“Mentalità anti-maternità” o ancelle del capitalismo?

Non è che in Italia le ragazze non possano trovare lavoro, ma spesso lo trovano solo precario, in mansioni basse con turn-over facile, o a condizioni in cui il datore di lavoro puo’ lavarsene le mani (es. imponendo di collaborare con partita IVA). Succede anche ai maschi, certo; ma diciamo che laddove ci sarebbero posti più sicuri e professionalizzanti, è più facile che si ponga il problema della maternità (siccome la paternità praticamente non esiste) e che quindi si preferisca assumere maschi. Oppure, quando possibile, signore mature (ad esempio una mia parente stretta dovendo cercare una segretaria ha fatto questo ragionamento, e non era l’unica nel suo settore…).

Io sono tuttora una precaria, = zero garanzie per la maternità.

In alternativa si tenta di entrare nel settore pubblico, dove magicamente il problema non è più un problema e sei tutelato sotto ogni punto di vista.

Quindi non è un problema culturale, neanche di striscio.
Perché, cara mia, se fosse un problema culturale, di mentalità, allora sarebbe presente anche nel settore pubblico – anzi: forse nel pubblico gli atteggiamenti anti-maternità sarebbero presenti anche di più che nel privato, e sicuramente non meno.

Come si spiega che se c’è una mentalità generale che discrimina la maternità questa forma mentis non sia presente minimamente nel maggiore e più nazionalpopolare datore di lavoro che oltretutto rappresenta lo Stato e il Popolo e quindi è la quintessenza della “mentalità generale”?

Semplicemente non si spiega: NON PUO’ ESSERE, E INFATTI NON E’ UN PROBLEMA DI MENTALITA’ GENERALE.

E’ UN PROBLEMA DI SOLDI, DI PROFITTO, E RIGUARDA SOLO I DATORI DI LAVORO PRIVATI, SPECIE QUELLI PICCOLI, OVVERO QUELLI CHE NON RAPPRESENTANO LO STATO E IL POPOLO MA SOLO SE STESSI.

E chi nega quanto sopra – tipicamente una qualsiasi femminista – è, semplicemente, un’ancella del capitalismo: nella sua misandria attribuisce ciò che è proprio SOLO dei datori di lavoro privati, ovvero del capitalismo, a una “mentalità generale”, al solo scopo di dare addosso agli uomini tutti. Così facendo ALLONTANA chi le da’ credito dal vero problema e quindi dalla sua soluzione: il problema non è la millantata (dalle femministe) “mentalità generale anti-maternità” bensì una insufficiente enfasi sulla responsabilità sociale dei datori di lavoro privati. Non c’è nessuna “rivoluzione culturale” da fare, la mentalità “giusta” è già presente nel maggiore e più nazionalpopolare datore di lavoro, ovvero il settore pubblico, e si tratterebbe semmai di imporre le stesse pratiche ad una minoranza recalcitrante. Che è recalcitrante non per via di chissà quali pregiudizi ma, semplicemente, perché risparmiando sul supporto alla maternità ottiene maggiori profitti…

65 thoughts on ““Mentalità anti-maternità” o ancelle del capitalismo?

  1. E’ così, nella maniera più assoluta.
    Ai privati frega meno di zero del femminismo, del sessismo e di tutte le altre puttanate con le quali le femministe, i media e tutta la compagnia cantante, politicamente corretta, ammorbano la nostra società.
    A un imprenditore interessa solo far più soldi possibile, tutto il resto è fuffa.
    Per esempio: in passato conobbi imprenditori edili che assumevano più spesso romeni, albanesi, moldavi (anche polacchi) che italiani, per un ben preciso motivo: li pagavano meno, oltre a non pagargli gli straordinari.
    Al massimo ce n’era qualcuno che gli dava sette (7) euro l’ora, in NERO.
    Parlo di imprenditori che oggi hanno 85-90 anni, o che sono morti, e che nel momento in cui andarono in pensione, in banca avevano veramente i soldi per fare una guerra…

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  2. Aggiungo a tutto quanto avete gia’ detto insieme al commento di Frank: agli imprenditori interessa assumere chi produce bene e tanto.

    E’ l’atteggiamento di base di quest’ennesimo frignisteo femminile (fantaghiro’ che piagnucola da qualche parte?) che esclude sempre che vi sia una differenza di rendimento tra maschi e femmine, e che i maschi rendano mediamente di piu’ (e di molto).

    Io lavoro (anche) presso una azienda nazionale italiana di una certa importanza al momento, e ogni volta che mi reco nell’ufficio (si fa per dire) vedo che le “migliori” femmine, ossia quelle che in teoria dovrebbero essere le piu’ qualificate, stanno ore e ore a non fare un cazzo, letteralmente.

    Settimane fa una di queste doveva passarmi degli “strumenti” per completare un lavoro. E secondo voi com’e’ andata a finire? Non ho visto manco l’ombra di niente. Nella casella email attendo ancora, ma zero messaggi. Anzi, proprio venerdi’ mattina l’ho vista, ma del lavoro che doveva passarmi ancora zero.

    Ho dovuto fare tutto da solo, come al solito.

