CARRIERA, O POTREBBERO RITARDARTELO DI UNO O DUE ANNI…

      Allora qui bisogna capire una cosa: alla gente interessa di più sapere quale sia il rapporto prezzo/qualità del Frecciarossa o sapere il tuo nome e cognome e indirizzo e mestiere?
      Io se permetti NON CHIEDO SOLDI MA NON INTENDO NEANCHE PAGARNE PER DARE LE DRITTE…

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    2. “Massimo rispetto per chi ci mette la faccia, ma effettivamente non ho voglia di battagliare di persona su questi argomenti, anche se nella limitata cerchia di qualche conoscente e di parenti sanno che non vedo di buon occhio il femminismo. Quando capita qualche discussione i toni si alzano, troppi cervelli ingrippati in giro. Fatica sprecata. Ancora troppi begli addormentati nel bosco. Non appena si sveglieranno, tanto da creare un minimo di massa critica, si potrà cambiare strategia.”.
      Condivido tuttissimo! E credo che sia esattamente questo l’atteggiamento cui alludeva Jünger col personaggio dell’Anarca (“… Il Potere sarà globalmente soddisfatto di lui … senza sospettare che egli, invece, cova e trama contro di lui, pronto a cogliere ogni segnale di rivolta organizzata …”).
      Allo stesso tempo, però, torno a mettervi in guardia sulla paternità solitaria: l’avevo già fatto da un punto di vista strettamente PRIVATO (se non si è circondati dalla solidarietà di una rete parentale – o se non ci si può permettere il lusso di una tata a tempo pieno – è uno stress, un’autolimitazione di libertà, perché non puoi permettere che il figlio venga sfiorato/coinvolto dai tuoi eventuali intrallazzi sessuali extradomestici; io, quando concordai l’affido al 50% esatto, dovetti completamente cessare la collaborazione con Genitori Sottratti, le trasferte a Bologna ecc.; dovetti limitarmi all’attivismo online con i due blog; che poi comportò ugualmente alcuni sbattimenti, se ripenso alle trasferte ad Arezzo – con Fabio, Santiago e Vincenzo M. – per incontrare Macrì e la sua stagista Sara Pezzuolo).
      Adesso ci aggiungo anche l’aspetto PUBBLICO: come padre-single sei completamente invisibilizzato nell’ambiente di lavoro: p. es., il mio ufficio – come in ogni ente locale – era all’80% femminile: quando si trattava di concordare turni, assenze per malattie figli ecc. si dava per scontata la “conciliazione famiglia-lavoro” per le colleghe, ma, se saltavo fuori io, con la mia paternità solitaria, tutte restavano stralunate: non riuscivano a capire come un uomo avesse potuto volontariamente RIDURSI ad accudire il figlio (cosa che esse stesse avrebbero delegato volentieri, potendolo) (nonne ecc.).

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