Perché le donne fanno schifo anche a biliardo?

Ovviamente perché, come per gli scacchi e per il bridge, il biliardo è un gioco basato sulla forza fisica… 😀 LOL 😀

35 thoughts on “Perché le donne fanno schifo anche a biliardo?

  1. “Non vogliamo essere costrette a competere contro atleti nati maschi che hanno evidenti vantaggi” ??
    vantaggi nel giocare a biliardo per i maschi? a parte il fatto di essere da questa parte della stecca davvero non ne vedo….

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    1. Non è che ci siano vantaggi, è che alcune “principesse” vogliono potersi dire campionesse pur competendo contro solo metà della popolazione, esattamente come avviene a scacchi ed a bridge.

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      1. bello quando si può scegliere tra “stereotipo di genere” e “evidente vantaggio” a seconda di quale espressione torni più comoda per definire la stessa caratteristica….

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        1. E’ la base del femminismo, e sono gli uomini che glielo hanno lasciato sempre fare: quando una femminista parla di “stereotipi” è perché vuole quote/leggi per compensare un vantaggio maschile, quando invece una femminista parla di “differenze” è perché vuole che non si tocchi un vantaggio femminile.
          A forza di lasciarle fare indisturbate si è giunti al punto che nell FFAA hai donne che “non sono inferiori, è soltanto uno stereotipo” ma al contempo “debbono poter entrare con standard ridotti per via delle differenze”.

          Sai come si smerda una femminista della differenza?
          Prima le chiedi tre cose in cui le donne sono superiori agli uomini, per via delle differenze. E lei te ne dice anche quattro o cinque.
          Poi le chiedi tre cose in cui gli uomini sono superiori alle donne: ti dirà solo la forza fisica, le altre due non le sa dire…

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      2. @EricLauder

        Tutte le volte che ho cercato di intavolare una discussione seria con una femmina su questi argomenti, e’ finita in caciara.

        Reagiscono tutte come Fantaghiro’ (esemplare della femmina media ben travestita da pecora, ma e’ in realta’ un lupo). E, ovviamente, c’e’ sempre il cavalier zerbente pronto a soccorrerle.

        Saranno dieci anni che, nella realta’, evito accuratamente certi discorsi in presenza di femmine e mi limito a sfottere sottilmente il cavalier zerbente di turno.

        Se potessi postare una recente discussione su telegram nel gruppo di lavoro, avvenuta quasi per caso di recente, ti sanguinerebbero gli occhi, ma evito per ovvi motivi.

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        1. Quello che scrive Eric è diverso da quello che scrivi tu. So che hai studiato fisica, quindi te lo dico nel linguaggio della statistica e forse sarà più chiaro: tu parli di media, mentre Eric parla di varianza. Ci sono dati oggettivi che suggeriscono che la varianza è diversa nelle distribuzioni delle prestazioni intellettuali maschili e femminili; ma non ci sono dati oggettivi che suggeriscono che la media è diversa (oltre la incertezza sperimentale). Infatti, se parli di campioni di scacchi stai parlando della coda della distribuzione dell’intelligenza, mentre se parli della produttività media degli impiegati stai parlando della massa della distribuzione.

          Tu non porti dati oggettivi, quello che dici è che secondo te la media è diversa perché nella tua esperienza personale è così. Ma la tua esperienza è un campione statistico troppo piccolo, quindi è facile attaccarti. Per esempio, basta che Fantaghirò scrive che nella sua esperienza invece non è così. Inoltre, ti esponi anche alla critica che la tua esperienza personale non è verificabile. Se invece di Fantaghirò trovi una femminista stronza, questa potrebbe insinuare che ti inventi le cose e (anche se magari non è vero e tu sei onesto) non potresti dimostrare il contrario. Eric invece può dimostrare molto facilmente che gli scacchisti più forti sono quasi tutti uomini, basta che fa vedere i risultati delle partite e nessuno può accusarlo di esserseli inventati.

          Secondo me, dovresti fare più attenzione a non confondere le tue opinioni con i fatti. Se descrivi una tua opinione come un fatto incontestabile, non risulti più convincente; anzi è il contrario.

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        2. @X

          X, ho parlato infatti della mia esperienza. Tutte le volte che ho provato a parlare con una femmina di queste cose, la discussione e’ degenerata sempre per volonta’ manifesta della femmina in questione.