    Pero’ in compenso all’entrata c’e’ un volantino appeso alla porta sulla violenza sulle donne, sulla discriminazione nei confronti delle donne nella scienza e bla bla.

    Ovviamente la signora e’ pagata molto di piu’ del sottoscritto, ma spezzo una lancia a suo favore: prima di fingersi morta/rapita/in preda a stati di meditazione profonda, disse “non sono sicura che quel lavoro potrebbe tornarti utile, non funziona bene”.

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    1. Eh allora vorrà dire che le femmine rendono meno solo in Italia, visto che nei Paesi esteri dove vige una legislazione che calmiera differenze dovute al capitalismo (ben spiegate da Eric) le donne vengono assunte e tenute in attività tanto e come gli uomini.

      Ps: io non sterei ad aspettare settimane che una/o mi passi qualcosa che ha promesso, gliene chiederei conto ben prima.

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        1. La ripago con la stessa moneta.

          Non e’ lei, d’altra parte, che ogni volta rompe i coglioni con “le mie amiche non sono cosi’/che razza di donne avete conosciuto?”

          E’ anche quella del cameriere felice e contento di farsi sfruttare come uno stronzo, 7 giorni su 7 per 15 ore al giorno. E magari lo fanno dormire sotto le scale …

          E’ sempre lei quella che conosce Dante/SuperBarbero+megadirettore che sa tutto, onnisciente. E sempre lei, grazie a un suo amico, sa che in Corsica parlano SOLO francese.

          No, non faccio come lei.

          Dico solo l’ovvio: non ti assumono e sei femmina? Allora sei un caso umano, perche’ a parita’ di abilita’ lavorative, tra uomo e femmina, assumono la femmina.

          E questo lo sappiamo tutti.

          Contraddire questo banale dato di fatto e’ come dire che la Carfagna e’ stata fatta ministro per i suoi meriti.

          Detto questo, ma perche’ le femmine devono obbligatoriamente rendere tanto e come gli uomini?

          Per quale motivo non e’ possibile che il dato empirico possa mostrare che rendano di meno?

          Un dato empirico e’ maschilismo? Certo che no.

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        2. Guarda che se tu affermi che la Fiat Ritmo è un’automobile che si guasta molto di più rispetto alla concorrenza, devi produrre dei dati a supporto.
          Se uno te lo fa notare ti sta illustrando una tua debolezza, non sta dicendo che la Ritmo è “buona quanto qualsiasi altra concorrente”.

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        3. “… ma perche’ le femmine devono obbligatoriamente rendere tanto e come gli uomini?”.

          … E’ piuttosto scontato il contrario, invece: cioè che rendano meno; ma non per incapacità innata, bensì perché sono state VIZIATE per tutta la vita. A cominciare dalla carriera scolastica (con le loro smorfiette ai prof). E poi, a proseguire, sul lavoro.

          TUTTI i dirigenti – uomini e donne – che ho avuto nel pubblico impiego, applicavano sfacciatamente un doppio standard all’interno della squadra di lavoro: per le donne – che erano e sono maggioranza – il loro stare in ufficio era considerato una “grazia ricevuta” (dall’ente) RESIDUALE rispetto al (presunto) lavoro che profondevano in famiglia; e invece, rispetto a me, esse erano abbondantemente paraculate: nei giorni in cui non c’era rientro pomeridiano – e mentre i loro mariti facevano pausa-pranzo sul lavoro – sia loro che i loro figli rientrati da scuola, erano ospiti a pranzo a casa delle madri-nonne (cosa che potrebbe verificarsi anche per Fantaghirò, con i suoi genitori che abitano sopra/sotto) (immaginatevi che lusso rispetto a chi è dovuto emigrare per lavoro, senza parenti).

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        4. @Claudio

          Non ci hai azzeccato, a pranzo non sono mai a casa 😅

          A volte mangio in auto, in uno scaldavivande che funziona con l’accendisigari.

          i vizi come hai ben intuito non li dà l’essere femmine, ma l’avere i genitori che viziano: sai quanti mammoni ci sono…

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        5. Male.
          Non si deve utilizzare lo scaldavivande proprio.
          Si deve mettere il contenitore sulle bocchette d’aerazione in plancia, quelle che sparano verso il parabrezza, e mettere a balla il riscaldamento.

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        6. @Eric

          Ci avevo provato, ma crepavo di caldo io prima che si scaldasse un minimo il cibo, e poi guidando non stava fermo 😅

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        7. Si deve fare con i finestrini aperti, da fermi.

          Oggi ero con due donzelle e mi hanno raccontato delle discriminazioni che hanno subito: gli viene spontaneo con me perché io sono tanto empatico e comprensivo.

          Poi per farle felici gli ho fatto fare tutto il lavoro, anche il mio.
          E per compensare il gender pay gap abbiamo fatto un’ora di straordinario a testa: due ore per le donne, essendo in due, una per me. La categoria “donne” ha guadagnato il doppio di quella “uomini” quanto a straodinario.
          Io ho scaricato il mio tablet a forza di vagare sul web, sono persino andato su HARDCORE GAMING 101 perché non ho fatto proprio un tubo tutto il giorno.

