Il DDL 2530 e il reato di falso ideologico.

Il falso ideologico è la menzogna contenuta in un documento.

La falsità è ideologica perché cade sulle attestazioni dell’autore, cioè sul contenuto di un documento che, non risultando né contraffatto, né alterato,  reca dichiarazioni menzognere.

In questa ipotesi si può parlare di non veridicità dell’atto.

Secondo alcune fonti, il falso ideologico si distingue nettamente dal falso materiale che si risolve nella contraffazione o nell’alterazione documentale, cioè nella creazione di un documento da parte di colui che non ne è l’autore o nella modifica del documento originale redatto da chi appare autore.

In questa ipotesi si può parlare di non genuinità dell’atto.

La distinzione ha un rilievo soprattutto pratico, ammesso che le falsità materiali sono sempre punibili se siano giuridicamente rilevanti.

Le falsità ideologiche per essere perseguibili, oltre alla rilevanza giuridica, richiedono anche che l’autore del falso sia venuto meno all’obbligo giuridico di attestare o fare risultare il vero.

Il codice penale punisce il falso ideologico del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio realizzato in un atto pubblico, ma sanziona anche il privato che realizza la falsità in atto pubblico.

Ma quale potrebbe essere un esempio di reato di falso ideologico?

Non sono un esperto in materia, quindi azzardo quella che è soltanto un’ipotesi parecchio ardita.

Questo:

Il testo del DDL 2530, nella parte dove come si può vedere dalla sottolineatura afferma che vi sia “un trend di aumento dei c.d. reati spia” quando invece i numeri mostrano chiaramente una diminuzione di detti reati, non solo nei numeri del 2021, è evidente anche nei numeri del 2020 rispetto ai precedenti: è palesemente falso che “maltrattamenti in famiglia” e “stalking” (“atti persecutori” in tabella) siano in aumento, l’affermazione è smentita dai numeri appena sopra di essa che denotano un trend in netto calo.

Non so però se i parlamentari abbiano l’obbligo giuridico di attestare il vero, e dubito che ce l’abbiano…quindi probabilmente non si tratta di reato di falso ideologico, ma solo se è legale scrivere balle palesi negli atti parlamentari…

8 thoughts on “Il DDL 2530 e il reato di falso ideologico.

    1. Questo sito è per i posteri, a un certo punto qualcuno si chiederà – e secondo me ci faranno anche ricerche antropologiche – come sia stato possibile scrivere che 3268 è maggiore di 4021 e che 1927 è maggiore di 2600, e NESSUNO abbia fatto notare la cosa…è chiaro infatti che alcuni e forse MOLTI debbono aver per forza notato la cosa ma sono stati zitti PER PAURA: gli antropologi dovranno dare una spiegazione a quella paura.

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      1. “… gli antropologi dovranno dare una spiegazione a quella paura.”

        Ciò potrebbe avvenire solo se l’Italia uscisse da TUTTE le agenzie sovranazionali (UE, ONU, NATO, OMS).

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        1. E’ irrilevante perché l’Italia è sempre in ritardo, quando cominceranno sarà in qualche altra nazione, e per un periodo ci sarà la critica al donnismo/ginocentrismo in altre nazioni mentre l’Italia resterà per un bel po’ ferma sulla difesa del donnismo/ginocentrismo dicendo anzi orgogliosamente “certe cose in Italia non succedono”, infine una volta che la cosa sarà abbastanza “vecchia” e largamente diffusa altrove solo allora anche l’Italia si adeguerà al trend anti-ginocentrico.

          Chi vive in Italia se segue ciò che accade nei paesi che guidano le innovazioni nei trend sociali è come possedesse una macchina del tempo con la quale può prevedere a grandi linee il futuro perché, a grandi linee, il presente di quei paesi è il futuro dell’Italia.

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        2. @@
          l’Italia resterà per un bel po’ ferma sulla difesa del donnismo/ginocentrismo dicendo anzi orgogliosamente “certe cose in Italia non succedono”,
          @@

          Eric, che l’Italia sia spesso in ritardo, rispetto a ben precisi paesi (particolare che va sempre evidenziato, perché in altri luoghi del pianeta sono, a dir poco, in ritardissimo…) è vero, ma non è vero che gli italiani – a cominciare da quelli che si trovano “in alto” – sono soliti affermare che “certe cose in Italia non succedono”.
          Anzi, casomai è il contrario.
          Dovresti sapere bene – anche perché sei un uomo che ha girato un po’ il mondo – che in Europa (da ovest a est) non esiste un popolo più esterofilo, e parimenti convinto che l’erba del vicino sia sempre più verde, di quello italiano.
          Gli italiani si vantano solo della loro (nostra) cucina.
          (In questo caso, giustamente, aggiungo.)
          Ma per il resto lasciamo proprio perdere, perché italiani e disprezzo di sé, dei propri connazionali e della propria storia vanno spessissimo di pari passo.

          Per esempio: per quale motivo molti stranieri provenienti dall’Europa dell’est e dal Nord Africa si sentono in diritto di sputare sentenze, e quindi di dare giudizi morali, nei confronti dell’Italia e degli italiani?
          Semplice, perché gli stessi italiani glielo permettono, con i loro discorsi disfattisti e intrisi di esterofilia.
          Lor signori sanno bene che non troveranno (quasi) mai alcuna opposizione da parte degli italiani; anzi, ne troveranno tanti, tantissimi (troppi) che gli daranno ragione e che al tempo stesso si guarderanno bene dal rivolgergli la seguente ferale domanda:
          “Ma tu perché vivi in Italia se a casa tua stavi tanto bene?”
          (Immagina cosa accadrebbe a situazione invertita…)
          Nei fatti i nostri connazionali sono il cavallo di troia degli stranieri.
          Ovviamente, ascoltando questi discorsi, i summenzionati stranieri – già complessati di loro – si sentono poi in diritto di spaccare i coglioni agli abitanti del paese che li ospita e che gli ha permesso di condurre una vita che a casa loro avrebbero potuto solo sognarsi.
          A me è capitato innumerevoli volte (anche di recente) di ascoltare stranieri – principalmente uomini – che sputavano nel piatto in cui mangiavano, elencando tutti i difetti dell’Italia e affermando che “in Italia è tutto sbagliato”.

          Stranieri e gratitudine molto difficilmente vanno di pari passo.
          Se dessi retta ai miei istinti primordiali starei a fare a cazzotti un giorno sì e l’altro pure, con tutte le conseguenze del caso, sicché, per ovvi motivi,, sovente mi tocca lasciar perdere.
          Viceversa, mi toccherebbe finirebbe sotto processo e risarcire questa massa di stronzi, che fingono di non ricordare da quali paesi di merda provengono e perché si trasferirono in Italia anziché restare nei loro meravigliosissimi paesi.
          A questo aggiungiamo che rischierei anche di beccarmi qualche coltellata, considerando che molti di questi soggetti di M. girano con i coltelli in tasca.
          Certo, dovrebbero ammazzarmi, perché poi li andrei a cercare e non per portargli un mazzo di rose rosse.
          Basta dire che questi ritardati non parlano mai (al contrario degli italiani) delle rogne di casa loro, soprattutto in presenza di italiani.
          Il problema però è farlo capire ai nostri inconsapevoli connazionali, specie se di sesso maschile, solitamente sottomessi a tutto e a tutti; quindi alle spocchiosissime femminucce ed agli stronzissimi pezzi di merda stranieri.

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