          Anche in altri casi accade sempre lo stesso. Le mie esperienze, sommate alle esperienze di Frank, di Claudio, delle innumerevoli esperienze narrate sul web, iniziano a pesare.

          E quando faccio affermazioni lo faccio sempre sui dati. Ne abbiamo tanti, troppi.

          C’e’ un pestaggio quotidiano che gli uomini subiscono, in Occidente, dalla controparte femminile. Adesso vogliono anche iniziare un lavaggio del cervello nelle scuole.

          Se “non tutte” le femmine fossero consenzienti, allora ditemi: dove sono le proteste? Le madri sono d’accordo nel rincoglionire i propri figli a scuola e a consentire che vengano trattati come criminali in quanto “maschi”?

          Io proteste non ne vedo.

          E la stessa Fantaghiro’ non fa che confermare ogni mia singola parola. Le mie affermazioni non vengono indagate, ma si prova ad attaccare la mia persona, e tra l’altro invocando l’aiuto di altri LOL, ovvero il desiderio e’ di aggredire in branco.
          Io in questi giorni ho letto mistificazioni, piagnistei, vittimismo, continui rimandi e capisco/non-capisco a seconda di cosa conviene dire … E questa e’ la TIPICA DISCUSSIONE UOMO VS DONNA su questi argomenti.

          Non e’ nemmeno capace di ammettere una cosa ovvia e risaputa: che le femmine in passato vedevano nella maternita’ una scappatoia dalla vita lavorativa. Cosa che ho sentito con le mie orecchie da una anziana pavese manco tre mesi fa.

          Ogni volta che voi provate a discutere con le femmine, otterrete questi risultati. Quelle dalla nostra parte sono coloro che confermano ogni mia singola parola: ne conosco alcune, ma non fanno statistica.

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  2. ma nei tornei di Tetris le donne come vanno? ho guardato qualche match e sembrano tutti maschi con una netta sproporzione di asiatici.

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    1. @Alex
      Io l’ho già raccontato che anni fa stracciai un ragazzo a Tetris, però non significa nulla, può essere che ad altissimi livelli ci siano solo maschi.

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      1. Avrei simpato volentieri una ragazza brava al Tetris sebbene in base alla mia esperienza, più una ragazza è nerdy, più è esigente dal lato fisico.

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  3. A certe donne bisogna spiegare le cose come ai bambini

    https://www.giornaledellavela.com/2023/12/03/americas-cup-cara-elodie-il-tuo-problema-sono-i-soldi-non-la-parita-di-genere/

    Tra tutto a mio parere si nota che personalmente lo farei anche gratis e pure pagando pur di partecipare all’America’s Cup, non c’è più religione, è morto lo spirito, l’onore e la gloria (vabbè)

    Altra cosa è che i tecnici di alcuni sport si stanno evidentemente rompendo gli zebedei (se le terf permettono di chiamarli così)

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    1. “Spero anche, però, di far riflettere così sulla necessità di un trattamento paritario tra atleti e atlete”

      oh, decidetevi principessine:
      se volete parità di TRATTAMENTO gareggiate con i maschi e non in tornei-acquario e accontentatevi delle posizioni dalla trentesima in giù
      se volete parità di CONDIZIONI gareggiate tra di voi e non rompete i coglioni su come i maschi organizzano i propri tornei e su quanto guadagnano

      ma si sa che logica e coerenza sono concetti totalmente estranei al femminismo e alle femmine in genere…..

      ricordo per inciso che i compensi nello sport/spettacolo (ché ormai sono pressoché indistinguibili) dipendono dal ritorno che si ha dall’investimento, per cui qualcuno/qualcosa che tira di più rende anche di più e quindi viene remunerato di più. e condizionare a forza il pubblico non è sempre la migliore delle politiche, non si può imporre l’amore per spettacoli francamente miserabili come per esempio il calcio femminile