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        8. Se lo facessi coi finestrini aperti da ferma, mi intossicherei col fumo del motore e sprecherei un sacco di carburante. Se non era uno scherzo e dicevi sul serio, ti ringrazio del consiglio ma preferisco continuare col mio metodo 😄

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        9. La mia auto non è aziendale, è vecchia e quando fa fumo da ferma mi arriva anche dentro i finestrini.

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      1. @Fantaghiro’

        Agli imprenditori interessa fare soldi.

        NON ESISTE che un imprenditore non voglia assumere una femmina CAPACE solo ed esclusivamene perche’ e’ femmina.

        Dire questo e’ delirare, fare il gioco delle tre carte e spalare la solita merda sugli uomini. Tra l’altro, ricordo che il lavoro femminile e’ detassato in Italia. Non so in Spagna e scandinavia dove ovviamente i PRIVILEGI femminili sono da manicomio.

        Le femmine non vengono assunte nel privato perche’ sono oggettivamente, in media, scarse. Fattene una ragione.

        __________________________

        Anche le “colleghe” che fanno le videoconferenze per raccontarsi puttanate, mentre sono al lavoro, e parlare di uomini come sfigati e oppressori, ovviamente non stan facendo un cazzo e scroccano soldi. Cose che ho visto e sentito con le mie orecchie.

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        1. LOL, sono scarse fino ai 45 anni e poi magicamente vanno benissimo?

          Sei male informato sulla detassazione del lavoro femminile, è attuata solo in specifici settori, aree svantaggiate e a determinate condizioni di disoccupazione pregressa. Non è “la norma”. Inoltre ho detto precisamente che io sono più informata su come andava dieci anni fa, e allora queste misure non c’erano proprio.

          Comunque continua pure a dare manforte alle femministe che finiscono qui a leggere, pronte a usarti come esempio del fatto che “sul lavoro le donne sono discriminate per via di pregiudizi maschilisti” 👏👏

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        2. “Anche le “colleghe” che […] raccontarsi puttanate, mentre sono al lavoro […] ovviamente non stan facendo un cazzo e scroccano soldi. Cose che ho visto e sentito con le mie orecchie”.

          Idem per me, nel mio ente locale; la navigazione internet al di fuori dei siti istituzionali era bloccata dall’ente, per cui le chiacchiere le facevano in presenza. E per loro erano talmente piacevoli che le colleghe già andate in pensione tornavamo spesso in ufficio a trovare le altre! (pur di non starsene a casa col marito rompicoglioni) (e per lo stesso motivo schifavano alla grande l’Opzione Donna).

          La dimensione femminile ideale è quella del gineceo-harem (se hanno un sultano-Zio Sam-provider alle spalle).

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      2. Il pregiudizio maschilista e’ che in media son scarse?

        No, sono dati oggettivi. Se una femmina e’ brava non vedo nessun motivo per non assumerla. Se non le assumono, vuol dire che non sono utili all’azienda.

        Che poi persone in malafede - le femministe – distorcano queste cose per gridare al complotto “ha stato il maschilismoh!1!” e’ piu’ o meno quello che fai anche tu qua dentro, ad esempio, quando ti dicono e ti mostrano con prove inequivocabili che in miniera gli uomini si spaccavano il culo gia’ a 10 anni, e le ragazzine che al massimo portavano la pala si facevano ingravidare per tornare a casa e non fare un cazzo.

        Quella volta infatti gridasti che era “stupro”.

        Stessi atteggiamenti, tali e quali.

        E ti stupisci poi se ti mando a cagare …

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        1. @Fritz

          Stai vaneggiando, sulla vicenda dei “Bambini delle rondini” ti sei costruito delle storie tutte tue (a chi legge ora basti sapere che non erano nemmeno minatori). Se non hai voglia di informarti sulle cose almeno non sparare cazzate. Argomento chiuso.

          Stesso atteggiamento hai di fronte alla questione in oggetto; dimostri che non hai nemmeno letto – o capito – il post di Eric.

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      3. Io il post lo ho letto.

        Ho aggiunto che se un imprenditore non assume una femmina, DI SICURO NON E’ PERCHE’ E’ FEMMINA.

        Quindi questa ennesima discriminazione maschilista non esiste.

        Anzi, per motivi ovvi sappiamo che le femmine hanno vita piu’ facile.

        Tu hai agevolazioni fiscali al lavoro, io no.

        Questi sono FATTI.

        Continuare a dire che tu saresti discriminata e io in quanto uomo no equivale a dire CAZZATE, e ti dovresti vergognare.

        Cosi’ come ti dovresti vergognare ad insistere sulla storia dei minatori, dove la tua malafede e disonesta’ sono cristalline.

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        1. Io non ho proprio nessuna agevolazione fiscale, ma che ne puoi sapere tu? Sei il mio commercialista? LOL

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      4. @Fantaghiro’

        >>
        Io non ho proprio nessuna agevolazione fiscale,
        >>
        https://fiscomania.com/incentivi-assunzioni-donne/

        >>
        Anche per il 2024 è stato confermato l’esonero contributivo destinato ai datori di lavoro che assumono donne svantaggiate in settori e professioni con una disparità di genere superiore al 25%, come stabilito dal Decreto del Ministero del Lavoro.Tuttavia, i bonus a favore delle donne svantaggiate si estendono oltre tale criterio, abbracciando categorie più ampie e complesse nel contesto lavorativoin base a età, periodo di disoccupazione e residenza.
        >>

        IO SONO DISCRIMINATO IN QUANTO UOMO, NON TU, IMBECILLE.

        Vergognati, ti devi vergognare di sparare cazzate cosi’ grosse qua dentro, ci vuole davvero coraggio ad avere una faccia da culo cosi’ e piagnucolare nonostante tutto e fare la vittima.

        Questa e’ la conferma che fantaghiro’ e’ esattamente come tutte le altre.

        Chiedi scusa per le puttanate che hai scritto e vergognati.

        E ti rinnovo di non rompermi i coglioni.

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        1. Ancora insisti? Ti ho già detto che la mia situazione lavorativa NON PREVEDE QUESTA AGEVOLAZIONE, lo vuoi capire o no? E poi sono io che rompo i coglioni.

          Non devo chiedere scusa proprio per nulla, ho già detto chiaramente che so che in alcune condizioni esiste questa DISCRIMINAZIONE NEI CONFRONTI DEI MASCHI e che NON MI PIACE.

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  3. Aggiungo che molti imprenditori – e a seguire i responsabili d’azienda – chiedono la luna ai dipendenti.
    Nel senso che li spremono come limoni, gli impongono ritmi assurdi* e magari pretendono che “non sporchino i macchinari”, che “tengano tutto pulito”, etc etc, neanche gli operai fossero dei polipi… quindi dotati di sei, sette, otto braccia.
    Oh, guadagnassero 3000-4000 euro netti al mese;** e invece è già tanto se arrivano a 1600 euro o poco più.
    Poi c’è chi fa i turni e quindi può arrivare a 1800 euro netti al mese, ma resta sempre il fatto che con i privati bisogna farsi un culo così.

    ———————

    * In questi casi il potere dei sindacati è pari a zero.
    O mangi questa minestra o ti butti dalla finestra.

    ** Un mio amico, di professione tornitore, che da un paio d’anni è passato responsabile di produzione, guadagna 2500 euro netti al mese.
    Lo scorso dicembre ha ricevuto anche un bonus di 300 euro, quindi 2800 euro, più 1980 euro di tredicesima; totale 4780 euro.
    Buon per lui, ma deve sempre correre come un matto.
    Tralascio quello che mi tocca fare a me per 2000 euro netti al mese.

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  4. Pure le imprenditrici la pensano così, anche se poi devono rimangiarsi le parole e inventarsi una supercazzola per sganciarsi.

    “Assumo solo donne sopra i 40 perché hanno già fatto figli”: bufera sulla stilista Elisabetta Franchi | Lei: “Grande fraintendimento”

    https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/assumo-solo-donne-sopra-i-40-perche-hanno-gia-fatto-figli-bufera-sulla-stilista-elisabetta-franchi-lei-grande-fraintendi_49837144-202202k.shtml

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  5. Io sempre per farmi amare 😁 volevo aggiungere qualcosa ma volando basso

    Dunque, il capitalismo non ama “i piccoli”, per il capitalismo non dovrebbero esistere 1000 piccoli caffè famigliari ma 1000 caffè Starbucks 

    Questo perché fatto salvo luoghi incantevoli  insostituibili (costiera amalfitana) il valore aggiunto di avere grandi dimensioni (che è l’obiettivo del capitale) è le solite cose: efficienza, resilienza, ecc ecc, margini di profitto più ampi tali da fare investimenti per la crescita e battere la concorrenza (invece di intascarseli tutti a spese dei lavoratori come fanno “i padroncini” fetenti descritti benissimo da Frank)

    Nota a margine stiamo perdendo il settore automotive europeo proprio perché i margini di profitto qui sono bassi e i cinesi sono stati più bravi (non bastano più sussidi ci vogliono dazi altissimi)

    In questi giorni gli agricoltori protestano, non conosco benissimo il motivo, sembra che il problema siano ancora i sussidi, più altre cose su coltivazione bio green le solite cose 

    Prendo per buoni questi numeri 

    https://x.com/DeShindig/status/1753859570668064779?s=20

    Comunque tutto ciò per dire che anche un settore quasi interamente sussidiato non implica stesso trattamento per uomini e donne, infatti cercando si trova la solita lagna (30% donne)

    https://www.openpolis.it/esercizi/lagricoltura-in-breve-un-settore-in-trasformazione/

    C’è qualcos’altro che limita il lavoro femminile: forse sono troppo tutelate 

    Per favore non mi prendete a legnate 😁 la soluzione potrebbe essere più tutele per il lavoro maschile (che nelle grandi aziende c’è sicuramente più che nelle piccole, oltre a poter spalmare il peso di assumere più donne)

    Riflessione mattutina così senza impegno e non ho controllato i numeri

    Altra soluzione potrebbe essere convincere i piccoli a accorparsi ma figuriamoci 

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    1. Starbucks è molto più costoso deibar, inclusi i bar più eleganti di Starbucks che fanno caffé speciali: in quel caso la distanza si riduce molto ma Starbucks resta più caro.