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    2. Ennesimo commento demente della solita femminuccia complessata e ritardata.
      Leggo:
      @@@
      LOREDANA
      5 DICEMBRE 2023 DI 9:42
      Gentili “uomini” che scrivete in risposta all’ “articolo” di David Ingiosi , mi dispiace avere poco spazio/tempo a disposizione, siamo alle porte del 2024 e ancora ragionate da ignoranti, badate bene, dal non conoscere le cose del mondo. Da cosa dipende questa ignoranza? Dal aver avuto insegnamenti in famiglia retrogradi oppure dalla vostra incapacità durante la vita, di vivere al pari delle donne ? Ancora non avete capito o non volete capire per mantenere gli ultimi capisaldi maschilisti, che noi donne sappiamo fare tutto esattamente come voi, forse spesso molto meglio. L’ambito della vela il mio pane quotidiano per una vita, anche in ambito professionistico, ha fatto sempre emergere disparità e di trattamenti ed economici. Io ho tenuto duro, senza mai piegarmi, ma apportando un cambio di opinioni e comportamentali nel mio piccolo. Ora l’articolo è scritto in modo strafottente e denigrante nei confronti della velista, a partire dal titolo, e questo non è concepibile, ma io rimango allibita dalle risposte, tutte maschiliste che denotano ancora una volta pensieri che proprio in ambito sportivo dovrebbero essere di natura migliore.
      Uomini fate vedere che valete, facendo emergere intelligenza, e capacità di collaborazione e comprensione su questo argomento, ci sarà un modo migliore.
      P.s. grazie Carlo
      @@@

      Leggete attentamente questo passaggio:
      ” Ancora non avete capito o non volete capire per mantenere gli ultimi capisaldi maschilisti, che noi donne sappiamo fare tutto esattamente come voi, forse spesso molto meglio.”

      Capito?
      Loro, che non hanno mai inventato né codificato una di disciplina sportiva, che sono totalmente incapaci di creare qualcosa di proprio e di finanziarsi da sole, “sanno fare tutto quello che fanno gli uomini”, ma “molto meglio”…
      Trattasi di merdate che ho letto e ascoltato centinaia di volte.
      Poi c’è chi si stupisce quando le definisco esseri moralmente inferiori.

      Naturalmente non potevano mancare i commenti dei soliti scendiletto di sesso maschile.

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      CARLO
      4 DICEMBRE 2023 DI 21:03
      A simil scribacchino offrirei una veleggiata ”aggratis” sino alle Fosse delle Marianne dove gli regalerei un paio di scarpette da palombaro o, se lo preferisse, uno scafandro e lo ”inveterei” a tornarsene a nuoto. Anche all’ignoranza va dato una chance.

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      ROBERTO BIANCO
      5 DICEMBRE 2023 DI 4:33
      Poetico e patetico non sono sinonimi, ma che rima!!!

      Rispondi

      FLORIO CAVANI
      5 DICEMBRE 2023 DI 8:33
      Il fatto che gli equipaggi siano, tutti, composti solo da uomini, andrebbe sottolineato e non messo come “refuso” nell’articolo. Il resto è un vaquo ciarlare, non giustificabile, come fa l’interessato, con l’andare sempre di corsa. Si fermi. E pensi.

      Rispondi

      FLORIO CAVANI
      5 DICEMBRE 2023 DI 8:39
      Il fatto che tutti gli equipaggi siano composti solo da uomini andrebbe sottolineato come IL Problema, e non messo come refuso nell’articolo. Il resto è un vaquo ciarlare non giustificabile con l’andare sempre di corsa dell’estensore. Si fermi. E pensi.

      Rispondi

      ENRICO MARCHETTO
      5 DICEMBRE 2023 DI 11:16
      Se Mettraux ritiene sia corretto ricevere un compenso pari agli uomini ( e potrebbe avere ragione, sia chiaro) trovi un’imprenditrice che metta i soldi per una barca costruita da sole donne, con un equipaggio di sole donne per dimostrare, vincendo, che non è una questione di soldi, ma solo ed esclusivamente colpa di un mondo maschilista. altrimenti ha ragione Ingiosi, del quale condivido in toto l’articolo, compresa la i

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      VINCIO
      5 DICEMBRE 2023 DI 11:37
      Sono molto contento dell’articolo, quindi caro il mio Ingiosi non avrai problemi ad invertire i ruoli e metterti una gonna.
      Quanto al trattamento economico……dai che vuoi che sia essere pagati meno per lo stesso lavoro!
      Sono giuste recriminazioni soprattutto pensando a quanto deve essere più duro per una donna entrare in un mondo classista al maschile ed emergere……….pensaci almeno una volta
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        1. Cazzo, avevo visto “Elodie” nel titolo e pensavo fosse il giornale della vela che divagava sulla cantante e avevo detto “vabbé, solita roba, ci do’ un’occhiata dopo”. Invece parla proprio di una velista.