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    2. Precisazione sugli agricoltori:

      li obbligano a rispettare mille norme: divieto di usare alcune tipologie di pesticidi che causano danni all’ambiente, obbligo di usare attrezzature adeguate per la sicurezza sul lavoro, assunzioni in regola (ferie-malattie-permessi), obbligo di superfici incolte per tutelare l’avifauna, gli animali e la flora selvatica, tracciamento delle produzioni … e poi importano dall’estero dove le produzioni sono fatte con le regole del posto.

      Magari con accordi del tipo: tu ti prendi i nostri elicotteri da guerra e in cambio ci dai derrate alimentari a basso costo e non vogliamo sapere come le hai ottenute.

      Credo che anche in questo caso ci sia una volontà di far chiudere tutto.

      Tanto gli agricoltori sono in maggioranza uomini, come nelle industrie manifatturiere.

      Gli uomini disoccupati sono più docili.

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      1. // Gli uomini disoccupati sono più docili //

        Su questo ho dei grossi dubbi, da che mondo e mondo chi ha poco o nulla da perdere è il primo ad aderire o scatenare rivolte e azioni terroristiche…

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        1. “… Pare che passino la giornata in casa davanti a un PC, vivendo con poco e di espedienti …”.

          A proposito del vivere prevalentemente in casa, ciò mi evoca subito una riflessione di ordine antropologico-culturale: il legame – o associazione mentale – particolare fra la femmina di mammifero e la “tana”.

          Dal punto di vista etologico, sappiamo che si crea una sinergia empowerizzante: la femmina di mammifero, quando si trova nella sua tana con i cuccioli, diventa capace di respingere gli attacchi di predatori molto più grossi.

          Dal punto di vista culturale (tradizionale) la femmina umana è quella che maggiormente si prende(rebbe) (il condizionale è d’obbligo, visto il fancazzismo dilagante) cura della casa. Dal punto di vista legislativo-giudiziario tutto il sistema è concepito in modo da non separare mai questa triade: donna-figli-casa.

          Nella cultura del Sud la diade donna-casa è particolarmente asfissiante: tutto ciò che ruota intorno alla casa – la scelta, l’acquisto, le opzioni di ristrutturazione, l’arredamento – è considerato “dominio femminile”; ben lo sanno tutti coloro che lavorano nel settore: agenti immobiliari, imprese edili, venditori di arredi, riparatori, tutti costoro si rapportano automaticamente con la donna (anche se dinanzi hanno una coppia o una famigliola).

          Come single MGTOW – e per giunta pensionato, con molto tempo trascorso in casa – penso con orrore all’eventualità di una donna che, installandosi a qualsiasi titolo in casa mia, ne volesse assumere il controllo, dettare i ritmi ecc. (laddove io ammetterei solo che ella pulisse e cucinasse SENZA FIATARE: praticamente una COLF A GRATIS).

          P. es., quello è il tragico errore che fece il secondo marito di mia madre (che era già stato vedovo, in casa propria), installandosi in casa di mia madre: da quel momento non contò più un cacchio.

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        2. “Io conosco anche un americano che vive con poco e di espedienti pur dovendo mantenere una famiglia di sei figli…”.

          Non ho aperto il link, ma, per me, tutta la questione della renitenza maschile al lavoro, si riassume in una semplice constatazione: abnorme sproporzione (determinata per via legislativo-giudiziaria) fra ONERI e ONORI maschili; tutto ciò – di animato, come i figli; o inanimato, come la casa – che l’uomo crea col frutto del proprio lavoro, DEVE RESTARE A LUI, qualsiasi cosa passi per la testa di una stronza che s’è messo in casa; in caso di concorso di redditi alla pari, si fa a metà; altrimenti, lei viene rispedita ai genitori “carica di meraviglia”.

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        3. @Claudio

          Il personaggio in questione è un padre di famiglia la cui moglie è scappata di casa, lui si è sempre occupato dei figli a modo tutto suo, da ubriacone inaffidabile com’è, lasciando che il più lo facessero i figli maggiori (e anche i piccoli imparano presto ad arrangiarsi come possono). Il tutto è raccontato col taglio della commedia, ecco perché la mia voleva essere una frecciata simpatica a chi conosce “Shameless” (una delle mie serie preferite).

          Sono d’accordo col tuo pensiero, però i figli necessariamente sono di entrambi, quindi non devono restare “a lui” o “a lei” ma a entrambi.

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        4. @Claudio Quando in passato convivevo con la madre di mia figlia l’accordo era esattamente questo. Se ci teneva ad avere degli aspetti della casa, o in generale della relazione, in cui decideva SOLO lei, a seconda dei casi poteva anche starmi bene purché però poi se ne occupasse SOLO lei. Ovviamente salvo bisogni eccezionali, e ovviamente era reciproco; anche io avevo aspetti della vita di coppia che preferivo gestire solo io, e per quelle cose non chiedevo nessun aiuto.

          Il problema era che per me questa era una conseguenza logica della spartizione dei compiti, non mi veniva neanche in mente poi di lamentarmi con lei che “devo fare tutto io” sulle cose per cui avevamo DECISO che avrei fatto tutto io; mentre lei aveva la tendenza di pensare “voglio decidere io, per cui inizialmente prometto che farò tutto io, ma poi mi lamento perché devo fare tutto io”. O meglio ci provava, poi ovviamente con me il giochetto non funzionava, ma comunque dovevo “ricordarglielo”…

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        5. “Quando in passato convivevo con la madre di mia figlia …”.

          Credo di capire. In generale, noi UU italiani tendiamo a commettere l’errore di delegare parecchio le mansioni domestiche (figli compresi): poi, nei tribunali delle separazioni, ne scontiamo le conseguenze, visto che DD & giudici hanno buon gioco a sostenere – nel retropensiero alla base delle loro decisioni sbilanciate – che, in fondo, “di casa e figli se n’era occupata prevalentemente lei” (sicuramente è così anche nella vita privata dei giudici).

          Quando sono entrato da ospite nella case di amici francesi, sono rimasto perplesso: uomini regolarmente in cucina ai fornelli, donne in salotto a far conversazione con gli ospiti; poi, però, nella cessazione di convivenza, la madre francese di mio figlio non ha vantato alcuna “primazia” sul figlio: anzi, me lo sbolognava più che poteva (lavorava molto in casa sua con le traduzioni) (d’altra parte, io mi ero dedicato con passione alla puericultura sia perché era “un’avventura nuova”, ma soprattutto perché svolgevo un lavoro dai ritmi “femminei”) (questo intendo quando dico a Fantaghirò che il “due cuori e una capanna” va praticato con ENTUSIASMO e complicità; se noto che una SI SFORZA di malavoglia, mando tutto al diavolo; tranne il figlio).

          Qui al Sud – ove mi sono ritrasferito da pensionato, da 4,5 anni – è esattamente l’opposto: l’U che volesse interferire nella gestione della casa commetterebbe “delitto di usurpazione” (con riprovazione di entrambi i rami parentali).

          Cmnq, Sud a parte, mi risulta che le DD di tutt’Italia minaccino disinvoltamente “Lo caccio da casa” (anche se quella è per metà di lui). La triade donna-figli-casa è nel loro DNA (come conferma anche la Roccella quando nel post scrive “All’uomo-padre si chiede ALTRO” – leggasi: SOLDI; e la finta “vaghezza” di quell’eloquentissimo “ALTRO” meriterebbe un articolo a sé nel blog).

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        6. @Claudio

          Più che Sud/Nord, restando in Italia, credo sia una questione di età: tra i settantenni (in cui rientra anche la Roccella) anche al Nord non era comune che della casa se ne occupasse l’uomo. Anzi, uomini di quell’età o più dediti ai fornelli, ne ho conosciuti proprio di origini meridionali o del centro (perché appassionati della loro cucina natia e ottimi cuochi). Salvo i single o quelli che lo sono stati per lungo tempo e hanno imparato l’arte di arrangiarsi.

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        7. Claudio
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          Cmnq, Sud a parte, mi risulta che le DD di tutt’Italia minaccino disinvoltamente “Lo caccio da casa” (anche se quella è per metà di lui).
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          Premesso che non mi sono mai sposato, tantomeno ho intenzione di farlo, resto sempre del parere che la stronza che arriva a fare discorsi del genere, lo fa perché (già da molto tempo) sa di poterlo fare.
          Leggi pro femmine o meno.
          Ci sono comportamenti, modi di pensare e agire, che hanno molto a che fare con il modo di porsi della controparte (maschile in questo caso) e nel caso specifico la stragrande maggioranza degli uomini (non solo quelli italiani… sfatiamo questa leggenda urbana, una volta per tutte….) ha lo stramaledetto vizio di leccare i piedi alle femmine e al tempo stesso di sopravvalutarle.
          Atteggiamenti del genere generano nella controparte femminile la convinzione che tutti gli uomini siano fondamentalmente e sostanzialmente dei totali coglioni, incapaci di vivere senza una femmina.
          Tutto il resto è consequenziale.
          Per dire, a me più volte è capitato di ascoltare delle femminucce che dicevano “oh, adesso lo meno”…

          ———————-

          PS: Comunque vorrei proprio vederla e sentirla una ipotetica femminuccia che mi dice “ti butto fuori di casa”…

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        8. Fattononfui
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          Gli uomini diventano pericolosi se devono sfamare figli e mantenere mogli. Per sé stessi invece non muovono un dito. Da qui le scorribande femministe senza freno.
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          Beh, non è proprio così.
          Per esempio: io potrei diventare molto pericoloso se il mio datore di lavoro iniziasse a non pagarmi più lo stipendio…
          Calcola che già il fatto di ricevere lo stipendio con una settimana o dieci giorni di ritardo (mi è capitato in passato) mi fa girare i coglioni di brutto…

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      1. Mi ha fatto ridere la notizia perché è chiaramente una supercazzola inventata per tenere insieme le due ideologie che la rappresentano: femminismo e terzomondismo

        In Egitto c’è la pena di morte per gli stupri, figurati se non sanno che è reato 😁

        https://www.nessunotocchicaino.it/notizia/egitto-4-condannati-a-morte-per-stupro-19301371

        Anzi a voler essere corretti avrebbe dovuto denunciare la violazione dei diritti umani in Egitto che applica la pena di morte (evidentemente a loro sta benissimo)

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        1. Nei paesi maschilisti e patriarcali vige la cultura dello stupro, nel senso che agli stupratori tagliano la capa.