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        1. Al sottoscritto hanno censurato alcuni commenti (non me ne hanno passato nemmeno uno), ma al tempo stesso hanno pubblicato quest’altra perla.

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          LOREDANA
          5 DICEMBRE 2023 DI 23:28
          Buona sera Alessandra, infatti mi sono chiesta il direttore del giornale dov’era, e chi doveva controllare cosa veniva pubblicato. Sinceramente mi aspetto scuse pubbliche sia dal direttore che dallo pseudo blogger/surfista/non so che altro, auspicando che venga cassato l’articolista e che il giornale abbia un controllo maggiore su cosa viene pubblicato….. Altrimenti posso comprendere solo che i vertici la pensino allo stesso modo, e abbiano ristrettezze di pensiero e accettino il modo volgare di irridere una scelta e il pensiero femminile, da parte di un loro “scribacchino”. Se lo fanno in ambito sportivo lo faranno anche nell’ambito della vita, e questo è inaccettabile e imperdonabile !!! Non me lo aspettavo dal GdV !
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          Il bello è che queste sarebbero le appartenenti “al vero sesso forte”…
          Una barzelletta.
          Resta sempre il fatto che il vero problema non sono queste povere complessate, ma gli scendiletto di sesso maschile regolarmente piegati a novanta gradi e quotidianamente impegnati a fare quel che al contrario non avviene mai, cioè leccare il culo alle femmine.
          Costoro sono il cavallo di Troia delle suddette, nei fatti i nostri principali nemici.

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        2. Nota che nell’articolo c’è semplicemente scritto che la coppa delle donne essendo nuova ed evento collaterale è pagata meno, esattamente come è pagata meno la coppa dei giovani – e comunque tutti possono prendere parte alla coppa principale.
          NESSUN “INDIGNATO” REPLICA NEL MERITO.

          Li stanno già inculando con il metodo usuale: c’è UNA lettrice che si lamenta, la seconda non è una lettrice ma una arrivata dopo che probabilmente non è mai stata su una barca a vela in vita sua: noti la differenza per i toni molto più forti, zero riferimenti alla vela e l’utilizzo di espressioni femministoidi quali “il pensiero femminile”.
          Basta che arriva un’altra femminista che di vela non sa un cazzo che la rivista avrà l’impressione di una “rivolta” di lettrici. Lettrici incazzate che non esistono.

          E hai detto giusto: il problema sono gli zerbini che pensano di farsi belli sparando cazzate. Questi stronzi non credono a una singola parola di quel che scrivono.

          Il femminismo non può esistere senza censura.

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        3. Le femministe che sono intervenute non solo non hanno mai messo piede su una barca a vela ma non snano neanche l’inglese:

          “È la Coppa America bellezza”

          Le troglodite non hanno capito il riferimento al modo di dire tipicamente americano che si usa pure da noi.

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  4. Uno dei pochi commenti decenti è questo:
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    ENRICO MARCHETTO
    5 DICEMBRE 2023 DI 11:16
    Se Mettraux ritiene sia corretto ricevere un compenso pari agli uomini ( e potrebbe avere ragione, sia chiaro) trovi un’imprenditrice che metta i soldi per una barca costruita da sole donne, con un equipaggio di sole donne per dimostrare, vincendo, che non è una questione di soldi, ma solo ed esclusivamente colpa di un mondo maschilista. altrimenti ha ragione Ingiosi, del quale condivido in toto l’articolo, compresa la i
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    1. E’ quello che dico sempre anch’io: chi impedisce a delle imprenditrici di finanziare lo sport femminile (quello maschile, vabbè, nemmeno a pensarci…), di creare le proprie squadre, i propri tornei, le proprie federazioni e tutto il resto?
      Ma per quale cazzo di motivo le femmine devono sempre parassitare ogni ambito maschile?
      (E’ una domanda retorica, eh…)
      Perché gli uomini devono sempre finanziarle?
      In una ipotetica situazione invertita, cosa direbbero le principesse sul pisello?
      Anche nelle MMA fu Dana White a farle entrare in UFC, con in prima fila quella arrogantella di Ronda Rousey, con la quale, tra l’altro, mi sarebbe piaciuto moltissimo rotolarmi su un tatami…*
      Rompere i coglioni agli uomini è il loro sport preferito.