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      2. Poi ieri c’è stato tutto un non-generalizzare delle femministe sulla vicenda e fa riderissimo anche questo perché negli stessi tweet generalizzavo eccome 😁 sugli uomini

        La tesi femminista era al solito che italiani e egiziani uguali sono perché accomunati dal fatto che erano uomini

        Infatti altra cosa divertente è che si incartavano femministe e anti immigrazione sulle stesse fallacie logiche 😁

        https://x.com/DarkLadyMouse/status/1754192235099296186?s=20

        Razionalmente ciò che li accomuna è il fatto di essere stupratori non che sono uomini perché il 96-97% degli uomini residenti sul territorio nazionale (tasso delittuosità 3-4%) non commette reati violenti (furti, rapine, violenze e omicidi) quindi è illogico usare uomini come categoria comune (è corretto dire invece che gli uomini non stuprano, non rubano ecc, perché questo li accomuna moltissimo di più, quasi totalmente)

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        1. @Blu

          Ah, le femministe sono ferme nel ribadire il concetto che si legge nel link che mostri.

          Oggi alla radio ho sentito la solita cantilena: stuprano perchè sono uomini! Che non si osi inserire altri fattori.

          Pare che le donne siano deboli in matematica, per questo non comprendono che se gli stranieri (8,7%) delinquono quanto gli Italiani (91,3%), il fattore straniero conta molto.

          e invece:

          https://palermo.repubblica.it/cronaca/2024/02/04/news/catania_violenza_di_gruppo_femministe_no_strumentalizzazioni-422053364/

           Si sta dando una lettura xenofoba che noi respingiamo, è solo un’altra forma di violenza. Non mi sembra ci si sia soffermati sull’italianità degli stupratori di Palermo».

          “Dagli addosso all’uomo” è cosa buona e giusta, ma “dagli addosso allo straniero” è xenofobo.

          Logica femminile.

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        2. Fattononfui
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          Pare che le donne siano deboli in matematica, per questo non comprendono che se gli stranieri (8,7%) delinquono quanto gli Italiani (91,3%), il fattore straniero conta molto.
          @@

          In realtà gli stranieri – o meglio, alcune ben precise etnie – delinquono molto di più degli italiani…
          E’ un fatto che ho evidenziato più volte nel forum sulla QM, dove aprii anche discussioni come questa:
          Le famose “risorse”… – Immigrazione e sostituzione etnica – Forum sulla Questione Maschile
          Ma alle femminucce femministe – italiane e non – questi discorsi non piacciono…
          Non è certamente una novità che la loro misandria è principalmente indirizzata verso l’uomo bianco etero occidentale.
          Autentiche handicappate mentali.

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        3. infatti secondo me è assurdo parlare di “stranieri”: non stiamo parlando di cinesi né di etiopi né di filippini…sono alcune ben precise etnie e le tre che ho citato non sono tra queste.

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        4. “… la loro misandria è principalmente indirizzata verso l’uomo bianco etero occidentale”.

          Credo che sia una questione di vittimismo, ma nel senso più bambinesco del termine, perché esse non riescono a vedere – o lo vedono e ne provano invidia – che tutto il loro mondo di comforts è stato costruito dall’uomo-bianco-etero-occidentale.

          Esse guardano con empatia, invece, alle categorie viventi – animali e piante compresi – con cui, secondo la loro visione bambinesca e semplificatrice, si sentono accomunate da un’inferiorità creatrice (creazioni materiali e immateriali).

          Disgraziatamente, questa visione ha ricevuto una legittimazione culturale dalla filosofia rousseauviana: infatti anche quel filosofo (che – a proposito di empatia – aveva lasciato i suoi figli in un brefotrofio…) assumeva, in modo del tutto arbitrario, che i “selvaggi” – cioè coloro che per vari motivi storici, ambientali ecc. non erano stati capaci di costruire civiltà evolute – fossero “buoni e innocenti” per natura.

          Quella dell’auto-vittimizzazione e auto-innocentizzazione è una strategia femminile infantile per sottrarsi a critiche e responsabilità sul loro operato (ma, più spesso, sul loro NON-operare abbastanza: vedasi l’azzeccata elaborazione dei concetti di hyper-agency maschile e di hypo-agency femminile).

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        5. In ogni modo, immediatamente le femministe si muovono ridicolmente ma aggressive.

          Mi sa che gli stupratori non hanno mai messo piede in una scuola italiana, ma loro vogliono andare nelle scuole per addestrare gli uomini perché la scuola italiana non educa correttamente.

          Sforna stupratori a tutto spiano.

          https://www.facebook.com/reel/1436155737308161

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        6. “Secondo me vogliono andare nelle scuole perché per tenere “lezioni” nelle scuole sarebbero pagate…”.

          … Esattissimo; un altro stipendificio rosa, come nei CAV.

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        7. Fattononfui

          In ogni modo, immediatamente le femministe si muovono ridicolmente ma aggressive.

          Mi sa che gli stupratori non hanno mai messo piede in una scuola italiana, ma loro vogliono andare nelle scuole per addestrare gli uomini perché la scuola italiana non educa correttamente.