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      *

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      1. @Frank

        E’ cosi’ ovunque.

        Se metto nero su bianco che le femmine hanno SEMPRE parassitato gli uomini E MAI NESSUNO* ha impedito loro di studiare e lavorare, tant’e’ vero che esistono prove schiaccianti di come lavorassero e studiassero anche in passato, c’e’ un motivo.

        il motivo e’ che bisogna subito mettere alla berlina, deridere e distruggere ogni pretesa femminile di giustificare i propri fallimenti (delle femmine) in campo lavorativo e intellettuale sempre e solo dando la colpa agli uomini.

        Non solo e’ vero il contrario, ma e’ vero che gli uomini hanno sempre TENDENZIALMENTE FAVORITO LE FEMMINE**, sia a livello lavorativo che intellettuale.
        La velista di cui parla l’articolo mette in scena il solito, patetico teatrino di un piagnisteo ridicolo e insopportabile, il quale purtroppo attira, con le sue lacrime velenose, i soliti cavalier zerbenti.

        E no, non sono aggressivo ne’ stronzo. Io sto DICENDO LA VERITA’. Senza che cio’ venga messo in luce, la sceneggiata dei pianti e “ha stato il patriarcatoh” NON FINIRA’ MAI.

        Finche’ non si capisce che per le femmine qualunque cosa dove il loro rendimento e’ minore e’ sempre e solo colpa degli uomini, non si andra’ da nessuna parte.

        __________________________________

        * “Le universita’ vietavano l’accesso alle femmine” ==> frequentate da quattro gatti elitari. La maggioranza studiava in conventi, monasteri etc. Non mi si faccia ripetere il banalmente ovvio, non mi si faccia sempre ripetere i soliti controesempi (Caterina da Siena, Trotula etc)

        **Si’, perche’ gli uomini sono sempre stati generlamente un branco di coglioni con le femmine. Anche in passato, basti leggere quel pirla di Dante e il suo “dolce stil novo”.

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        1. La cosa incredibile è che non ti rendi conto che con questo approccio aiuti le femministe.
          Ti spiego cosa succede:
          Qui sopra c’è un esempio, un buon indizio, che a dare troppo retta alle lamentele femminili si manda tutto in vacca: qua sopra vogliono essere pagate anche senza fare niente e licenziare i giornalisti.
          L’uomo medio HA PAURA di ammettere che questo può accadere, ha voglia di girarsi dall’altra parte.
          Questa cosa la deve digerire e digerirla è difficoltoso, e la sua tentazione è di far finta di niente.
          Se appena accade questa cosa, che è solo un buon indizio e limitato alla vela, arriva uno che urla che è una COSA GALATTICA E TERMONUCLEARE CHE ACCADEVA GIA’ NELLA PREISTORIA, e tutte le altre cazzo di iperboli strepitate – e il 90% di queste cagate è completamente indimostrabile – ciò che ottiene è rigetto e quelli scappano, e poi gira che ti rigira supportano le femministe: perché le femministe sono cosa conosciuta, e tanti ne parlano bene, eccetera, eccetera, eccetera…

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  5. https://www.leggo.it/sport/altrisport/pugile_donna_transgender_katia_bissonnette_mya_walmsley_oggi_20_11_2023-7767719.html
    @@@
    Pugile donna non sale sul ring e perde il titolo ai Guanti d’Oro: «L’avversaria è transgender, gli uomini colpiscono il 163% più forte»
    La boxer Katia Bissonnette si è ritira dalla competizione dopo aver scoperto che la sua avversaria è una donna trans

    Pugile donna non sale sul ring e perde il titolo ai Guanti d’Oro: «L’avversaria è transgender, gli uomini colpiscono il 163% più forte»

    di Redazione Web
    Pugile perde il match ancora prima di salire sul ring: era stata informata solo un’ora prima dell’incontro che il suo avversario era una donna transgender. La boxer Katia Bissonnette avrebbe perso il titolo di vincitrice ancor prima di fronteggiare la sua avversaria, Mya Walmsley. L’informazione che Mya Walmsley è una donna trans è stata divulgata solo un’ora prima del gong, e la mancata sostituzione di Katia Bissonnette con un’altra atleta ha permesso a Mya Walmsley di vincere l’incontro. Nessuna concorrente che potesse gareggiare nella loro classe di peso, infatti, era presente al Campionato provinciale dei Guanti d’Oro 2023, a Victoriaville, in Quebec (Canada), come riporta il Daily Mail.

    La boxer Katia Bissonnette ha motivato il rifiuto di combattere contro una donna transgender perché preoccupata per la sua incolumità, paura alimentata da uno studio dell’Università dello Utah che indica che gli uomini possono colpire il 163% più forte delle donne.

    Le categorie nello sport
    «Dovrebbero esserci due categorie: maschile e femminile biologico – dice la boxer Katia Bissonnette -. Le donne non dovrebbero sopportare i rischi fisici causati da un uomo».

    Non si fa attendere la risposta dell’avversaria, risultata vincitrice del match per l’effetto collaterale della rinucia della sfidante. «Questo tipo di comportamento espone gli atleti al rischio di essere esclusi o di ricevere attacchi personali basati su dicerie – ha ribattutto Mya Walmsley, come riporta il Daily Mail -.

    Temo che questo tipo di accuse possano eventualmente servire a delegittimare le atlete della categoria femminile».
    Nonostante il Comitato olimpico internazionale consenta alle donne transgender di competere nelle categorie femminili – se i livelli di testosterone non superano una determinata soglia specifica -, Mya Walmsley si oppone a questi protocolli che reputa invasivi e arbitrari per salire sul ring.
    @@@

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    1. Perfino quando dicono la verità devono dire balle: è +162% non +163%
      Ma si riferisce ai pugili uomini: i pugili uomini mica si bombano di ormoni femminili.Un pugile uomo lo distingui al volo da un pugile donna, invece una di queste due è la trans contro cui doveva combattere la Bissonette:

      Non si capisce al volo chi è la trans perché la differenza tra le due atlete non è granché.

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  6. Questi articoli mi fanno sempre morire, perché, sia implicitamente che esplicitamente si vuol far sempre credere che le femminucce non svolgono certi mestieri a causa delle “discriminazioni patriarcali, maschiliste, misogine”.

    https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/saldatrice-a-24-anni-la-scelta-di-marta-francesconi-mi-sporco-le-mani-non-penso-alle-unghie-o-allo-smalto/ar-AA1ld8VT?ocid=msedgdhp&pc=U531&cvid=2f16a0baf237402b9ba9326b4f14540e&ei=14
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    Saldatrice a 24 anni, la scelta di Marta Francesconi: «Mi sporco le mani. Non penso alle unghie o allo smalto»
    Storia di Redazione web •
    23 ora/e

    Saldatrice a 24 anni, la scelta di Marta Francesconi: «Mi sporco le mani. Non penso alle unghie o allo smalto»

    Professioni da uomo e professioni da donna? Assolutamente no e sicuramente non oggi. «Anche alle ragazze piace sporcarsi le mani». Lo dice Marta Francesconi, saldatrice di 24 anni, e le altre quattro donne assunte alla Roboqbo di Bentivoglio, in provincia di Bologna, azienda che progetta e produce impianti per il comparto food, cosmetico e farmaceutico. Ad approfondire la storia è il Corriere della Sera.

    Il percorso formativo
    Marta, insieme ad altre donne, fa parte del progetto Women4, della multinazionale per il lavoro, Gi Group, che promuove l’occupazione femminile in settori tradizionalmente a prevalenza maschile. Nello specifico cento ore teoriche e pratiche in azienda per imparare il mestiere di addette alla saldatura «a Tig/Mig».

    L’entusiasmo di Marta Francesconi
    È un lavoro «artigianale», assicura Francesconi al Corriere, dove racconta: «Ho studiato al Liceo artistico, ho sempre avuto la mano ferma e la capacità di disegnare al millimetro. Sono doti che ora applico sulle lamiere, in modo naturale, senza nemmeno bisogno di guide. Soprattutto con l’utilizzo della torcia, traccio linee dritte, assemblo, metto a misura, partecipo alla creazione del prodotto. Per la prima volta sento che il lavoro mi appartiene».
    Poi il riferimento al periodo di formazione. «Io donna, insieme alle mie colleghe, mi sento nel posto giusto. Mi piace dare mille e qui il mio mille viene riconosciuto. Credevo fosse complicato, invece, in tre settimane ho imparato».