          Sforna stupratori a tutto spiano.

          https://www.facebook.com/reel/1436155737308161
          @@@

          Le solite cerebrolese che seguitano a parlare di “figli sani del patriarcato”.
          L’ho già scritto e lo ripeto: ne avessi il potere le spedirei tutte in Afghanistan per un corso di rieducazione talebana.
          Perlomeno queste mentecatte avrebbero il piacere e l’onore di conoscere una vera società patriarcale.

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  6. Non ho motivi per non credere a Fantaghirò quando afferma che questa situazione è ben nota a tutti. Ma vorrei vedere dati oggettivi, cioè non raccolti da femministe con domande predisposte per manipolare l’opinione pubblica (come so che fa l’Istat). Intendo dati che indicano che in Italia, a parità di candidati giovani, un uomo viene sistematicamente preferito a causa del rischio di maternità.

    Sono interessato a questa cosa perché pensavo che in Occidente non esistesse più neanche una situazione di discriminazione contro le donne, e questa potrebbe essere l’ultima eccezione o quasi. L’unico dato che ho trovato su internet è che in Italia l’occupazione femminile è bassa. Tuttavia, questo potrebbe anche essere per scelta; il dato non dice niente sulle assunzioni.

    La spiegazione di Fritz, per cui le donne italiane sono quasi sempre inefficienti e dannose sul lavoro, non è plausibile. Uomini e donne sono in media diversi, ed esistono occupazioni in cui in media le donne riescono peggio, ma anche altre nei quali in media le donne riescono MEGLIO. Non è credibile che in TUTTI i possibili incarichi le donne italiane siano SEMPRE un disastro assoluto…

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    1. @X

      Il lavoro delle femmine, in Italia, E’ DETASSATO!

      Un imprenditore paga meno tasse se assume una femmina! I discriminati siamo noi uomini!

      https://lavoce.info/archives/94978/con-la-decontribuzione-piu-donne-al-lavoro-ma-salari-fermi/

      >>
      La riforma Fornero ha introdotto sgravi contributivi per le imprese che assumono donne. Lo strumento è capace di promuovere la domanda di lavoro femminile e la crescita delle imprese. Ma il beneficio non è condiviso con le lavoratrici attraverso i salari.
      >>

      Siamo seri, per cortesia. Se gli impreditori non assumono femmine, i motivi sono BEN ALTRI.

      E anche nel lavoro pubblico sono detassate.

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      1. @Fritz

        Ma li leggi gli articoli che linki? C’è scritto anche lì che la detassazione non è per qualunque impresa o zona, è solo in determinati settori e con determinati requisiti. E sono d’accordo che sia una misura iniqua, a me non piacciono le norme sessiste benché “compensatorie”. Ma è un altro discorso. E bisogna pure vedere se queste aziende la trovano una misura utile: magari ne approfittano per assumere delle cinquantenni, e al contempo continuano a cercare di evitare finché possibile le assunzioni di donne in età fertile, perché conti alla mano una maternità gli risulta comunque svantaggiosa a livello logistico.

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    2. @X

      // Non è credibile che in TUTTI i possibili incarichi le donne italiane siano SEMPRE un disastro assoluto… //

      Oltretutto si parlava di fase di selezione del personale, quando spesso il recruiter non ha modo di vedere il candidato all’opera ma deve basarsi sulle esperienze dichiarate, l’atteggiamento, e intuire se può essere la persona giusta al posto giusto. Se un recruiter escludesse donne in questa fase “non perché donne ma perché scarse” lo farebbe realmente sulla base di un pregiudizio (anche se Fritz lo nega). Ma come detto non è così, si spera di trovare un uomo valido anziché una donna per evitare la maternità.

      Non ho trovato neanch’io dati statistici al riguardo; quello che posso dire è che le testimonianze che hai letto non si trovano solo sotto domande femministe tendenziose, si trovano anche in forum generici sugli ambienti di lavoro, parlando tra conoscenti, ecc… È un po’ come il discorso degli studenti maschi discriminati nella ricerca di appartamenti in affitto (lì sì per un pregiudizio sessista): tutti lo sanno, tutti ne parlano, ma nessun media o ente ci ha mai fatto un’indagine seria con tanto di statistiche.

      Se frequenti altri spazi online/offline italiani, dove ci siano donne o padri/compagni di donne, prova a chiedere anche a loro.

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  7. Fermi tutti: ho trovato la soluzione 🤭

    ”In Sud America gli esoscheletri Comau vengono utilizzati per rispondere alla carenza di lavoratori nelle miniere: “Grazie ai nostri esoscheletri – precisa Amico – anche le donne stanno iniziando a lavorare come minatrici risolvendo nel contempo due problematiche: la carenza di lavoratori nel settore e la disoccupazione femminile”.

    https://www.repubblica.it/tecnologia/2024/02/05/news/prova_esoscheletro_mate-xt_comau-422013489/amp/

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    1. @Blu

      Mi hai svoltato la vita con questa notizia, ora so che molto probabilmente potrò continuare a lavorare fino all’età della pensione, ossia 70 anni! 😃

      (scherzi a parte, andrei matta per poterli provare)

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