    La femminilità e la saldatura
    E sul coniugare femminilità e saldatura dice: «Non sono una che tiene particolarmente ad avere sempre le unghie con lo smalto fatto». La giovane, aggiunge, che secondo lei non esistono cose da donne.

    La scelta della società
    La media delle donne e ragazze assunte dalla Roboqbo è sui 30 anni. La più giovane è una 21enne, ma c’è anche una donna di 59 anni, stanca del vecchio lavoro in un’azienda di ortofrutta. «Cinque donne che fanno scintille», così la società ha annunciato l’assunzione di «talentuose saldatrici» alla famiglia Roboqbo. Donne che «hanno portato passione e competenza all’interno del nostro team, dimostrando che il talento non conosce generi».
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    Professioni da uomo e professioni da donna? Assolutamente no e sicuramente non oggi.
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    Certo, ma come no.

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    «Cinque donne che fanno scintille», così la società ha annunciato l’assunzione di «talentuose saldatrici»
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    Talentuose donne che addirittura fanno scintille…
    Cose da pazzi.

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    Donne che «hanno portato passione e competenza all’interno del nostro team, dimostrando che il talento non conosce generi».
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    Certo, ci volevano delle femminucce a portare “talento e competenza” in un ambito storicamente maschile, creato da uomini e portato avanti da uomini.
    Da mandarli/e affanculo tutti/e all’istante.
    Mah…

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    1. @Frank
      Questi articoli escono, e con questi toni (nemmeno troppo femministoidi in questo caso*), proprio perché sono delle minoranze le donne che fanno questo tipo di lavori quindi ovviamente “fa notizia”. Come quando, viceversa, giravano un sacco di news sulla moda “ora anche maschile” di fare a maglia come hobby. Nella mia società ideale nulla di tutto questo dovrebbe destare scalpore, però non possiamo farci niente se la gente non è abituata e se i giornalisti cercano di attirare l’attenzione con le novità, è un meccanismo naturale.

      *un articolo femminista calcherebbe la mano sulle abilità femminili contrapponendole a quelle maschili, facendo intendere che le donne si rivelano migliori saldatrici rispetto agli uomini.
      Questi non mi pare facciano così, anzi, si addentrano su dettagli frivoli come la manicure – sembrano articoli scritti in un’epoca pre-boom del politicamente corretto, della lotta agli stereotipi nel giornalismo, ecc…
      Quella frase “hanno portato talento e competenza” io non la intenderei come “se non arrivavano le femmine non sapevamo fare un c…”, il titolare si sta semplicemente complimentando con la professionalità delle nuove acquisite (infatti dopo dice che “il talento non conosce generi” quindi lo riconosce anche ai suoi dipendenti uomini).

      Secondo me, di articoli sfacciatamente ginocentrici ce ne sono a bizzeffe volendo citarli,; non c’è bisogno di scomodare OGNI articolo che parli di donne in modo generico…

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      1. Fantaghirò
        @@
        non c’è bisogno di scomodare OGNI articolo che parli di donne in modo generico…
        @@

        Secondo te, no.
        Secondo me, sì.

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        1. @Frank
          Come vuoi, però se l’intento è far aprire gli occhi a potenziali lettori che non si sono mai ancora avvicinati a queste tematiche, probabilmente non funziona e anzi potrebbe essere un deterrente (la reazione che immagino: “embè? Che dicono di strano? Non capisco il punto”), al contrario di altri articoli che hai segnalato in ambito sportivo. Se è uno sfogo personale, ovviamente invece ognuno segnala quello che vuole.

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        2. Fantaghirò
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          Se è uno sfogo personale, ovviamente invece ognuno segnala quello che vuole.
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          “Sfogo personale” ?
          Andiamo bene…
          Fanta, bazzico questi spazi virtuali da circa 10 anni (mi iscrissi al forum sulla QM nel febbraio 2014) e a breve compirò 53 anni, per cui il tempo degli “sfoghi personali” (sic…) è per me passato da un pezzo.
          Sono ben altre le ragioni per cui sono qui.
          Diciamo pure che scrivo “a futura memoria”.

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